Salerno. La città del buon governo

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*di Alfonso Malangone

In un’efficace serie di affreschi del 1.300, il pittore senese Ambrogio Lorenzetti attribuì le fortune di un Città a scelte di governo suggerite dalla fonte ispiratrice della Sapienza accompagnata dalla Giustizia, dalla Concordia, dalla Prudenza, dalla Fortezza, dalla Temperanza, dalla Generosità e dalla Pace. In un collaterale dipinto, dimostrò i positivi effetti del ‘Buon Governo’ rappresentando alcune strade della sua Città con palazzi e campanili in perfetto stato, mentre un gruppo gioioso di giovani, di cavalieri e dame eleganti procedeva festante tra botteghe di artigiani e commercianti colme di prodotti. All’opposto, in un altro affresco, egli motivò le cause delle sfortune di una Città nella Tirannide accompagnata dall’Avarizia, dalla Superbia, dalla Vanagloria, dalla Crudeltà, dal Tradimento, dalla Frode, dal Furore e dalla Divisione tra fazioni. A seguire, propose le conseguenze del ‘Cattivo Governo’ dipingendo la stessa Città piena di macerie, pericolante, con attività economiche miserabili tra cittadini malandati, vittime di misfatti e causa, essi stessi, di devastazioni. Un disastro economico e sociale. A queste pitture allegoriche, molti illustri esperti di questioni economiche hanno fatto riferimento, e lo fanno ancora oggi, per sollecitare scelte in grado di segnare, in positivo, il livello di benessere di una Comunità. Del resto, è ben noto che non può esistere una Città felice, se la felicità non è diffusa, pur nella diversità delle condizioni, né può esistere una Città giusta, se i rapporti economici e sociali non sono guidati da equità e giustizia, né può esserci una crescita equilibrata, se le attività non sono organizzate in modo da consentire a ciascuno di esprimere liberamente le sue inclinazioni, le sue conoscenze, le sue capacità e il suo talento. Né può esserci, infine, una Citta libera, se non sono concessi a tutti gli stessi spazi, le stesse opportunità e le stesse occasioni. In sostanza, sono le azioni illuminate a far ‘star bene’ una Comunità e a creare il profondo sentimento di appartenenza in grado di unire le coscienze nello sforzo di pervenire all’unico traguardo comune: il benessere diffuso. Se questa è, e deve essere, la finalità ultima da perseguire, è evidente che laddove dovessero mancare le pre-condizioni per il ‘Buon Governo’ non ne sarebbe possibile la realizzazione. Di più. Un alto livello è possibile solo come effetto di azioni convergenti o sinergiche, in linguaggio evoluto, per moltiplicare l’arricchimento apportato dalle loro singole capacità propulsive. In termini più semplici: l’unione coerente fa la forza. E’ noto che preoccupanti indicatori statistici denunciano la presenza, in Città, di una decadente condizione economica, accompagnata da preoccupanti squilibri sociali, in un contesto umiliante di qualità della vita. Così, è molto verosimile che le fonti ispiratrici del ‘Buon Governo’ siano rimaste inascoltate, ammesso che ci siano state orecchie disposte a sentirle. Anzi, sembra davvero che la Città sia divenuta preda di un vortice tempestoso in grado di soffocare, ogni giorno di più, le sue componenti attive. Lo proverebbero diverse scelte incoerenti e/o inopportune che, interagendo con molte ‘scelte non fatte’, benché doverose, possono aver contribuito a condannare al degrado e all’abbandono molti luoghi, il verde e diverse strutture, con profonde lacerazioni sociali. Lo proverebbero, poi, le decisioni assunte per l’assorbimento dello straordinario squilibrio finanziario del Bilancio da realizzare in via quasi esclusiva con l’inasprimento delle aliquote impositive e dei tributi e con la cessione dei beni comuni, anche se vincolati a finalità pubbliche. In verità, non si può dire che sia questo il protocollo giusto. Altrove, non è proprio così che si è fatto. Intanto, quasi ogni giorno sono rilasciati annunci relativi a stratosferici investimenti, pur senza alcuna precisazione circa il loro funzionale apporto ai fini del benessere comune. Ad esempio, sarebbe interessante sapere quale contributo sarà arrecato dalla piscina per fare i film con i pescecani che, ha scritto la stampa, sarebbe già in fase di costruzione a Capitolo San Matteo al costo di ben 50milioni di euro. Forse, dovrebbero essere chiariti i vantaggi che saranno arrecati da questa nuova, impareggiabile, struttura ai pensionati al minimo; a coloro che nel pronto soccorso sono su barelle da giorni; a coloro che ricevono il soccorso di ambulanze del 118, prive di medici, con infermieri costretti a fare solo un controllo della pressione; a coloro che attendono un autobus per andare al lavoro o agli studenti che vorrebbero arrivare all’Università con il treno o agli sportivi che hanno bisogno di una vera piscina sportiva, di un palazzetto, di un campo per l’atletica. Una struttura per i pescecani di mare può solo servire ad offrire ai pescecani di terra altri brandelli della Città per soddisfare la loro fame. Forse, con 50milioni si potevano fare altre cose per rendere la Città simile ai dipinto del Lorenzetti. Davvero, sarebbe interessante sapere da Amministratori e Consiglieri di Maggioranza quali sinergie saranno sviluppate da questa spesa. Se, come immaginò il pittore senese, fosse la Sapienza a ispirare il ‘Buon Governo’, qualche timore si può avere su possibili influenze esercitate da fonti contrapposte con riferimento ad alcuni provvedimenti che ‘di buono’ hanno apportato poco alla Comunità. Del resto, neppure è negabile la presenza, in essa, di ricorrenti comportamenti che, sempre secondo l’artista, farebbero capo alle figure allegoriche del tradimento, della superbia, della vanagloria e della crudeltà. Chissà non sia vero che, per avere ‘Buoni Cittadini’, sia necessario avere prima un ‘Buon Governo’. *Ali per la Città

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