Quest’anno la Federazione calcherà ancora di più la mano sulle punizioni inflitte ai piloti per fatti extra-pista
Nonostante l’enorme eco mediatico che la prima uscita di Lewis Hamilton su una Ferrari ha avuto nella giornata di ieri, la calma regna ancora sovrana per quanto riguarda l’azione in pista del Mondiale di F1 2025. Eppure, se ci spostiamo sul piano di chi regolamenta il Circus, quello della sempre discussa FIA, ecco che le notizie e, potenzialmente, la tempesta non tardano ad arrivare. La Federazione ha infatti pubblicato una tabella dettagliata, riguardante multe e penalità che potranno essere comminate a tutti i piloti partecipanti ai campionati da lei organizzati, per mettere in chiaro come da quest’anno le linee guida da seguire saranno ben più severe.
Questo provvedimento ha come punto focale l’articolo 12.2.1 del regolamento FIA, declinato ulteriormente nei punti f, l, n, o e p. Insomma, tutto ciò che riguarda parolacce, comportamenti definiti “scorretti” e persino la manifestazione del proprio pensiero politico e religioso verrà messo da subito sotto la lente d’ingrandimento degli stewards, che ora avranno ancora più raggio d’azione in tema di sanzioni da infliggere. In fondo alla tabella, che vi lasciamo qui sotto, sono elencati quattro livelli, indicanti le competizioni FIA e il rispettivo peso delle varie multe, che per il primo, quello delle serie internazionali, ha come ammontare 10, 20 e 30mila euro per i punti f, l, n e o, mentre 15, 30 e 45mila per il punto p.
Il secondo, terzo e quarto livello sono invece legati ai campionati regionali e alle coppe FIA, a tutti gli altri campionati FIA ad eccezione della F1 e, appunto, alla categoria principe. Per tutti e tre, le sanzioni si inaspriscono e non di poco, se consideriamo che le cifre sopra elencate verranno, rispettivamente, duplicate, triplicate e quadruplicate a seconda del livello di competizione in cui il pilota coinvolto si ritrova a partecipare. Per cui, per fare un esempio, se Max Verstappen dovesse ritrovarsi nuovamente coinvolto in episodi come quello della conferenza stampa di Singapore, nella quale gli era sfuggito un “fuck”, la multa ammonterà ora a ben 40mila euro. Ma la strategia FIA non è affatto finita qui.
La grande novità introdotta dalla Federazione riguarda infatti la progressione delle sanzioni: che, se ripetute, porteranno anche ad ulteriori conseguenze oltre la singola punizione pecuniaria. Se, come abbiamo già visto, le multe andranno a salire, con esse lo faranno anche altri interventi, come, ad esempio, la sospensione della licenza per un mese, delle scuse pubbliche da rivolgere alla stessa FIA insieme al rinnegamento dei commenti fatti e perfino la sospensione dell’accesso alle aree riservate degli eventi successivi. Questo, però, se si parla di un’infrazione che si è commessa due volte. Se qualcuno dovesse mai arrivare a tre, ecco che le pene saranno ancora più severe e pesanti.
Si parla infatti, oltre ad una multa massima di 180mila euro per i piloti F1, di detrazioni di punti in classifica e sospensione dell’accesso alle aree riservate di addirittura sei mesi. Il pugno durissimo della FIA è ovviamente volto a limitare il più possibile non solo le semplici parolacce, ma anche qualunque commento che possa offendere uno dei propri dipendenti, commissari di gara inclusi, o che riguardi il proprio schieramento su tematiche molto sentite come la politica. Su questo, personalità come Hamilton o, in passato, Sebastian Vettel si sono più volte esposti, gareggiando con caschi arcobaleno per sensibilizzare sui diritti della comunità LGBTQ+ in paesi laddove queste minoranze non sono per nulla tutelate.
D’ora in avanti, tutto questo non sarà più possibile. La volontà del presidente Mohammed Ben Sulayem di mettere a freno le lingue per lui più taglienti si fa sempre più evidente. Pensare che, per una parolaccia ripetuta tre volte, si possa arrivare a perdere la licenza di gareggiare per un mese risulta un provvedimento assai duro ed autoritario, se si considera poi che spesso, come capitato proprio nel caso di Verstappen, certe espressioni non siano volte ad offendere qualcuno, ma si tratta di semplici esternazioni dei piloti riguardanti, per esempio, il comportamento non troppo felice della propria monoposto. Ma di questo, a quanto pare, alla Federazione poco importa. Staremo a vedere se la GPDA, già espressasi con un comunicato ad inizio novembre contro lo stesso Ben Sulayem, risponderà in futuro anche a questa nuova imposizione, potenzialmente pronta a scatenare nuove polemiche.
Immagine di copertina: Media Red Bull
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