Caos TikTok: cosa sta accadendo negli Stati Uniti

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Prima messo completamente al bando in tutti gli Stati Uniti, poi di nuovo sbloccato con la promessa di ripristinare i servizi per tutti. Il caos TikTok ha animato il dibattitto mondiale degli ultimi giorni, con la prima piattaforma non statunitense più famosa nel mondo totalmente oscurata da una delle potenze globali più influenti.

Ma perché un ban così drastico che ha coinvolto 170 milioni di iscritti in tutta l’America? E come mai il dietrofront solo dopo 12 ore con la promessa di rendere di nuovo accessibile la piattaforma online?

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TREDICI PRESIDENTI PER RACCONTARE L’AMERICA

Con l’insediamento di Trump alla Casa Bianca si è conclusa anche la nostra serie di podcast dedicata ai 13 presidenti che “hanno fatto” l’America, una carrellata che va da George Washington fino a Joe Biden realizzata da Francesco De Leo per Focus Storiainpodcast.

La vita, l’azione di governo, l’impatto che hanno avuto sull’America (e oltre confine) i presidenti Usa – raccontati in forma di una chiacchierata – non sempre seria. A fare le domande, Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche dell’Istituto Affari Internazionali. Chi risponde è Mario Del Pero, illustre americanista e Professore di Storia Internazionale presso SciencesPo a Parigi. Per ascolatare l’intero podcast clicca qui.

ALLARME SICUREZZA. Le preoccupazioni relative alla sicurezza nazionale hanno spinto l’amministrazione Biden a bandire TikTok negli Stati Uniti. Il timore principale era che i dati sensibili di milioni di cittadini americani potessero essere accessibili al governo cinese, rappresentando così una potenziale minaccia.

ByteDance, la società proprietaria, ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento con Pechino, ma la scarsa trasparenza ha alimentato i sospetti. La decisione del governo ha suscitato proteste, espresse ovviamente via social, non solo tra le personalità di spicco e tra gli utenti comuni, ma soprattutto tra i creator e le piccole imprese che utilizzano TikTok per la propria attività.

A ridare loro speranza è arrivato un post su X di Elon Musk, figura influente della nuova amministrazione Trump, che ha criticato il divieto, considerandolo contrario alla libertà di espressione, pur sottolineando la necessità di cercare un riequilibrio nei rapporti tra Cina e Usa.

prima il bando poi il dietrofront. Intanto però, alle 22.30 (ora della costa orientale) del 18 gennaio 2025, il bando è entrato in vigore e gli utenti americani hanno trovato l’app e il sito web bloccati. Poco dopo, Apple e Google hanno rimosso il social network dai rispettivi app store, limitandone ulteriormente l’accessibilità.

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Per alcune ore, le applicazioni più scaricate sono state quelle relative a servizi VPN e a strumenti di editing video, utilizzate dai creator per aggirare il divieto e continuare a pubblicare contenuti. Tuttavia, il blocco è durato appena dodici ore. Il 19 gennaio, ByteDance ha annunciato il ripristino del servizio con un messaggio:

«Grazie agli sforzi del presidente Trump, TikTok negli Stati Uniti è tornato! Puoi continuare a creare, condividere e scoprire tutte le cose che ami su TikTok». Non a caso, il ripristino è arrivato proprio alla vigilia dell’insediamento ufficiale di Trump, avvenuto il 20 gennaio 2025, quando Chew Shou Zi, CEO di TikTok, era presente come ospite d’onore alla cerimonia.

Una mossa “politica”?

In ogni caso, la proroga di 75 giorni dell’app è servita soprattutto a prendere tempo con l’obiettivo di trovare una soluzione strutturale.

Concorrenza agguerrita. Nel frattempo, i principali concorrenti del social asiatico non sono rimasti a guardare, implementando strategie per dirottare e attrarre il suo pubblico. Piattaforme come X, di proprietà dello stesso Musk, e Blue Sky hanno introdotto funzionalità simili a quelle dell’app cinese, offrendo la possibilità di creare e visualizzare video verticali.

Anche YouTube e Instagram, con le rispettive sezioni Shorts e Reels, stanno intensificando gli investimenti in tal senso. Questo panorama competitivo si fa sempre più serrato, con le diverse piattaforme che cercano di conquistare una fetta maggiore di utenti
nel caso di un blocco definitivo di TikTok.

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IL SUCCESSO GLOBALE. La guerra alla possibile sostituzione di TikTok non sarebbe in ogni caso facile. la piattaforma cinese è stata la prima non statunitense a raggiungere un successo globale. Alla base una formula più vincente delle altre capace di attirare milioni di utenti: video brevi, musica coinvolgente e sfide virali hanno conquistato soprattutto la popolazione di giovani dando origine a nuove dinamiche di intrattenimento e condivisione. 

Tuttavia, il boom dell’app negli Stati Uniti, dove il social asiatico conta più di 170 milioni di iscritti, più del 10% del totale (1,582 miliardi nel mondo a fine 2024) si è scontrato con questioni geopolitiche, trasformandosi in un terreno di disputa tra Washington e Pechino.

Quale futuro. Diverse ipotesi sono sul tavolo per il futuro di TikTok negli Stati Uniti: un’acquisizione da parte di Elon Musk o di un altro gigante tecnologico americano, un accordo che garantisca una gestione rigorosa dei dati sensibili, o il ripristino definitivo del bando. La proposta di Trump di creare una joint venture tra ByteDance e un’entità statunitense, con una partecipazione paritaria, potrebbe rappresentare una soluzione di compromesso.

Tuttavia, la situazione rimane incerta e nei prossimi 75 giorni l’amministrazione dovrà prendere una decisione definitiva sul destino di questo social network che, al di là delle controversie, ha rivoluzionato il modo in cui milioni di persone possono connettersi e comunicare.

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