più 26 miliardi in un anno

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L’economia pugliese “resiste”: nel 2023 il Pil regionale è stato pari a 71,56 miliardi (il 3,7% del Pil nazionale), con una crescita dello 0,9% rispetto al 2022. Crescita che può a prima vista apparire modesta, ma che non era affatto scontata in un anno segnato da forte inflazione, dall’aumento dei costi di materie prime ed energia e dal perdurare delle tensioni geopolitiche. E che comunque rimane leggermente superiore alla media nazionale, pari all’0,8%.

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Il saldo delle imprese in Puglia è rimasto positivo: nel 2023 le imprese sono 385.725, con 20.358 nuove iscrizioni e 15.723 cancellazioni (4.645 imprese in più in un anno) e una crescita dell’1,2%. Tra le province, la più dinamica si conferma Bari, seguita da Lecce, Foggia, Brindisi e Taranto. Non tutti i settori hanno reagito allo stesso modo alle instabilità del contesto nazionale e internazionale, così se il settore industriale pugliese ha registrato una lieve flessione (-0,7%), l’industria alimentare e quella farmaceutica sono cresciute, beneficiando anche dell’espansione dell’export, mentre il settore delle costruzioni continua a registrare performance positive grazie al prolungamento degli incentivi fiscali e agli investimenti legati al Pnrr. Il turismo ha rappresentato un altro punto di forza dell’economia pugliese. A soffrire è stato invece il comparto agricolo, che registra una contrazione del 7,6%, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici che riducono la resa delle colture. Ancora: migliora l’occupazione, sebbene il tasso di disoccupazione regionale rimanga più elevato della media nazionale. Positivo anche l’andamento delle esportazioni, anche se il saldo rimane negativo con le importazioni (per lo più di carbone, prodotti alimentari e macchinari) che hanno superato di 1,6 miliardi di euro i prodotti made in Puglia venduti all’estero.

Best value Award Puglia: domani le premiazioni

L’analisi dell’economia pugliese è stata effettuata da Imprenditore Smart analizzando i bilanci di circa 20mila aziende pugliesi. Sulla base dei risultati, è stato calcolato per ciascuna impresa l’equity value, un valore che non si limita a considerare il fatturato e il profitto, ma include anche la capacità di creare valore e crescere in maniera sana e finanziariamente sostenibile. La manifestazione “Best Value Award Puglia”, giunta alla quarta edizione – organizzata in collaborazione con Consorzio Mestieri Puglia e Porta Futuro Bari – si terrà domani alle 10 in Camera di Commercio a Bari.

I numeri delle imprese che creano valore

L’analisi si è concentrata sulle 8.105 imprese di cui è stato possibile recuperare i dati finanziari completi per il 2022 e il 2023. Di queste aziende, sono state ulteriormente selezionate le 6.373 imprese che nel 2022 hanno registrato un equity value positivo ed è emerso che il loro valore nel 2023 è stato pari a 26 miliardi (+11,2% e 2,6 miliardi 1 sul 2022). Dall’analisi per provincia emerge che il maggior numero di imprese in grado di generare valore si trova tra Bari e provincia (2.558, 40%). Segue Lecce (1.214, pari al 14%), Foggia (926), la Bat (656), Brindisi (559) e Taranto (485). Le imprese baresi hanno anche registrato il maggior aumento d valore (1,8 miliardi, pari al 18%), seguite da Bat (558 milioni e il miglior aumento percentuale, pari al 24%). In una ipotetica classifica troviamo ancora Lecce (380 mln e +10%), Taranto (275 mln e +14%) e Brindisi (261 mln, +14%). Solo Foggia ha registrato una diminuzione del valore pari a 806 milioni (-20%). I numeri consentono di affermare che le imprese pugliesi sono in salute e riescono ancora a produrre un grande valore, risultando appetibili per chi vuole investire in Puglia.

Un approfondimento meritano le microimprese, quelle con un valore inferiore ai 5 milioni di euro, che poi costituiscono ben l’87% delle imprese considerate per l’analisi: nel corso del 2023 queste aziende hanno visto diminuire il loro valore per circa 1,5 miliardi di euro. I dati per provincia parlano di una diminuzione di 594 milioni per le imprese baresi, di 557 per quelle foggiane. Seguono Lecce (-177 milioni); Bat (-65 milioni); Taranto (-57 milioni) e Brindisi (-1,7 milioni). Un chiaro segnale del fatto che le imprese più piccole fanno più fatica a tenere il passo a causa delle nuove sfide macroeconomiche, dell’aumento dei costi di produzione e dell’energia, dell’incertezza dei mercati globali e dell’inflazione crescente.

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