La Lapet all’evento Single market strategy 2025 della Commissione europea

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Falcone: condividiamo la strategia rivolta a favorire la libera circolazione dei servizi

Roma, 22 gennaio 2025. A fronte dell’attività che la Commissione europea sta portando avanti al fine di promuovere la libera circolazione dei servizi, eliminando gli ostacoli normativi e amministrativi esistenti ed evitando che ne insorgano di nuovi, la Lapet non solo ha risposto alla consultazione pubblica lanciata in materia dalla Commissione lo scorso 3 gennaio, ma su invito della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, è intervenuta nell’ambito di Assoprofessioni all’evento “Single market strategy 2025” che si è tenuto ieri 21 gennaio a Roma. “Tale evento è stato occasione per ribadire le nostre osservazioni rivolte ad evidenziare la persistenza in Italia di riserve professionali ingiustificate come il patrocinio tributario e l’apposizione del visto di conformità sulle dichiarazioni fiscali. In entrambe i casi si tratta di ingiuste esclusioni che, di fatto, impongono una preclusione per i Revisori legali e per i Tributaristi Qualificati e Certificati” ha anticipato il presidente nazionale Roberto Falcone. Nel documento dunque la Lapet ha sottolineato come il settore dei servizi gioca un ruolo cruciale per la competitività economica dell’Unione Europea, rappresentando circa il 40% del valore aggiunto dell’industria europea. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni, persiste un significativo ostacolo normativo e amministrativo che impedisce il pieno funzionamento del mercato unico e l’efficienza nella prestazione dei servizi. “Si parla di riconoscimento delle qualifiche professionali o di libertà dei servizi dal lontano 2006… siamo al 2025 e siamo praticamente all’anno zero” ha commentato il presidente. La Lapet ritiene pertanto che per migliorare la situazione sia fondamentale un intervento che riguardi sia la rimozione di queste barriere che l’armonizzazione delle normative a livello europeo. È altresì necessario adottare misure più incisive per garantire che le normative non diventino un freno alla competitività e che l’accesso ai mercati dei servizi sia veramente libero, equo e vantaggioso per tutte le parti coinvolte. Serve uno sforzo maggiore, in quanto, anche quando la normativa comunitaria discende verso gli Stati membri, non è raro che essi non applichino adeguatamente quanto disposto dal diritto Ue. “Vedi il caso italiano… dove ancora si riscontrano fortemente questi limiti, legati alla mancata attuazione della direttiva n. 958 del 2018 sul test di proporzionalità” ha spiegato Falcone. L’associazione in definitiva condivide pienamente quanto indicato nella Relazione del 15 novembre della Commissione europea, con cui si elencano le preoccupazioni legate alla parziale attuazione della direttiva 958, e ritiene che da parte della Commissione ora ci debba essere un intervento più incisivo, al fine di rimuovere tutti quegli ostacoli che ancora permangono al libero esercizio delle professioni. Oltre alle già citate questioni relative al patrocinio tributario e visto di conformità, l’associazione ha portato ad esempio anche il tema delle tutele in caso di infortuni, malattia o inabilità assoluta, che ad oggi, non sono estese anche ai lavoratori non iscritti in ordini o collegi, ma solo a beneficio dei professionisti ordinistici. Ed ancora circa l’asseverazione del Tax control framework nell’adempimento collaborativo fiscale si rileva il perdurare della riserva alle categorie professionali di avvocati e commercialisti, escludendo inspiegabilmente le categorie professionali dei tributaristi, di cui alla Legge 14 gennaio 2013, n 14 e i revisori legali iscritti nell’elenco tenuto presso il MEF.

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