Snam, utile 2025 a 1,35 miliardi: investimenti per 12,4 miliardi al 2029. Salgono i dividendi. Il parere degli analisti

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Snam alza il velo sul piano industriale al 2029, aggiornato per dare ancora più spazio ai due pillar principali che delineano la strategia del gruppo: l’innovazione e la sostenibilità. Il gruppo guidato dal ceo, Stefano Venier, ha pianificato investimenti per 12,4 miliardi (+8%) per un’infrastruttura multi-molecola, di cui 10,9 miliardi destinati al potenziamento delle infrastrutture di trasporto, stoccaggio e gnl e altri 1,5 miliardi per lo sviluppo della transizione energetica. Un percorso che porterà a una crescita media annua (cagr) della rab del 6,4% – grazie anche all’integrazione di Edison Stoccaggio – e dell’ebitda adjusted del 5%.

Fattori che contribuiranno alla crescita della marginalità del gruppo, con un ebitda adjusted che al 2029 dovrebbe arrivare a 3,51 miliardi (al netto del business del biometano, che potrebbero generare proventi per 80 milioni), mentre l’utile netto adjusted dovrebbe crescere mediamente del 4,5% l’anno. Questi risultati andranno anche a vantaggio degli azionisti, che vedranno dal 2025 al 2029 un aumento annuale del dividendo del 4%, in crescita dal +3% del piano precedente, con un payout ratio massimo dell’80%. La crescita partirà dalla cedola a valere sul 2024 (acconto del 40% il 22 gennaio), che sarà di 0,2905 euro (+3%).

Come sono divisi i 10,9 miliardi dedicati alle infrastrutture

La maggior parte degli investimenti (10,9 miliardi) sarà dedicata allo sviluppo sostenibile delle infrastrutture. In particolare, 8 miliardi (600 milioni più del piano precedente) sono destinati a progetti legati al trasporto: si pensi alla Linea Adriatica, alla sostituzione di 850 km di condotte in modalità hydrogen ready, a tre stazioni di compressione dual-fuel e collegamenti per impianti di biometano. Altri 2 miliardi serviranno a implementare e potenziare gli stoccaggi e a investimenti relativi alla recente acquisizione degli asset di Edison Stoccaggio (closing previsto nel primo trimestre), mentre altri 900 milioni serviranno al commissioning della Fsru di Ravenna e alla costruzione di strutture small-scale a Panigaglia e Pignataro.

Alla transizione energetica andranno 1,5 miliardi

Crescono anche le risorse destinate alla transizione. Al Ccs, la cattura di Co2, saranno destinati 500 milioni per sviluppare il trasporto di Co2 a livello nazionale e lo stoccaggio di Ravenna che Snam ha in partnership con Eni. In pratica, 200 milioni serviranno per iniettare e e stoccare la Co2 e 300 milioni per la rete nazionale dedicata. Saranno 380 milioni quelli dedicati al segmento italiano del SoutH2 Corridor, ovvero la pipeline dedicata al trasporto di idrogeno, che si estenderà per 2.300 km. Al biometano andranno 270 milioni, che serviranno anche a creare una piattaforma da 40 Mw di capacità, a cui si aggiungono investimenti per riconvertire impianti ed espandere la capacità a 78 Mw entro il 2027. Infine, 250 milioni saranno destinati all’efficienza energetica, segmento in cui opera tramite Renovit, per muovere il portafoglio verso clienti industriali e pubblica amministrazione.

La guidance del 2024

Confermando la guidance per il 2024, Snam prevede di arrivare nel 2025 a una rab di 25,8 miliardi di euro, a un ebitda adjusted di 2,85 miliardi (+4% sulla guidance) e a un utile netto adjusted di 1,35 miliardi, in crescita del 10% sulla guidance, grazie all’aumento dell’ebitda e dei contributi delle partecipate. I risultati, come detto, permetteranno al gruppo di distribuire un dividendo di 0,2905 euro per azione a valere sul bilancio 2024.

Cosa dicono gli analisti

Il piano ha incassato il parere positivio degli analisti di Mediobanca, che hanno sottolineato in particolare la guidance al rialzo per il 2025, mentre da Equita hanno sottolineato che «le indicazioni del piano risultano leggermente più ottimistiche delle nostre attese, sia in termini di crescita dei capex, della rab e del P&L». In particolare la casa d’affari si attendeva capex per 11 miliardi e una crescita della rab a un cagr del 4,8%, contro il 6,4% stimata da Snam. Con riferimento ai capex regolati per trasporto di gas, stoccaggio e lng la stima di Equita era di 9,9 miliardi, mentre per la parte non regolata prevedevano 1,1 miliardi per la transizione. Sui conti, le attese erano di un +4% dell’ebitda in termini di crescita media annua per arrivare a 3,4 miliardi nel 2029 ( Snam prevede 3,5 miliardi di ebitda), mentre l’eps per gli esperti sarebbe cresciuto del 2% l’anno, contro il 4,5% previsto dal gruppo del gas. 

(notizia in aggiornamento)

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