Tarquinio: “Sull’Ucraina meglio Trump del nanismo Ue. Basta armi”

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L’europarlamentare eletto con il Pd: “Quella del presidente americano è una prova di forza che pagheremo noi europei. Le munizioni a Kyiv? Spero che la posizione del Pd possa essere quella della soluzione diplomatica. Abbiamo perso troppo tempo”


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Donald Trump non farà un disimpegno sic et simpliciter in Ucraina. Gli Stati Uniti non avranno una relazione serena con Putin né con nessun altro. Semplicemente passeranno all’incasso, scaricando i costi sull’Unione europea. Si arriverà a quello che dicevo io già da qualche anno, ma con l’aggravante di raggiungere una pace ancor più ingiusta a causa della retorica che si è opposta a ogni negoziato possibile”. L’europarlamentare Marco Tarquinio ha seguito da Bruxelles l’insediamento del quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti d’America. E ieri ha letto le dichiarazioni della presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, dal World Economic Forum di Davos. Se il presidente americano ha fatto capire di essere pronto a negoziare l’uscita dalla guerra tra Ucraina e Russia, anticipando la volontà di interrompere il rifornimento di armi a Kyiv, von der Leyen ha detto che l’Ue continuerà a sostenere il presidente Zelensky “per il tutto il tempo che sarà necessario”. Ha ragione Trump e sbaglia la presidente della Commissione? “Dalle parole di von der Leyen è evidente che lo schema resta lo stesso. Uno schema già ampiamente seguito finora e che ha prodotto il dramma che vediamo da quasi tre anni a questa parte. L’Ucraina oramai è un paese sfibrato, ridotta di un quinto rispetto a quello che era e con cicatrici che le rimarranno addosso”, sostiene l’ex direttore di Avvenire, eletto a Bruxelles nelle liste del Pd. “Quella di Trump io la considero una prova di forza. Ma il problema è che paghiamo il nanismo politico dell’Europa. Il negoziato andava imbastito molto prima. L’errore è già stato fatto e si è perso un sacco di tempo”.

 

Il risvolto del disimpegno americano, o quantomeno la timidezza dell’avventurarsi negli scenari di guerra a livello internazionale, è la richiesta rivolta ai paesi europei di incrementare ancora di più, fino al 5 per cento del Pil, le spese per il funzionamento della Nato. “Una richiesta semplicemente insostenibile”, dice Tarquinio, che in passato a più riprese ha sostenuto la necessità di rivedere in profondità il funzionamento dell’Alleanza atlantica. Fino al punto di metterne in discussione l’esistenza stessa.  Dal punto di vista del parlamentare europeo, quindi, a fronte di un’Europa che continua a reiterare nello stesso “schema” errato, ben venga la posizione risolutrice assunta dalla nuova amministrazione americana. Anche se, aggiunge Tarquinio, “è ovvio che da qui in poi non è che i problemi saranno solo dalla parte dell’Ucraina. Anche Putin e la Russia dovranno fare i conti con gli effetti di questa guerra. A ogni modo, il dopo guerra, come abbiamo visto più volte in passato, sarà un affare per tanti”.

 

Ieri il ministro della Difesa Guido Crosetto è andato in Senato a riferire sulla proroga dell’autorizzazione alla cessione di nuove armi all’Ucraina, il decimo pacchetto dall’inizio della guerra. La risoluzione presentata dal capogruppo del Pd Francesco Boccia, oltre a sostenere “il ruolo dell’Italia nel percorso diplomatico per un rinnovato, incisivo e decisivo impegno diplomatico e politico dell’Unione europea, in collaborazione con gli alleati”, prevedeva pure di “continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, anche al fine di assicurare quanto previsto dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, confermando gli impegni assunti dall’Italia nel quadro dell’azione multilaterale, a partire dall’Unione europea e dall’Alleanza Atlantica”. In sostanza, il sì alla cessione di armi. Come si concilia con la posizione di Tarquinio? “Le visioni diverse all’interno del Pd non sono un tema nuovo”, dice il diretto interessato. “Io sono fiducioso. Stiamo facendo dei piccoli passi. E spero che alla fine si possa arrivare a privilegiare unicamente la soluzione diplomatica. Smettendola di inviare armi. Ci vorrebbe un passo più deciso”.





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