Zelig, le pagelle: Manera agente immobiliare molesto (voto 9), Panpers fermi «all’autogrillo» (voto 5,5)

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di
Grazia Sambruna

La seconda puntata del carrozzone comico di Canale 5 spariglia le carte e, a sorpresa, diverte. Quasi tutti i comici funzionano. Con qualche eccezione come Panpers e Bertolino

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Angioni apre la serata scatenato tra scuola tasse e morte: voto 8

Max Angioni ha proprio deciso di (con)vincere. Finalmente libero dalle urlatissime entrate a schiaffo delle precedenti edizioni, continua sulla strada del monologo comico. E, sorpresa agli Arcimboldi, fa ridere. Disturbato da Incontrada e Bisio, dichiara: “La scuola non prepara alla vita”. Poi argomenta: “Perché nessuno insegna che esistono le tasse? Sarebbe facilissimo spiegare la partita iva: ‘Bravo, nella verifica hai preso 8! Però 4 se li tengono i tuoi compagni di classe’. Tra bimbi espulsi all’improvviso a causa di “tagli al personale”, il discorso si fa più cupo e dalle imposte si passa alla morte: “Nessuno ti prepara neanche per quella, nemmeno i medici sanno davvero come affrontarla. Quando è successo a mio zio, il dottore è uscito dalla sala operatoria senza sapere cosa dire a noi parenti. Immaginate che figata se avesse urlato ‘È entrato nel Valhalla!’ tenendo la sua testa in mano”. La mente di Angioni è, forse, un luogo orribile in cui vivere. Ma apprezziamo. Apprezziamo soprattutto la brillante idea di piazzarlo in scaletta a inizio puntata. Non ci voleva un genio della tv per immaginare che il comico più ‘famoso’ dell’edizione avrebbe fatto bene da quelle parti. E infatti. 

I Panpers cercano di guardare il lato positivo: voto 5/6

Questa bocciatura non dipende tanto dal pezzo in sé, ma dal fatto che in questa puntata il livello sia stato improvvisamente medio-alto, se non altissimo. I Panpers Andrea Pisani e Luca Peracino portano in scena un dialogo sulle probabilità di una apocalisse imminente: “Tra guerre, surriscaldamento globale e il ritorno di ‘Temptation Island’, pare che il mondo possa andare avanti ancora 10 anni al massimo”. Ma c’è da guardare il lato positivo: per esempio, se così fosse, sarebbe “un ottimo momento per accendere un mutuo trentennale”. In futuro, se ci arriveremo, secondo loro mangeremo insetti “all’autogrillo” e “saremo noi a ciucciare il sangue alle zanzare”. Mosca nel piatto al ristorante? “Tranquilli, quella la offre la casa!”. I nostri si addentrano poi nel descrivere una serie di mutazioni genetiche. Ovviamente, agli uomini crescerà “una pescepalla”. Qualche sorriso stiracchiato lo strappano pure, volendo proprio “guardare il lato positivo”.




















































Leonardo Manera è un agente immobiliare molesto: voto 9

Mariolino Polidoro, agente immobiliare. Così Leonardo Manera torna sul palco di ‘Zelig’, facendo il verso alla passione per le “Case a Prima Vista” in tv, passione che ha contagiato oramai il Paese. Paese che, in ogni caso, a malapena si può permettere un tetto, visti i prezzi del mercato, specie a Milano. Manera, con toupet, gesticola tantissimo mentre cerca di piazzare soluzioni abitative da incubo a prezzi folli: “Questo splendido monolocale da 8 metri quadri dici che è piccolo? Ma se tu sei bravo puoi farlo sembrare grande grande grande, Claudio!”. Poi va sul bilo mignon che costa tre volte tanto perché “sta a due passi dal cuore di Milano, a Cernusco Lombardo”. Nella rassegna delle topaie che propone non manca nulla: c’è anche “il loft seminterrato con un sacco di inflitrazioni d’acqua perché è vicino al fiume Seveso. Però è un’opportunità: ti diventa subito una piscina per i party in accappatoio con gli amici!”. Infine, se la prende con uno spettatore della prima fila, tale Luca, cercando di convincerlo all’acquisto di un altro rudere: “Te lo dico all’orecchio, c’è il gres ‘porcellonato’. Ma tranquillo, non stiamo rogitando, siamo ancora ai preliminari!”. Fa tutto così ridere per tantissimi motivi. La maggior parte dei quali, non possiamo certo scriverli qui. Grazie Leonardo Manera per questa inaspettata goduria di allusioni…

Bertolino porta lo stesso pezzo (su Milano) ormai da secoli: voto 5

Spiace bocciarlo. Come spiace constatare che Enrico Bertolino abbia portato per l’ennesima volta lo stesso, identico, preciso monologo sul palco di ‘Zelig’. Quanti secoli saranno, ormai? In una puntata davvero sorprendente, i cliché del nostro su Milano sembrano trova l’intruso. Per non restituire l’impressione di propinare la medesima solfa, il navigatissimo comico aggiunge qualche sparata contro “quelli che vanno in giro in monopattino, una abitudine da pirla americani”. Per il resto, nulla cambia: ha 60 anni e deve stare attento a ciò che mangia anche se “i cracker vegani sanno di cartongesso”, non ha voglia di stare in fila alle poste e, nel traffico, sogna di provocare incidenti stradali aprendo di botto la portiera contro altri sciagurati rei di non avere abbastanza fretta. Specie, appunto, se girano “a 30 all’ora in monopattino”. Ok. Possiamo andare oltre? No. Più che da un monologo, sembra di essere rapiti dal loop infinito di una rotatoria senza uscite (comiche). 

I bravissimi Ornano, Sechi, Albano e Virgigno: voto 8.5

A sorpresa, in questa seconda puntata risulta difficile tenere il conto dei promossi. Tra i migliori, menzioniamo il ritorno di Vincenzo Albano, un tempo social media manager porcino della trasmissione e oggi “direttore di palco” a cui non potrebbe fregare di meno (porta in scena una vecchia scaletta polverosa, si assenta “quattro ore tanto poi sarà tutta colpa dello stagista”, nel dubbio propone comunque di “doppiare Vanessa Incontrada”). Altro campione Antonio Ornano che racconta di aver fatto il liceo classico a propria insaputa (“decidevano tutto i genitori all’epoca, io ero convinto di andare a fare odontotecnica”). Tra le reminiscenze più carogne, quelle legate a una docente “che ricorderò sempre con il nome di una antica città dell’Asia Minore cantata da Omero!”. Splendido. La new entry Aurelio Sechi entra in scena a schiaffo con la scusa di dar notizie e finisce per parlare di sua nipote, un anno e mezzo, bravissima a fare “l’imitazione del cavallo. Come fa? Ca*a in piedi”. Non ironicamente, la battuta della serata. (Ri)vedere per credere. Tra le novità anche un super lunare Virgigno che, a quanto dice, è “venuto da Cesena facendo quattro ore di macchina per dire questa cosa”. Quale? Se la “s” è privativa, come la usava per esempio Leopardi in “spaura”, allora il giorno prima di domenica dovremmo chiamarlo “abato”. Cotante schegge impazzite potrebbero portare avanti il programma da sole. E non avremmo alcunché da eccepire. Anzi.

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