Sanità sarda nel caos: maxi-emendamenti e commissariamenti, chi decide davvero – Infermieristicamente

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Sanità sarda nel caos: maxi-emendamenti e commissariamenti, chi decide davvero

Sardegna e riordino del SSR cui prodest?

Se la giunta regionale sarda attiva un programma legiferativo che prevede una proposta di riordino del ssr, manda il provvedimento in commissione sanità e questa si attiva per le audizioni del caso, si presume che il testo in discussione sia quello ufficiale, quello sul quale si viene chiamati ad esprimersi esattamente come ha fatto il Coordinamento di NurSind Sardegna che non solo ha espresso la propria opinione con puntuali osservazioni articolo per articolo ed un giudizio complessivo ma ha anche offerto la propria disponibilità a presentare alcune soluzioni di notevole spessore e valenza. Invece, a consultazioni ancora in corso e mentre le bocciature della proposta fioccavano come l’acqua che ha scongiurato lo stato di calamità, si scopre che un maxi emendamento, ignoto a tutti, sarebbe già stato redatto; evidentemente per modificare sostanzialmente il testo, altrimenti non se ne vedrebbe la ragione. Che senso ha avuto allora aprire le audizioni e addirittura proseguirle mentre il testo della riforma veniva cambiato? Di cosa abbiamo parlato e di cosa invece si dovrebbe discutere? Vai tu a capire…..

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Fatto sta che l’avverbio “sostanzialmente” non è campato in aria visto che il testo misterioso è stato alla fine portato alla luce ed è diventato pubblico, sempre che la sua ufficialità ed il suo contenuto non vengano l’uno smentito e l’altro modificato. Un testo che di modifiche ne aggiungerebbe parecchie alcune delle quali anche condivisibili.

Eppure, ancora nel testo modificato (si è perso il conto a questo punto di quante ne siano state proposte) c’è qualcosa che non cambia mai e che sostanzialmente tutti quanti sono stati auditi finora, ritengono assolutamente inopportuno: il commissariamento delle aziende. Inopportuno anche per i tempi di realizzazione che di fatto terrebbero bloccata l’azione pur nella previsione di poteri straordinari. Delle due l’una, o sono commissari con un mandato essenziale brevissimo (e così non traspare dalla lettura del comma che detta tempi molto lunghi) oppure non possono trasformarsi nel surrogato di un direttore generale con pieni poteri.

Insomma sembra proprio che tutti i suggerimenti proposti siano ostaggio di questa ultima condizione, il commissariamento, che diventa propedeutico e fondamentale per un cambiamento di passo che l’esperienza ha già dimostrato non far parte della ricetta necessaria a risolvere guai, come quello delle corsie strapiene solo per parlare dell’ultimo episodio.

Insomma, qualcuno dovrebbe assumersi la responsabilità di parlare chiaro una volta per tutte per definire le azioni davvero necessarie e non prendere in giro nessuno compresi i presidenti degli ordini degli infermieri anch’essi auditi in commissione sul vecchio testo, dai quali, si legge in un comunicato del consiglio regionale, è arrivato l’invito alla Giunta a procedere quanto prima con il commissariamento delle Asl: “Questa riforma è tardiva – ha detto Gianluca Chelo – occorre agire con rapidità”. Cioè, il presidente dell’Ordine di Sassari (si, quello eletto dal 7% degli infermieri che hanno avuto voglia di uscire di casa essendo l’unico in lizza alle scorse elezioni), ritiene prioritario il commissariamento con tutte le conseguenze che ne derivano, al netto di proposte ovvie, note e necessarie certamente. Una posizione che definire personale è poco, considerato che l’ordine non ha fatto nessun rilevamento su cosa ne pensino gli infermieri che il Dott. Chelo dovrebbe rappresentare e che manifesta piuttosto, un allineamento politico, essendo egli anche consigliere comunale nello stesso schieramento che governa regione Sardegna e al quale proponiamo la necessità di valutare l’opportunità di mantenere entrambi gli incarichi.

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Qualcosa che ci riporta al solito vecchio problema della professione: la totale mancanza di unione e rappresentatività. Qualcosa che se esercitata, potrebbe davvero cambiare le sorti di questo Servizio Sanitario Regionale, affondato e sopravvissuto su una zattera, non si sa ancora per quanto che invece vorremmo contribuire davvero a risollevare.

 

Andrea Tirotto

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