4+2 in crescita e futuro degli ITS, le visioni di Maurizio Adamo Chiappa, da Dalmine al MIM per cambiare la formazione

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Crescono i numeri sul fronte del 4+2: come annunciato infatti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (il 21 gennaio, ndr), “la Commissione ministeriale deputata a vagliare le candidature degli istituti tecnico-professionali per la adozione del modello 4+2 per il prossimo anno scolastico ha ultimato i suoi lavori: le scuole autorizzate passano da 180 dello scorso anno a 396; i percorsi salgono da 225 a 628“.

Il rilancio del sistema tecnico – professionale italiano, e l’avvio del nuovo modello formativo 4+2, era uno dei principali obiettivi della ritrovata Direzione generale per l’istruzione tecnica e professionale e per la formazione tecnica superiore che vede alla guida Maurizio Adamo Chiappa: dal ruolo, decennale (giugno 2014-ottobre 2024), di preside presso il prestigioso Istituto Tecnico Industriale “G. Marconi” di Dalmine (Bergamo) è approdato al Ministero dell’Istruzione e del Merito come direttore della Direzione generale per l’istruzione tecnica e professionale e per la formazione tecnica (nell’ambito del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del MIM, ndr).

Tra i compiti della direzione, il consolidamento e la promozione degli ITS Academy, rafforzando il legame tra scuola e lavoro e operando in 18 ambiti strategici, tra cui orientamento, apprendistato e collaborazione con regioni e parti sociali.

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Maurizio Adamo Chiappa, intervistato da TuttoITS, racconta il suo percorso e le sfide di un sistema educativo in continua evoluzione.

Dall’Istituto Tecnico Industriale Marconi al Ministero, con un ruolo da dirigente: può raccontarci il suo percorso?

Mi sono diplomato come perito informatico nel 1987 e poi laureato in Fisica teorica. Ho iniziato la mia carriera come insegnante in istituti tecnici e professionali nella provincia di Bergamo, ruolo che ho ricoperto dal 1992 al 2014. In quegli anni insegnavo materie tecniche come elettrotecnica, automazione e informatica. Dal 21 ottobre 2024, sono il Direttore generale per l’istruzione tecnica e professionale del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Questo incarico mi ha portato a coordinare un sistema che si occupa di istruzione tecnica e professionale, alternanza scuola-lavoro, orientamento e relazioni con il Ministero del Lavoro. Il mio compito è anche promuovere la nuova gamma del sistema tecnico-professionale italiano, compresi i percorsi ITS Academy. L’obiettivo è creare un sistema integrato, capace di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro e del territorio.

Come descriverebbe l’esperienza al Marconi?

L’esperienza all’ITI Marconi è stata fondamentale. Lavoravo in una scuola con una forte identità, una grande anima e un legame profondo con il contesto produttivo locale. Parliamo della provincia di Bergamo, un’area con oltre 110mila aziende iscritte alla Camera di Commercio, seconda provincia in Italia per il manifatturiero e quarta in Europa. In questo contesto è stato relativamente più semplice raggiungere ottimi risultati. Mi sono sempre sentito funzionale all’obiettivo di offrire un percorso di elevata qualità a studenti e studentesse e al territorio. Quando, prima della pandemia, ci ha fatto visita Carlo Cottarelli, gli ho detto che l’87% degli studenti trovavano lavoro entro tre mesi e che la distanza media tra casa e lavoro era di 8 chilometri. Era un po’ stupito. Ovviamente i buoni risultati non sono solo merito del dirigente, ma del lavoro di squadra con i docenti e il personale ATA.

Maurizio Adamo Chiappa, Direttore generale per l’istruzione tecnica e professionale

Come valuta il modello 4+2, anche in termini di risultati raggiunti?

Si tratta di una filiera tecnologico-professionale, recentemente definita dalla legge 121 del 2024. Questo modello prevede quattro anni di studi secondari superiori e un successivo biennio (facoltativo, ndr) presso gli ITS Academy, in modo da facilitare l’inserimento degli studenti nel mondo del lavoro o consentire loro l’accesso all’università. I percorsi sperimentali dei prossimi anni scolastici definiranno il nuovo ordinamento di questa filiera tecnologico-professionale: è una delle poche volte in cui si chiede alle scuole di partecipare alla costruzione degli ordinamenti.

Questa filiera è, a mio avviso, un sistema molto innovativo. Non lo dico solamente io: di recente, ho incontrato il Ministro dell’Istruzione della Germania, che si è detto molto interessato al nostro sistema, perché il loro sistema duale non è così flessibile e così adattabile ai vari contesti. Infatti, nella nostra filiera tecnologico-professionale, le Regioni hanno un ruolo importante nella definizione dell’offerta formativa, perché conoscono il territorio e sanno di che cosa c’è bisogno in un determinato luogo. Per questo il 4+2 è una forza, non una debolezza.

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Qual è stata la risposta delle scuole e delle istituzioni?

La risposta è stata molto positiva. In tutta Italia, ho riscontrato un grande fermento e interesse per questa sfida. Ho visitato scuole, incontrato reti nazionali e dirigenti scolastici, e ho trovato un forte entusiasmo. La sfida principale è stata creare un dialogo tra molteplici attori: scuole, ITS Academy, aziende e istituzioni regionali. Per farlo, abbiamo costruito una rete di supporto con referenti in ogni Ufficio Scolastico Regionale. Abbiamo 28 reti nazionali tematiche, come quelle per informatica, meccatronica, agraria e così via, ognuna con un referente. Inoltre, collaboriamo con Indire per fornire piattaforme di supporto digitale, utilizzando anche l’intelligenza artificiale per personalizzare l’accompagnamento delle scuole. Come preside, ho imparato che ogni istituto deve interagire con il proprio territorio. Serve una visione chiara e una forte capacità di coordinamento.

Può raccontarci qualche esperienza significativa durante il suo “Giro d’Italia” tra le scuole?

Queste due suggestioni mi sono rimaste impresse. Quando sono arrivato a Fornovo di Taro, una domenica sera, ho incontrato l’ingegnere Giampaolo Dallara, 88 anni, che mi ha fatto vedere la sua Academy: ho visto una persona entusiasta che crede nel futuro e nei giovani e investe nella scuola e nella formazione. A Campobasso, invece, ho visitato l’ITS che collabora strettamente con un’azienda leader come La Molisana. Questi esempi mostrano come la collaborazione tra scuole e aziende possa dare grandi risultati.

Quali sono le sfide principali per promuovere i percorsi ITS Academy?

La prima sfida è accompagnare le scuole a capire e implementare il modello 4+2. La seconda è far comprendere alle aziende, specialmente alle piccole e medie imprese, il valore degli ITS e delle figure professionali che formano. La terza è migliorare l’orientamento. Per esempio, per quanto riguarda l’orientamento alle scuole medie, stiamo lavorando con Indire per formare i cosiddetti tutor per l’orientamento. Stiamo anche proponendo visite e attività presso gli ITS, per mostrare le opportunità offerte da questi percorsi anche alle persone che non li hanno mai incontrati durante la loro carriera, come per esempio un insegnante di italiano. Se uno non vede, non conosce queste possibilità, non può immaginare che si tratta di un’offerta molto interessante.

Cosa consiglierebbe a uno studente indeciso?

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Il mio consiglio è di non pensare a quale scuola vuole fare, ma che lavoro si immagina di fare in futuro. La scuola non deve mai essere un fine, deve essere un mezzo. Quindi gli chiederei: Come ti immagini a 35 anni? Dove abiti? Sei sposato, hai figli? Hai un lavoro dipendente o sei un libero professionista?”. Quando uno si immagina in questo modo, capisce qual è il percorso scolastico migliore per lui. Consiglierei anche di visitare le scuole, parlare con studenti più grandi e vedere da vicino i laboratori e le aziende con cui collaborano. Solo così uno studente può capire se questo percorso fa per lui o per lei.



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