A Cuneo, tra capoluogo e frazioni, gli alloggi sfitti sono 6.458 su 33.279 complessivi. Quasi uno su cinque (percentuale del 19,4%). Una piccola città disabitata, che potrebbe soddisfare l’emergenza abitativa, soprattutto tra le fasce deboli. Dalle persone anziane o rimaste sole agli studenti universitari, agli stranieri che incontrano difficoltà a trovare un appartamento in affitto.
Ma ci sono altre criticità . Dai bassi redditi delle famiglie che non riescono a individuare soluzioni alla loro portata, alla mancanza di un’edilizia pubblica sufficiente a rispondere a tutte le richieste, alle condizioni spesso inadeguate degli alloggi, alla carenza di servizi, soprattutto nelle aree periferiche e rurali. Agli stessi titolari degli immobili, che spesso preferiscono lasciarli chiusi perché non si sentono tutelati, sul rispetto delle loro proprietà e dei pagamenti da parte degli inquilini.
L’unica certezza è che tra domanda e offerta la distanza resta incolmabile, così le case restano vuote, perdono valore mentre c’è chi resta senza casa o lascia Cuneo.
Che continua a perdere residenti (55.903 a fine 2024, dai precedenti 56.126) e si dimostra sempre meno «attrattiva». Se n’è parlato, ieri pomeriggio, all’auditorium dello Spazio Varco, al tavolo zero degli «Stati generali dell’abitare» organizzato dal Comune. L’avvio di un percorso di programmazione partecipato sul tema della casa, attraverso la raccolta di bisogni, spunti, riflessioni, punti di vista, proposte e sollecitazioni di tutti gli attori del territorio coinvolti. Nell’affollata platea, rappresentanti di associazioni (31), Comuni (24), cooperative (16), aziende (8), enti religiosi (4), consorzi socio assistenziali (3), fondazioni bancarie (2) e Asl Cn1, oltre a numerosi cittadini.
«Vogliamo ragionare attorno al tema, molto complesso, del bisogno di casa – l’introduzione della sindaca, Patrizia Manassero -. Abbiamo alcune opportunità : le risorse del Pnrr impiegate dal Comune per recuperare un centinaio di unità abitative del patrimonio pubblico, per provare a incidere anche sull’inverno demografico, e l’indirizzo della Commissione europea sulle politiche dell’abitare, cioè altri fondi in arrivo per nuove soluzioni abitative. Bisogna essere preparati a captarle, creando un insieme di partner che possa garantire non solo il recupero di alloggi e la messa a disposizione di case sfitte, ma un sistema solido per il futuro». Il responsabile dell’ufficio Nuove cittadinanze e Inclusione sociale del Comune, Ivan Biga, ha quindi sottolineato la necessità di «intercettare platee di destinatari diversi, da chi ha bisogno di una casa alle aziende, gli ospedali che devono collocare nuovi assunti, ma anche i proprietari per costruire insieme un sistema integrato e co-partecipato di interventi. Cuneo non parte da zero, ma siamo consapevoli di non riuscire a rispondere a tutte le esigenze».
Comprese quelle dei proprietari. «Se vogliamo sedurli e portarli da noi – ha aggiunto Biga – dobbiamo riconoscere i loro bisogni e loro istanze. Definita la fotografia dell’esistente, attori pubblici e privati devono definire insieme modalità di realizzazione, risorse disponibili e competenze da mettere in campo, per individuare le possibili soluzioni».
Nella tavola rotonda sono intervenute le esperte Isabella Brossa dell’impresa sociale Labins di Torino, che ha coordinato il dibattito, Simona Sordo responsabile di Missione abitare tra casa e territorio per la Fondazione Compagnia San Paolo, Nicla Dattomo e Katiuscia Greganti per KCity Rigenerazione Urbana di Milano, illustrando alcuni casi di «welfare abitativo» relativi a Cremona, Castellanza e Lecco in Lombardia. È emersa una situazione generale di crisi abitativa diffusa anche in contesti a bassi valori di mercato, dovuta in particolare a garanzie ritenute insufficienti e scarsità di immobili. Carente la capacità di risposta dell’edilizia residenziale pubblica, con un patrimonio inutilizzato o bloccato (per vetustà ), anche il social housing nonostante gli sforzi è poco diffuso e fatica a «fare sistema». Elementi che possono valere anche a Cuneo.
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