I festival e le fiere di settore, soprattutto se di ampio respiro, rappresentano per i birrifici una buona occasione per presentare nuove creazioni. È ciò che è accaduto al recente Birraio dell’anno e che succederà, in maniera molto più evidente, al Beer Attraction, in programma a metà febbraio. Questi appuntamenti, ben inseriti nel calendario birrario, permettono di mantenere costante la produzione di novità anche in mesi non propriamente favorevoli al consumo di birra. Chi è stato a Firenze lo scorso weekend, sicuramente avrà assaggiato alcune delle novità che presentiamo oggi.
Alder
I luppoli neozelandesi stanno conquistando un crescente spazio tra i birrai italiani, che sempre più spesso utilizzano varietà ormai celebri come Nelson Sauvin, Riwaka e Motueka. Meno famoso è il Peacharine, nonostante si contraddistingua per un profilo molto peculiare di pesca e, in maniera meno evidente, di agrumi. Marco Valeriani del birrificio Alder (sito web) ha scelto di indagare ed esaltare le caratteristiche del cultivar nella sua ultima creazione, battezza This is Peacharine (6,2%): una Pacific IPA brassata con malti tedeschi e lievito di origine anglosassone. Il profilo è ovviamente dominato dagli aromi già menzionati, a cui si aggiungono sfumature di frutta tropicale e fiori. Velata, secca e amara, è stata presentata al recente Birraio dell’anno, al pari di altre produzioni di questa panoramica.
Eastside + Lariano
A proposito di Birraio dell’anno, è ormai risaputo che la vittoria finale è andata a Emanuele Longo del Birrificio Lariano (sito web), appena qualche mese dopo l’annuncio del suo ritiro dalle scene brassicole nazionali. Prima di appendere gli stivali al chiodo, è stato invitato da Luciano Landolfi del birrificio Eastside (sito web) a realizzare un’ultima birra a quattro mani. Luciano è un appassionato di basket, dunque la novità non poteva che chiamarsi Last Dance, così come la serie documentario che racconta la carriera di Michael Jordan. Nel dettaglio la Last Dance (4,5%) è una Hoppy Lager generosamente luppolata con varietà Simcoe, Saphir e Citra, facilissima da bere ma anche dotata di un carattere deciso. È una delle prime birre di Eastside disponibili nella nuova lattina da 33 cl, tema sul quale torneremo nei prossimi giorni.
Ca’ del Brado
Tra le birre presenti in anteprima a Birraio dell’anno va segnalata anche la Juni (4,5%) del birrificio Ca’ del Brado (sito web), appartenente alla linea denominata The Wildest Can. Il produttore emiliano sta spingendo molto sull’idea di “session sour” in lattina, declinandola in diverse modalità. Anche la Juni è dunque una birra gentilmente acida, frutto di una fermentazione mista ottenuta dalla lenta maturazione in legno. In questo caso la speziatura vira sulle suggestioni invernali, ricorrendo a ginepro e scorza di mandarino. Il risultato è una birra fresca, scorrevole e succosa, con un richiamo aromatico all’inverno che ben si sposa con le immancabili pennellate funky.
Birra Granda
Nel frattempo in Piemonte Birra Granda (sito web) ha lanciato la sua ultima birra inedita, battezzata Barrel Aged IGA Barley W*ine (12%). Si tratta della stessa ricetta del Barley Wine prodotto con Moor per il progetto Be Grapeful, invecchiato però per quasi due anni in botti di cedro e di rovere. In fase di confezionamento è stato eseguito un blend tra i due affinamenti, così da ottenere una birra caratterizzata sia dallo speziato intenso del legno di cedro, sia dalla morbidezza conferita dal rovere. Le note ossidate dell’invecchiamento in botte si completano perfettamente con il mosto d’uva Moscato e con gli esteri provenienti dal lievito inglese usato in fase di fermentazione. Da notare l’uso dell’asterisco per “camuffare” il nome dello stile, evidentemente con l’intento di evitare problemi relativi all’etichettamento.
Chianti Brew Fighters + Jungle Juice
Torniamo a occuparci di collaborazione per introdurre la novità nata di recente dalle menti dei birrificio Chianti Brew Fighters (sito web) e Jungle Juice (sito web). La birra si chiama Basil Instict (5,5%) e non pensiate che il nome sia la cosa più fuori di testa. La ricetta infatti parte dalla base di una birra acidificata con lieviti lattacidi e poi aromatizzata con l’aggiunta di limone e basilico. La componente sour risulta molto tagliente per l’interazione tra l’agrume e il lievito, mentre il basilico conferisce un tono speziato e balsamico che esalta la facilità di bevuta. Una birra che ci saremmo aspettati in estate, ma che è perfetta anche per le miti giornate invernali.
Hilltop, Bajon e Yblon
Ieri è caduto il decimo anniversario del Beer Bang di Messina (pagina Facebook), fondamentale locale della scena birraria siciliana. I festeggiamenti però sono cominciati già nel corso del passato weekend e hanno visto protagoniste, tra le altre, tre birre inedite da altrettanti birrifici italiani, che hanno voluto celebrare così il prestigioso traguardo raggiunto dal Beer Bang. La prima novità è la Winter Light (5%), una Golden Ale in stile prettamente britannico realizzata da Hilltop (sito web). La ricetta prevede malti Maris Otter e un pizzico di Crystal, nonché luppoli EKG e Fuggle. L’aroma è un gioco di equilibri tra il contributo dei cereali (fieno, nocciola, biscotto) e quello del luppolo (agrumi), con un amaro elegante.
La seconda new entry si chiama Echte Liebe (8%) ed è una Doppelbock chiara del birrificio Bajon (sito web), con un tocco leggermente più luppolato (varietà nobili tedesche) che ne favoriscono la bevibilità. La Small World (6%), infine, è una creazione del birrificio Yblon (sito web) che possiamo far rientrare nel filone delle Belgian IPA, ma con un’anima “pacifica”. Il profilo infatti suggella l’incontro tra il contributo del lievito belga e la resa, potente e intensa, dei luppoli americani e neozelandesi (Cascade, Nelson Sauvin, Riwaka e Southern Cross), utilizzati anche per un massiccio dry hopping.
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