L’Autonomia ha strada libera: bocciato il referendum abrogativo

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Bloccato il referendum per chiedere l’abolizione della legge sull’autonomia differenziata tanto chiesta dalla Lombardia. La Corte Costituzionale, infatti, ha dichiarato inammissibile il quesito. Dopo un’udienza di due ore a porte chiuse con i rappresentanti dei promotori dei quesiti referendari, cui ha fatto seguito la riunione in Camera di consiglio, è arrivato il verdetto. I giudici costituzionali hanno rilevato che “l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore”.

Ammessi gli altri 5 quesiti: quando si vota

Per la Consulta “il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’art. 116, terzo comma, della Costituzione. Ciò “non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale”. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni. Ammessi invece gli altri 5 cinque quesiti, relativi a cittadinanza, Jobs Act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine, responsabilità solidale del committente negli appalti.

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Per i quesiti dichiarati ammissibili, i cittadini saranno chiamati alle urne in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno, come previsto dalla legge.

Le reazioni: esulta la Lega

“Sono molto soddisfatto di questa decisione perché il tentativo portato avanti dai Comitati referendari e dai partiti di Sinistra di contrapporre il Nord al Sud è stato smontato dalla Corte costituzionale. La Suprema Corte, con una sentenza storica, ha certificato in maniera chiara e netta che l’impostazione della Legge Calderoli – al Ministro, rivolgo nuovamente il mio apprezzamento per l’impegno profuso – è coerente e corretta rispetto alle previsioni costituzionali e non vi è bisogno di alcun referendum sul tema”. Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

A fargli eco il sottosegretario lecchese alla Presidenza di Regione Lombardia con delega all’Autonomia, Mauro Piazza: “La Lombardia ha aspettato in maniera fiduciosa questo esito e ora si attiverà per riprendere il negoziato con il Governo in maniera celere per adempiere alla volontà dei lombardi che con un vero referendum hanno chiesto l’Autonomia della Lombardia”.

La Corte Costituzionale dichiara inammissibile il referendum abrogativo sull’autonomia differenziata! Una decisione che conferma quanto sia giusto e costituzionale il percorso intrapreso dalla Lega e dal ministro Calderoli. Continuiamo a essere convinti che l’autonomia sia l’unica cura possibile per avere un Paese migliore, che risponda ai cittadini e che garantisca efficienza generando più servizi ai cittadini. Chi ben amministra non deve temere questa straordinaria possibilità. W l’autonomia”, esulta senza mezzi termini il segretario provinciale lecchese della Lega, Daniele Butti.

Esulta anche Luca Zaia, da sempre sostenitore dell’autonomia differenziata per le Regioni: “Con questa nuova sentenza, la Corte Costituzionale mette fine alla vicenda referendaria con l’assoluta imparzialità che deve esserle propria. Questo pronunciamento contribuisce a chiarire ogni dubbio sul percorso dell’autonomia, che continuerà a svilupparsi nel pieno rispetto della Costituzione, delle indicazioni della Consulta e del principio di Unità nazionale, mantenendo al centro i valori di sussidiarietà e solidarietà”, scrive il governatore del Veneto.

“Assolutamente logica la decisione della Corte costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum sulle autonomie. Avendo la Corte indicato dei punti da correggere della legge, cosa che faremo in Parlamento, sarebbe stato del tutto illogico sottoporre al referendum un testo che prima deve essere corretto”, interviene Maurizio Gasparri. “Pertanto, andiamo avanti con il nostro lavoro di riforme. Noi rinnoviamo l’Italia. Gli altri creano soltanto astio e ostacoli nella vita del Paese. Vinceranno la democrazia e la cultura di governo portati avanti dal centrodestra”.

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