Il Project Stargate apre una crepa fra il presidente e Elon Musk

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«Non hanno davvero i soldi». È sotto forma di un post su X, naturalmente, che arriva la prima frizione fra gli ego, e le intenzioni dichiarate, di Elon Musk – autore del post sulla sua piattaforma – e il presidente Donald Trump. I soldi che mancherebbero a detta dell’uomo più ricco del mondo sono quelli per finanziare il progetto Stargate, per la costruzione di centri dati per l’intelligenza artificiale negli Stati uniti. Il progetto era stato annunciato il giorno prima dallo stesso Trump durante una conferenza stampa alla Casa bianca insieme ai partner di Stargate: Sam Altman, Ceo di OpenAI (quella di ChatGpt, che ha lanciato la corsa alla Ia nella Silicon Valley), l’imprenditore Masayoshi Son della società giapponese di telecomunicazioni SoftBank e Larry Ellison di Oracle – la compagnia tech di computing che dal 2022 viene indicata come possibile acquirente di TikTok. Durante la conferenza stampa, infatti, quando gli è stato chiesto se fosse aperto a un acquisto di TikTok da parte di «Elon», Trump ha risposto di sì, «se volesse», ma «mi piacerebbe anche se la comprasse Larry».

IL PROJECT STARGATE – di cui fanno parte anche Microsoft e Nvidia – ha aggiunto il neopresidente, fornirà «le grandi quantità di elettricità» di cui le compagnie tech hanno bisogno per il data computing dell’intelligenza artificiale. Con questo progetto sarà «possibile ottenerla molto semplicemente». Con Stargate, inoltre, verranno creati «centinaia di migliaia di posti di lavoro» e «verrà assicurata la leadership americana nel settore Ia».

«Non saremmo stati in grado di farlo senza di lei, signor presidente», ha detto Altman. E cioè «costruire l’Agi qui», ha aggiunto in riferimento all’intelligenza artificiale generale della quale fino a pochi mesi fa si parlava solo in termini fantascientifici. E che era uno dei motivi per il quale l’amministrazione Biden ha emanato una seppur minima serie di paletti allo sviluppo indiscriminato, e lasciato in mano solo agli oligarchi della Silicon Valley, della Ia. Oltre alla minaccia per i posti di lavoro, l’ambiente (i data center sono estremamente inquinanti) e la sicurezza nazionale. Trump in campagna elettorale aveva promesso di abrogare quelle restrizioni, e il Project Stargate è la concretizzazione di quella promessa.

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IL PRIMO data center verrà costruito in Texas, grazie allo stanziamento iniziale di 100 miliardi di dollari. Lo si legge in un post di OpenAi su X successivo alla conferenza stampa, che è quello commentato duramente da Musk, secondo il quale quei 100 miliardi non esistono davvero. «SoftBank si è assicurata molto meno di 10 miliardi. Lo so da fonti affidabili», aggiunge il Ceo di Tesla.
Il motivo ufficiale della sua sferzata al progetto così evidentemente caro a Trump non è noto. Ma la sua assenza da quella conferenza stampa, in cui si parlava di attività che lo coinvolgono direttamente (fra le aziende di Musk ce ne è una di intelligenza artificiale, XAi, e anche Twitter ha un suo modello linguistico tipo Gpt, Grok) non può non aver infastidito il miliardario. D’altronde la sua origin story di “supercattivo”, come si direbbe a proposito di un fumetto di supereroi, risale a quando l’ex presidente Joe Biden lo aveva escluso – nonostante sia il Ceo di Tesla – da un incontro con la Casa bianca sulle auto elettriche. Ed è nota la sua inimicizia con Altman: Musk è uno dei fondatori di OpenAi, che ha abbandonato sostenendo che Sam Altman non ha abbastanza a cuore i rischi «apocalittici» rappresentati dalla Ia. Salvo poi finanziare l’uomo che le ha tolto ogni restrizione.

IL MONDO TECH e soprattutto quello delle criptovalute hanno festeggiato ieri anche un’altra decisione di Trump: la grazia accordata a Ross Ulbricht, il creatore di Silk Road, piattaforma di e-commerce del Dark Web dove venivano commerciate droghe e altri prodotti illegali. Ulbricht aveva ricevuto una pena particolarmente iniqua per un crimine non violento – l’ergastolo senza la possibilità di libertà condizionata – ma era l’eroe dei “crypto bros” in virtù del fatto che Silk Road è stata una delle prime piattaforme di lancio dei Bitcoin.
A Trump certamente non importava correggere una pena esagerata, quanto ingraziarsi (come già promesso alla convention sulle criptovalute di Nashville quest’estate) i suoi finanziatori e colpire la procura di New York che lo ha condannato per falsificazione dei libri contabili.



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