(di Angelo Cerulo)
Uno ‘scrigno’ da aprire ai
napoletani e ai turisti nel segno della canzone napoletana e di
un suo grande interprete, un patrimonio culturale, materiale e
immateriale di inestimabile valore. Nasce così a Napoli ‘Mu’, la
Casa Museo Murolo, che sarà inaugurata entro il 25 febbraio, per
restituire alla città un pezzo fondamentale della sua storia
culturale e musicale. Uno scrigno, appunto, come è stato
definito oggi nella presentazione dell’iniziativa da Mario
Coppeto, presidente della Fondazione Roberto Murolo, svoltasi
nella casa dell’artista in Via Cimarosa, 25 nel quartiere
Vomero. “E che vuole essere anche un volano capace di generare
valore per il territorio” ha evidenziato Coppeto. “Un dovere
fare la casa-museo” come ha evidenziato Renzo Arbore in
collegamento telefonico.
La casa della famiglia degli artisti napoletani (padre e
figlio, Ernesto e Roberto) sarà un luogo fruibile attraverso
visite guidate, attività di formazione, studio e consultazione e
dove, ha spiegato Coppeto (fratello di Nando che fu produttore
dell’artista), si organizzeranno anche micro-concerti e un
laboratorio di liuteria. Il modello è la casa della Fondazione
Amalia Rodrigues a Lisbona. “Non vuole essere la ‘Casa’ della
canzone napoletana, ci sono tante espressioni in questo ambito –
ha detto Coppeto – ma la ‘Casa’ d’autore, di un autore come
Roberto Murolo”. Un intervento che vede con la Fondazione in
sinergia – collaborazioni in parte già esistenti – l’Università
Federico II ed il Conservatorio di San Pietro a Majella (presto
sarà siglato un protocollo d’intesa e la ‘Mu’ potrebbe diventare
sede di un Master di specializzazione in Canto e chitarra
napoletani) ma anche strutture come l’associazione giovanile
‘Napulitanata’. Insomma, partnership con enti pubblici e privati
per offrire un prodotto ‘vivo’.
E’ una una figura centrale, quella di Roberto Murolo. Lo ha
ricordato Renzo Arbore. L’artista ha raccontato della grande
amicizia che lo legava a Murolo evidenziando di essere cresciuto
con la sua musica e di essere particolarmente legato
all’interpretazione di ‘Serenata napulitana’ da parte
dell’artista scomparso nel 2003. Arbore ha detto che tutta
l’opera del cantautore partenopeo è straordinaria: “A Woody
Allen regalai l’Antologia della canzone napoletana” ha aggiunto.
“Murolo ha, infatti, curato la più bella e completa antologia in
questo settore. Nel dopoguerra, ha rilanciato la canzone
napoletana anche tra gli intellettuali, la borghesia e gli
italiani del Nord grazie al suo modo elegante di interpretare i
brani”.
Canzone e territorio, sviluppo, turismo. Può significare
anche questo l’apertura della Mu. Ne è convinta Teresa Armato,
assessore comunale al Turismo e alle Attività Produttive
intervenuta insieme con Ferdinando Tozzi, delegato del sindaco
per l’audiovisivo e l’industria musicale. “Lavoriamo a tour
specialistici, come quello della musica – ha affermato Armato –
Napoli è amata a livello internazionale per il suo ricchissimo
patrimonio culturale e la canzone napoletana ne è la maggiore
espressione. Si fa molto bene a tutelare questo straordinario
tesoro di talento e creatività conservandolo in un museo
dedicato, valorizzando l’arte di Ernesto e Roberto Murolo e
ricordando quanta ricchezza arriva da Napoli per la musica
contemporanea tutta con progetti di formazione per i giovani”.
Nelle stanze dell’abitazione della famiglia Murolo, delle quali
sono state salvaguardate conformazione, tinta e decorazioni,
arredate con l’antico mobilio, prima il poeta e drammaturgo
Ernesto e poi suo figlio Roberto, hanno ospitato personaggi
della cultura napoletana: da Salvatore Di Giacomo ai fratelli De
Filippo, da Libero Bovio a Totò, da Raffaele Viviani a Roberto
Bracco, da Francesco Paolo Tosti al maestro Ernesto Tagliaferri.
Ha affermato il sindaco Gaetano Manfredi in un messaggio:
“Napoli ha un patrimonio culturale vastissimo, non sempre
conosciuto e, in alcuni casi, perduto o trascurato. Spetta a noi
tutelarlo e valorizzarlo al meglio”.
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