dimissioni dei consiglieri che contestavano l’evento filorusso con il console

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Rottura insanabile nel direttivo del Centro Internazionale Brera di via Formentini. Due membri del consiglio direttivo, Massimo Ferlini e Sergio Scalpelli (quest’ultimo ex assessore alla cultura a Milano) si sono dimessi dopo avere preso atto di essere in minoranza sull’evento che si sarebbe dovuto svolgere il 13 dicembre 2024, organizzato dal consolato russo e co-promosso dal Centro Brera per decisione unilaterale di Stefano Carluccio, il presidente del circolo. Evento poi annullato dopo un diluvio di proteste.

Ferlini e Scalpelli avevano chiesto che il consiglio direttivo venisse azzerato e Carluccio si dimettesse, ma la maggioranza dei consiglieri (rafforzata dalla cooptazione di 3 membri ‘fedeli’ a Carluccio) non ha voluto saperne: di qui il loro passo indietro. I due consiglieri, in una nota, ribadiscono di ritenere inaccettabile l’iniziativa, “data la posizione della Russia come nazione ostile all’Italia e sottoposta a sanzioni internazionali a cui l’Italia aderisce, oltre che in contrasto con la tradizione del Centro Internazionale di Brera che sin dalla fondazione (1973) ha fatto del sostegno e della solidarietà militante al dissenso democratico e anti totalitario contro le dittature dei paesi della cortina di ferro, la propria cifra identitaria”.

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“Non ci sono le condizioni minime di stima e fiducia per continuare a collaborare”, affermano i consiglieri dimissionari Ferlini e Scalpelli, auspicando che l’amministrazione comunale vigilerà sul rispetto dei contenuti della convenzione che regola i rapporti col Centro, che (concludono i due ex consiglieri) “ha sempre rappresentato una voce della sinistra democratica e antitotalitaria, ma gli eventi recenti compromettono tale tradizione e reputazione, andando contro i principi fondativi”.

L’evento, nella cui locandina figurava anche il logo del Centro Brera, era stato organizzato dal consolato russo a Milano. Era dedicato alla “cultura e arte russa” e si intitolava “Conoscere per la pace”. Il programma prevedeva un dibattito in lingua russa con Alina Sorokina (storica dell’arte), Anna Olkhovaya (ballerina e docente all’Accademia della Scala) e Leonid Tiukhtyaev (aeronauta), con l’introduzione del console russo a Milano Dimitry Shtodin.

Immediata la protesta dei due consiglieri ora dimissionari (“siamo e restiamo avversari dichiarati di chi è nemico della democrazia liberale europea e occidentale”), a cui si era aggiunta quella di intellettuali (come Christian Rocca, direttore de Linkiesta), politici (da Gianmaria Radice, consigliere di Italia Viva a Palazzo Marino, a Pina Picierno, del Pd, vice presidente del Parlamento europeo), associazioni (UaMi e Ponte Atlantico, che avevano già preparato un presidio davanti alla sede). Carluccio si era difeso gettando benzina sul fuoco e scrivendo, tra l’altro, che “le origini della tragedia ucraina non sono solo di una parte”.

Radice aveva annunciato che avrebbe interessato Palazzo Marino, perché il Centro Brera utilizza uno spazio di proprietà del Comune di Milano in concessione. Picierno aveva invece promesso che, in caso di mancato annullamento, avrebbe segnalato il Centro Brera alla Commissione europea per una richiesta di sanzioni ai sensi del 14esimo ‘pacchetto’.

La solidarietà ai consiglieri dimissionari

“Come cittadino e consigliere comunale, sono solidale con la scelta degli amici Sergio e Massimo”, ha dichiarato Gianmaria Radice, consigliere di Italia Viva a Palazzo Marino: “Fin da ora mi impegno a sottoporre la questione al Comune di Milano essendo la sede del Centro Brera in uno spazio in concessione. Appare evidente il rischio che il Centro possa diventare un pericoloso megafono per la propaganda del governo russo e del suo presidente Putin. Questo non può essere compatibile con la natura stessa della concessione comunale e con lo spirito democratico e pluralista che anima la città di Milano”.

Si è espressa anche Lia Quartapelle, deputata milanese del Partito democratico, parlando di “situazione inquientante” e ricordando che il Centro Brera, con l’evento di dicembre, è “venuto meno alla tradizione politica e culturale, dando l’impressione di schierarsi implicitamente a fianco della Russia potenza occupante”. Quartapelle ha anche ricordato che “la Russia di Putin da anni promuove campagne di influenza e interferenze, usando la cultura, la chiesa ortodossa e formule come l’amicizia tra i popoli. In questa delicata situazione, la società civile italiana che vuole promuovere confronto e incontro deve prestare molta attenzione a non farsi strumentalizzare da una potenza ostile e occupante”.

Solidarietà a Scalpelli e Ferlini anche dal consigliere regionale di Forza Italia Giulio Gallera: “Organizzare un evento in collaborazione con il Consolato russo, senza alcuna apertura a un dibattito critico e pluralista, tradisce la vocazione stessa di questo istituto e ne danneggia la credibilità. In un momento storico in cui la Russia è tristemente protagonista di crimini e violazioni dei diritti umani è grave che un’organizzazione culturale italiana presti il proprio nome a iniziative che rischiano di apparire come strumenti di propaganda. Sarebbe stato auspicabile un evento che favorisse il dialogo e il confronto, piuttosto che un’iniziativa che appare come un sostegno implicito a un regime autoritario”.

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