Il blocco di TikTok negli Usa ritardato di 75 giorni: cosa dice l’ordine esecutivo firmato da Trump

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Il Procuratore Generale non applicherà la legge firmata da biden per i prossimi 75 giorni. Cosa può fare ora Trump per evitare il blocco del social

Non ha perso tempo Donald Trump. E ha firmato un centinaio di ordini esecutivi appena dopo il suo arrivo alla Casa Bianca. Tra questi, c’è anche il primo tentativo di salvataggio di TikTok. Come anticipato e promesso nei giorni precedenti alla cerimonia di insediamento, il nuovo presidente ha intenzione di trovare una soluzione per evitare il blocco del social cinese – di proprietà di ByteDance – su suolo americano. Intanto, l’entrata in vigore della legge firmata da Biden lo scorso aprile è stata ritardata. Per i prossimi 75 giorni il Dipartimento di Giustizia americano potrà non mettere in pratica ciò che è scritto nel «Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act».

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Cosa dice l’ordine esecutivo

Nell’ordine esecutivo (si può leggere qui) Trump scrive: «Ho la responsabilità costituzionale unica della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, della conduzione della politica estera e di altre funzioni esecutive vitali. Per adempiere a tali responsabilità, intendo consultarmi con i miei consiglieri, compresi i capi dei dipartimenti e delle agenzie competenti, sui problemi di sicurezza nazionale posti da TikTok e perseguire una risoluzione che protegga la sicurezza nazionale salvando al contempo una piattaforma utilizzata da 170 milioni di americani». Aggiunge che le tempistiche indicate nella legge – il divieto è entrato in vigore il 19 gennaio, il giorno prima del suo insediamento, confermato anche dalla Corte Suprema – gli hanno impedito di avere un ruolo attivo nelle negoziazioni e dunque «ho dato istruzioni al Procuratore generale di non intraprendere alcuna azione per l’applicazione della legge per dare alla mia amministrazione l’opportunità di determinare la strada appropriata da seguire». Il Procuratore Generale scriverà a ogni provider per garantire loro in modo ufficiale che non ci sarà nessuna sanzione per continuare a distribuire e aggiornare TikTok. Si riferisce in particolare a Apple e Google, che hanno oscurato l’app dai loro Store il 19 gennaio per evitare le salatissime multe previste dalla legge: 5.000 dollari per ogni utenti che poteva ancora avere accesso alla piattaforma. Nonostante il social sia tornato a funzionare nel giro di poche ore, non è ancora possibile scaricarlo. Tra le società che potevano essere accusate di violare il ban c’è anche Oracle, che ospita TikTok sui suoi server.




















































Cosa può fare ora Trump?

L’ordine esecutivo mette in pausa il divieto di TikTok negli Stati Uniti così come l’obbligo – nel caso in cui voglia continuare a operare nel Paese – di trovare un acquirente statunitense. Trump gioca però in una zona grigia. La legge approvata dal Congresso (e voluta da entrambi i maggiori partiti)  firmata da Biden prevedeva una proroga, fino a 90 giorni, che poteva essere concessa solo nel caso in cui fosse già in corso un accorso per la vendita della piattaforma. Fino ad oggi, però, ByteDance ha sempre dichiarato di non voler vendere né gli asset statunitensi né il suo algoritmo, il vero tesoro di TikTok. Dal punto di vista di potenziali acquirenti, l’interesse c’è da varie parti ma al momento sono state solo due le offerte formali (cadute in realtà nel vuoto): quella del gruppo guidato dal miliardario Frank McCourt e da Kevin O’Leary, fondatore di SoftKey. E quella della società Perplexity AI. Nei giorni scorso è emersa anche l’ipotesi che lo stesso Musk potesse comprarlo. La Cina ha commentato l’indiscrezione come «pura fiction». Il piano proposto da Trump è invece quello di creare una joint venture, dove il 50 per cento della società venga ceduta a investitori americani. Non è ciò che prevede la legge e dunque, come spiegavamo qui, bisognerà vedere se il Congresso sarà disposto a modificare le condizioni del blocco. Intanto la proroga voluta dal nuovo presidente già il giorno del suo insediamento alla Casa Bianca piace al governo cinese: Tiktok – dichiara il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun – «gioca un ruolo nella promozione dell’occasione e negli stimoli dei consumi negli Usa. L’auspicio è che la parte americana possa ascoltare con attenzione la voce della ragione e fornire apertura ed equità agli attori di mercato negli Stati Uniti».

In Ue l’indagine sui pericoli per la democrazia

Se TikTok negli Usa viene considerato un pericoloso di sicurezza nazionale, qui in Europa si sta indagando per capire se possa essere un pericolo per il funzionamento della democrazia. Mentre Trump firmava l’ordine esecutivo per riattivare la piattaforma per i prossimi 75 giorni, la vicepresidente della Commissione europea Henna Virkkunen è tornata a parlare del Digital Services Act, la regolamentazione che punta a creare un ambiente online che sia equo, giusto, libero ma responsabile. «Le democrazie oggi affrontano una sfida crescente da parte delle interferenze e, in effetti, abbiamo visto che i social media sono uno dei veicoli utilizzati. Lo abbiamo visto anche nell’ultimo mese in Romania, dove la Corte costituzionale ha annullato le elezioni presidenziali dopo che documenti declassificati hanno rivelato l’esistenza di una campagna di manipolazione coordinata su Tiktok, abbiamo avviato un procedimento formale contro Tiktok. La democrazia è un valore fondante della nostra unione, elezioni eque e inclusive sono al centro della democrazia. L’interferenza nelle elezioni richiede una risposta potente». 

21 gennaio 2025

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