accordo con Kiev o ci saranno sanzioni

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Matrioske a Mosca con le immagini di Trump e Putin – Ansa

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La tattica non è nuova, ma da quando è tornato alla Casa Bianca Donald Trump l’utilizza senza riserve. Con le centinaia di ordini esecutivi che ha già firmato, con la raffica di minacce ai Paesi stranieri (compresa la Russia di Vladimir Putin, spinta a «negoziare subito» una fine delle ostilità in Ucraina, pena sanzioni e dazi), con i “promemoria” inviati ai vari ministeri, il nuovo presidente sta spingendo i suoi poteri al loro limite, e anche oltre. In questo modo sfida alleati e rivali politici, la magistratura, la società civile Usa e il resto del mondo a osare di fermarlo. Finora pochissimi ci hanno provato. Gli Stati americani a gestione dem hanno fatto causa al governo federale contro l’abolizione dello ius soli, che è sancito dalla Costituzione Usa. Un leader religioso ha invitato Trump ad avere «pietà» e il principale sindacato di polizia ha criticato il rilascio dei rivoltosi del 6 gennaio che avevano attaccato violentemente gli agenti del Campidoglio. Ma, a differenza dell’avvio della prima Amministrazione Trump nel 2017, non ci sono state manifestazioni nelle città statunitensi. E finora la maggior parte delle mosse del repubblicano, che siano decreti o intimidazioni, hanno avuto l’effetto desiderato. Il Cremlino non ha reagito all’ultimatum della Casa Bianca di «mettere fine a questa ridicola guerra» o subire «alti livelli di tasse, dazi e sanzioni su qualsiasi cosa venduta dalla Russia agli Stati Uniti e a varie altre Nazioni partner», e sarebbe in contatto con lo staff del presidente per organizzare una chiamata fra i due leader. L’Unione Europea si è detta pronta a spendere di più e meglio per la sua difesa in modo da placare il nuovo presidente Usa che ventila di tagliare i fondi alla Nato e ritirare il 20% delle truppe statunitensi dal Vecchio Continente. «Trump ha ragione a dire che non spendiamo abbastanza. È ora di investire», ha detto ieri Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’Ue per la Politica di sicurezza, mentre da Strasburgo arrivavano assicurazioni simili dal presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, e dal premier polacco, presidente di turno dell’Ue, Donald Tusk. Nel frattempo, a Washington, Trump continuava il suo pressing su tutti i fronti. Trump ha ordinato al dipartimento di Giustizia e alla comunità dell’intelligence di dimostrare la presunta utilizzazione delle incriminazioni a suo carico per scopi politici, inviando poi rapporti di “cattiva condotta” delle procure e della magistratura alla Casa Bianca.

L’impressione è che la vittoria alle elezioni del 2024 abbia convinto Trump di aver sconfitto non solo i democratici, ma anche ogni possibile opposizione interna fra i repubblicani, i media, e un sistema giudiziario che vedeva come una forza armata contro di lui, e lo abbiano persuaso di poter facilmente manipolare l’opinione pubblica. Non va dimenticato che il neo-presidente ora ha molta più capacità di ottenere ciò che vuole rispetto a quattro anni fa. È più informato sulla portata dei suoi poteri ed è molto più disposto a difenderli in tribunale, anche grazie a un sistema giudiziario più favorevole, che ha trasformato nominando decine di giudici nel suo primo mandato, e a una leadership repubblicana molto più accondiscendente.

Al momento non è chiaro chi possa o voglia contenerlo. Anche l’anziano Joe Biden, che aveva per mesi avvertito gli americani di non eleggere un presidente che avrebbe messo a rischio la democrazia, ha abbassato le armi in resa prima di lasciare la Casa Bianca, lasciando al suo successore una lettera di auguri. «Il popolo americano – si legge nella missiva di cui Fox News ha preso visione – e le persone di tutto il mondo guardano a questa casa per trovare stabilità nelle inevitabili tempeste della storia, e la mia preghiera è che nei prossimi anni ci sia un periodo di prosperità, pace e grazia per la nostra nazione».

Intanto in tutto lo stato del Kentucky comparivano volantini razzisti del Ku Klux Klan che ordinano agli immigrati di «andarsene subito» e invitano gli americani a «monitorare, tracciare e segnalare tutti gli immigrati». E Trump ventilava la possibilità di invitare alla Casa Bianca i rivoltosi del 6 gennaio che hanno appena ricevuto la grazia presidenziale e sono usciti di prigione.





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