ROMA – Cresce l’offerta di nuovi modelli elettrici e, in sei anni, il prezzo medio in Europa è diminuito, a fronte di un aumento dei listini delle vetture a benzina e diesel: è quanto emerge dallo studio “Il prezzo giusto dell’auto elettrica” di Jato Dynamics, presentato questa mattina a Roma in occasione della partenza da Piazza San Pietro della quinta edizione di “From 100% to 5%”. Ovvero, la più grande prova comparativa europea, organizzata da Motor1.com e InsideEVs, per misurare l’efficienza delle auto elettriche, confrontando 12 modelli della categoria e utilizzando come percorso di prova il Grande Raccordo Anulare che circonda la Capitale.
Felipe Munoz, senior analyst di Jato Dynamics, ha illustrato durante un dibattito i principali risultati del report annuale, che analizza e confronta l’evoluzione dei prezzi delle auto elettriche in Europa, Stati Uniti e Cina. Secondo lo studio, le vendite globali di vetture a batteria hanno rallentato drasticamente: tra il 2019 e il 2023 sono passate da 1,4 milioni a 7,4 milioni di unità, mentre nel 2024 l’incremento è stato di soli 1,2 milioni di unità. Il report ha inoltre evidenziato la predominanza dei costruttori cinesi nel settore, che rappresentano il 51% dei veicoli elettrici venduti nel mondo, seguiti dai marchi americani con il 22% e da quelli europei con il 18%.
I dati della ricerca
Riguardo ai listini nell’Eurozona, in particolare, il prezzo medio al dettaglio delle auto elettriche è diminuito del 15% tra il 2018 e il 2024, a fronte di quello delle vetture diesel o a benzina, che è salito del 7%. Un fenomeno simile si è evidenziato negli Usa, con una riduzione ancora più significativa dei prezzi delle Bev (-25%). In Italia, invece, dove la quota di immatricolazioni della categoria resta bloccata al 4%, ben al di sotto della media europea (nel 2024 le vetture elettriche hanno contato il 13,6% del mercato, superando le diesel all’11,9%), l’assenza di modelli nei segmenti A e B e la maggiore disponibilità di veicoli più costosi di classe superiore rispetto al 2018 ha portato a un aumento del prezzo medio al dettaglio delle auto elettriche del 14% in sei anni.
Guardando nel dettaglio allo studio di Jato, le vetture elettriche sul mercato italiano risultano più costose del 25% (nel 2023 la percentuale era del 36%) rispetto a quelle “endotermiche”. I progressi compiuti finora in Occidente sul fronte dell’offerta e della riduzione dei prezzi appaiono di poco conto se paragonati a quanto accaduto negli ultimi anni in Cina: oggi il prezzo medio di un’auto elettrica comprata in Italia è superiore del 126% rispetto a quello di una vettura acquistata nel Paese del Dragone. Stesso discorso vale per il Regno Unito dove una vettura a batterie costa mediamente il 122% in più rispetto al mercato cinese e negli Stati Uniti dove la percentuale di maggior costo raggiunge il +109%. Il prezzo medio di una vettura elettrica in Italia è oggi di 67.058 euro, poco sopra la media europea (62.709 euro) e degli USA (62.044 euro), molto distante dalla Cina (29.682 euro).
Il 2025 possibile anno della svolta
Grazie all’arrivo nel nostro Paese di numerosi nuovi modelli destinati ad aumentare la scelta proprio nei segmenti A e B, con un costo di listino inferiore ai 30.000 euro, il 2025 si preannuncia però come l’anno della svolta, destinato a segnare anche in Italia un’inversione di rotta. “La varietà di offerta è la linfa del mercato: stimola l’interesse, la competizione e il miglioramento dei prodotti”, ha commentato Alessandro Lago direttore di Motor1.com e InsideEVs, ribadendo come, per avvicinare il pubblico all’auto elettrica, sia necessario offrire “informazioni obiettive, critiche e costruttive per abbattere le barriere culturali verso questa tecnologia.”
Una tecnologia, quella dei veicoli con la spina, che oggi vede coinvolti con investimenti e risorse i costruttori e anche circa il 20% delle aziende di componentistica in Italia, spiega Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia, sottolineando la necessità di “lavorare per salvaguardare e accrescere la competitività della nostra filiera in un dominio tecnologico in cui, ad oggi, l’UE non è il player più forte”. Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae, ha invece ribadito l’urgenza di politiche di sostegno, come un piano pluriennale per incentivare la domanda, la revisione fiscale per le auto aziendali e il potenziamento delle infrastrutture di ricarica.
Mentre Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, ha evidenziato “l’importanza di politiche di supporto stabili, anche sulle flotte aziendali, e azioni a costo zero che valorizzino l’impegno degli operatori della ricarica intenti a realizzare in Italia una rete tra le più avanzate d’Europa”. Infine, in occasione dell’evento “From 100% to 5%”, Pininfarina ha presentato “Orbis”: un oggetto di design simbolico, il cui nome deriva dal latino (“cerchio” o “mondo”), che rappresenta un omaggio al pianeta Terra e alla circolarità come principio cardine per affrontare le sfide della transizione ecologica.
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