Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica a Napoli inizia la sua audizione facendo un excursus da quando è arrivato a Napoli descrivendo la situazione che ha trovato:
“Quando sono arrivato in procura non sono stato accolto molto bene. Ho ricevuto un documento delle camere penali in cui era scritto che non ero un magistrato desiderato e che non ero il loro modello di magistrato. Inoltre, una corrente della magistratura, Magistratura democratica, mi ha scritto che non ero gradito a Napoli come procuratore della Repubblica. Che cosa è accaduto? È accaduto che ho iniziato da subito a fare riunioni, perché ho trovato dei magistrati molto intelligenti, preparati e strutturati, ma un po’ fermi, un po’ demotivati, un po’ spenti. Quindi, ho cercato soprattutto di creare una sinergia tra i miei colleghi e la polizia giudiziaria. Quindi, ho trovato una situazione un po’ rilassata.”
Con il costante lavoro ha portato ad una riduzione di pendenze di oltre 4 mila fascicoli:
“Dalle otto di mattina alle otto di sera sono in ufficio. Questo ha portato, grazie al grande lavoro che hanno fatto i miei colleghi di Napoli, a ridurre le pendenze di 4.173 fascicoli. Con le stesse energie abbiamo definito più di 4 mila fascicoli. Abbiamo ottenuto più di 1.800 ordinanze di custodia cautelare. In questo momento sono pendenti presso l’ufficio GIP 1.400 richieste di custodia cautelare, di cui 1.085 solo per indagini di mafia. Ricordatevi bene questi numeri, perché a breve capirete per quale motivo vi sto fornendo questi numeri.”
Successivamente descrive la grave situazione che si prospetterà nella procura:
“Vi ho dato finora dati positivi, ma questi stessi dati non ve li potrò dare l’anno prossimo. Quando l’anno prossimo mi chiamerete per illustrarvi lo stato dell’arte della situazione a Napoli, non vi potrò dare queste buone notizie, perché il 29 novembre 2024 ho scritto al Consiglio superiore della magistratura per informarlo che la collega Rosa Volpe sta andando alla procura generale di Salerno, il collega Sassano, che formalmente è alla procura di Napoli, di fatto è da un anno e mezzo a Paola, le colleghe Ida Teresi e Antonella Fratello andranno alla Procura nazionale antimafia, la collega Falcone andrà alla procura generale, la collega Di Monte andrà a fare l’avvocato generale al tribunale di Napoli e la collega Paola Izzo è stata contattata per andare alla costituenda Commissione bicamerale sul Covid. Se ne andranno sette magistrati. Io ho un’idea, ho un progetto, la stessa cosa che ho fatto a Catanzaro.
Quando sono arrivato a Catanzaro c’era un encefalogramma piatto. Magistrati intelligenti, preparati e capaci, ma fermi. Quindi, sono stato un buon motivatore a Catanzaro. Avrei voluto fare la stessa cosa a Napoli. L’ho potuto fare in un anno con le risorse che ho adesso, ma non lo potrò fare più, perché avrò sette magistrati in meno. Quindi, l’anno prossimo non vi potrò dare questi dati. E l’ho scritto al CSM, al quale ho anche spiegato che, in base alle riforme Cartabia e Nordio, sono aumentate le incombenze come competenze distrettuali, ma ho meno uomini. Io insisto su questo dato, perché adesso il CSM ha deciso, dopo una sorta di «mediazione», da zero che me ne volevano mandare, di assegnarmi tre sostituti. Ne vanno via sette e me ne mandano tre.”
Poi risponde ad un attacco che si è sempre sentito rivolgere quello delle scarcerazioni derivanti dagli arresti fatti effettuare da lui:
“Scusate, con riferimento agli arresti, poiché c’è sempre questa leggenda degli arresti e delle immediate scarcerazioni, per tranquillizzare i benpensanti vi dico che l’84 per cento degli arresti è stato confermato dal riesame. Se qualcuno vuole le statistiche, le ho a disposizione.”
Da quando è a Napoli sono aumentate la demolizioni di case abusive, da circa 80 all’anno a 141 nel solo 2024. Inoltre sono stati stipulati 14 doversi protocolli d’intesa, soprattutto con l’Arcidiocesi di Napoli per iniziare a combattere le occupazioni abusive di tutte le chiese chiuse. Parlando anche della problematiche dell’utilizzo dei cellulari in carcere e dei social, come Tik Tok, afferma:
“Abbiamo costituito un protocollo molto importante in materia di accertamenti medico-legali in caso di eventi traumatici occorsi ai detenuti ristretti presso gli istituti penitenziari ricadenti nel territorio di competenza dell’ASL Napoli 1 Centro. Che cosa accadeva? Accadeva che molti detenuti cadevano dalle scale. Queste persone riportavano segni di botte da orbi e bisognava capire chi li aveva malmenati o se era una forma di autolesionismo.
Quindi, abbiamo fatto questo importante protocollo, che inizialmente il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP) si è rifiutato di firmare. Per undici mesi il DAP non ha firmato questo protocollo. È stato firmato solo di recente. Il protocollo con l’ASL Napoli 1 Centro l’ho firmato il 25 gennaio 2024, il DAP l’ha firmato il 27 novembre 2024, dopo undici mesi di trattativa. Poi, se qualcuno ritiene, può chiedere al DAP per quale motivo l’ha firmato soltanto a novembre, dato che riguardava le carceri e i detenuti di Secondigliano e Poggioreale. Se avete tempo, chiedete sempre al DAP perché tutti i capimafia e tutti i capi camorristi stanno a Secondigliano e non vengono trasferiti a ottocento-mille chilometri di distanza.
Restano a Secondigliano a conversare con i cellulari su TikTok o a farsi portare la cocaina mediante l’uso di droni. Sarei curioso di sapere perché non vengono più spostati e restano nella stessa regione. Parliamo di alta sicurezza, classificazione S1 e S2. Sarebbe interessante sapere anche questo.”
Finisce parlando della tragica realtà dell’aumento dei reati, anche di mafia, tra i minori:
“Un’ultima cosa di cui vi voglio parlare riguarda la questione dei minori. A Napoli notiamo, nell’ultimo periodo, un cambio generazionale: a mano a mano che passano gli anni diminuisce l’età dei minori che commettono reati e diminuisce anche l’età dei soggetti ai vertici di un’organizzazione camorristica. Allora, è il momento di prendere atto che, se è una costante l’abbassamento dell’età di chi commette reati di camorra, bisogna cominciare a pensare che per questo tipo di reati, soprattutto quando c’è una connessione con gli adulti, le indagini le possa continuare a fare la direzione distrettuale antimafia. Basti pensare che la procura dei minori non ha nemmeno la sala intercettazione. Quando devono fare qualche intercettazione, chiedono alla procura ordinaria di prestargli una sala. Certamente lo si fa, senza nessun problema.
Però, se io sto facendo un’indagine di camorra e in questa indagine di camorra ci sono alcuni minori che commettono reati assieme a un maggiorenne, mi spiegate qual è il senso di stralciare la posizione e mandarla alla procura dei minori perché la continuino? E con quale specializzazione? Lo dico con tutto il rispetto. Io stesso non saprei fare un’indagine su un reato che riguarda minori o di procura ordinaria. Mi sono occupato prevalentemente di criminalità organizzata.
Se esiste la direzione distrettuale per i reati di mafia, ci deve essere una specializzazione per fare indagini di mafia.Se noi vi dimostriamo, dal punto di vista statistico, che sempre più sono i minori che commettono reati di camorra, allora sarebbe il caso, anche per risparmiare, per sinergia, per economia, che l’indagine anche sul minore in concorso con il maggiorenne la faccia la direzione distrettuale antimafia, a norma dell’articolo 51, comma 3-bis. Peraltro, le fasi processuali sono diverse, perché per i processi di mafia l’indagine dura un anno più un anno, per i processi ordinari sei mesi più sei mesi più sei mesi. Quindi, ci troviamo anche sbilanciati nella fase delle indagini preliminari.”
Questa audizione è importante per conoscere le dinamiche della camorra a Napoli, l’opera di contrasto e problematiche riguardanti la lotta alle mafie in Italia. Per questo lasciamo in allegato sia il video dell’intera audizione sia la sua trascrizione
immagine di copertina di Antonino Schilirò
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