Fai, i Luoghi del Cuore: in Campania la Nunziatella guida la classifica. Si vota fino al 10 aprile, ecco come

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Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 


in foto Chiesa della Nunziatella, ph. Eliano Imperato 2021

C’è tempo fino al 10 aprile per partecipare al censimento dei Luoghi del Cuore, il programma nazionale promosso dal Fai-Fondo per l’Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo, e, si legge in una nota, “tutti, anche coloro che hanno già votato, sono invitati a continuare a farlo, per assicurare un futuro di tutela e valorizzazione ai propri luoghi amati, ma anche ai tanti altri di cui il censimento fa emergere i bisogni. Una chiesa affrescata, un antico monastero, un castello disabitato, una borgata di montagna, un pianoro coltivato, un bosco, un sentiero: molti scorci del nostro Paese sono stati testimoni di un momento della nostra vita oppure ci hanno meravigliato per la loro straordinaria bellezza e unicità. Non solo uno, il più significativo, bensì tutti questi “luoghi del cuore” possono essere votati e sostenuti per garantire la loro salvaguardia e valorizzazione”.  Infatti, oltre ai primi tre classificati nazionali che riceveranno rispettivamente 70 mila, 60 mila, 50 mila euro, i luoghi che raggiungono la soglia di 2.500 voti possono ambire a un contributo economico, candidandosi al bando, che il Fai apre dopo ogni censimento, con un progetto di restauro o di valorizzazione. Il censimento, inoltre, innesca effetti virtuosi per i luoghi segnalati, che possono godere di positivi impatti economici, sociali, culturali e ambientali grazie alla visibilità ottenuta durante i mesi di voto. È importante e prezioso, quindi, continuare ad aiutare i “luoghi del cuore” più amati o che più hanno bisogno di intervento su iluoghidelcuore.it e mediante i moduli cartacei scaricabili dal sito: un gesto d’amore e di cura, semplice, concreto ed efficace, verso il patrimonio di storia, arte e natura dell’Italia. Proprio perché il censimento è un’iniziativa di impegno civile che vuole stimolare e favorire la partecipazione attiva dei cittadini, si possono votare tutti i luoghi che si desidera, senza un limite numerico.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Ecco i luoghi che sono, per ora, ai primi posti della classifica provvisoria della Campania (a seguire le descrizioni):

  • Scuola militare e Chiesa della Nunziatella a Napoli
  • Valle dei Mulini di Gragnano (NA)
  • Chiesa di San Giorgio a Salerno
  • Eremo di Santa Maria di Pietraspaccata e Bosco della Salandra a Marano di Napoli (NA)
  • Quartier generale Marina – base navale di Napoli
  • Ex Convitto Vittorio Emanuele III a Pozzuoli (NA)
  • Antico frantoio in pietra a Solopaca (BN)
  • Largo Donn’Anna a Posillipo (NA)
  • Casino Vecchio in frazione Vaccheria a Caserta
  • Convento di San Francesco a Carinola (CE)

Partner e sostenitori dell’iniziativa
Dal 2004 Intesa Sanpaolo affianca il Fai in questa iniziativa
a favore della tutela e della valorizzazione delle bellezze artistiche e naturali del Paese, ambito che vede il Gruppo impegnato in prima persona. A questo si aggiunge la capillare diffusione sul territorio italiano che asseconda la presenza ben distribuita della Banca in tutte le regioni italiane. Il censimento è realizzato con il patrocinio del Ministero della Cultura. Anche in occasione della XII edizione del Censimento “I Luoghi del Cuore”, Rai conferma l’impegno del servizio pubblico multimediale alla promozione, cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano. Rai è Main Media Partner del FAI e supporta l’edizione del Censimento 2024 anche grazie alla collaborazione di Rai per la Sostenibilità ESG.

Schede dei luoghi più votati in Campania
A oggi il luogo in Campania al primo posto della classifica provvisoria (classifica provvisoria completa su www.iluoghidelcuore.it) è la Scuola militare e Chiesa della Nunziatella a Napoli. La prestigiosa scuola, tra i più antichi istituti di formazione militare del mondo, venne fondata nel 1787 da re Ferdinando IV di Borbone con l’intento di creare un’istituzione innovativa, capace di curare la preparazione culturale, fisica e caratteriale degli ufficiali. Ebbe da subito sede nell’ex noviziato dei Gesuiti, costruito nel 1587 sulla collina di Pizzofalcone. Il complesso, che spicca nel profilo di Napoli per la sua imponenza e per la colorazione rosa acceso, tanto da essere conosciuto anche come Rosso Maniero, è detto della Nunziatella dall’annessa chiesa dedicata alla Santissima Annunziata. Quest’ultima, realizzata nel 1588 per i Gesuiti, fu profondamente rimaneggiata da Ferdinando Sanfelice nel 1736, che la trasformò in un gioiello del Rococò napoletano, ricca di stucchi, dipinti e decorazioni in marmi policromi. I voti vengono raccolti dal comitato Chiesa della Nunziatella, con un’ampia partecipazione anche degli ex allievi, con l’intento di accendere l’attenzione sulla chiesa, che necessita di alcuni restauri. 

Ha ricevuto molti voti anche la Valle dei Mulini di Gragnano (NA), un tratto dell’antica mulattiera che dal porto di Castellammare conduce ad Amalfi. Lunga poco più di 2 km è un luogo affascinante, la cui storia affonda nel Medioevo, periodo al quale risalgono le prime concessioni per la costruzione di mulini. Questo sistema idrico così complesso è stato reso possibile da una serie di sorgenti che alimentano il torrente Vernotico, permettendo la costruzione di mulini azionati dalla forza dell’acqua in caduta. La progettazione ingegnosa ha sfruttato le caratteristiche orografiche del territorio, consentendo all’acqua di scorrere in un percorso ininterrotto, da un mulino all’altro, grazie a serbatoi integrati. Ogni mulino è stato posizionato strategicamente, mantenendo un dislivello che garantisse la corretta pressione per far girare le macine. Oggi, il recupero e la valorizzazione di questo patrimonio storico sono fondamentali per preservare un luogo che racconta storie di tradizione e ingegno e ripristinare l’antico percorso mulattiero.

mpiamente segnalata nel territorio campano è la Chiesa di San Giorgio a Salerno. Il complesso di San Giorgio, fondato nell’VIII secolo, è uno dei più antichi insediamenti religiosi di Salerno, contemporaneo all’abbazia di San Benedetto e ai primi duchi longobardi. Un documento del 719 attesta la concessione di beni al monastero a cui era legata la chiesa. Nel tempo, il cenobio ha subito diverse trasformazioni, inclusa l’unificazione dei monasteri femminili, con il trasferimento delle monache benedettine. Dopo la soppressione napoleonica, nel 1866, la chiesa fu affidata al comune, mentre le strutture monastiche divennero caserme. Importanti scoperte architettoniche hanno rivelato cambiamenti nella pianta dell’edificio nel XVI secolo. La chiesa, inaugurata nel 1674 e decorata da artisti come Scipione Galiano, conserva affreschi di grande valore artistico, ma attualmente è afflitta da problemi di umidità e degrado, rendendo necessarie opere di restauro. Il comitato La storia e la bellezza di San Giorgio nel cuore partecipa al censimento “I Luoghi del Cuore” 2024 con l’obiettivo di promuovere le necessità di recupero della Chiesa. I volontari FAI di Salerno sostengono la candidatura di questo luogo.

Molti voti anche per l’Eremo di Santa Maria di Pietraspaccata e Bosco della Salandra a Marano di Napoli (NA). Si tratta di due luoghi strettamente legati: l’eremo si trova infatti all’interno di un castagneto secolare, il Bosco della Salandra, appunto. L’ambiente è molto particolare: l’eremo è stato parzialmente scavato nel fianco di un profondo solco idrografico, che caratterizza il territorio, con salti di oltre cento metri. Le sue grotte si sviluppano su più livelli e probabilmente furono sede di un primitivo insediamento rupestre nel Neolitico; l’area fu frequentata anche successivamente: si affaccia su uno storico tratturo della transumanza, forse già risalente ai Sanniti e in epoca romana le grotte furono inglobate in una sovrastante villa, come dimostrano diverse evidenze archeologiche. Frequentato da monaci forse già nel Medioevo, la struttura attuale prende forma dal XVI-XVII secolo e sono attestate presenze abbastanza continuative fino all’Ottocento, quanto l’eremo cadde in disuso e venne abbandonato, per finire in totale degrado. Crolli del costone soprastante ne minano la stabilità e lo sversamento di rifiuti nel bosco contribuisce al deterioramento complessivo. L’Associazione Salandra Lovers partecipa al censimento con l’obiettivo di ampliare la conoscenza e stimolare la tutela del bosco e dell’eremo, che necessita di importanti lavori di consolidamento e restauro.

Segue il Quartier generale Marina – base navale di Napoli che si erge sul Molo San Vincenzo. La sua presenza affonda le radici all’indomani della battaglia di Lepanto nel 1571, quando si faceva sentire la minaccia delle incursioni saracene. Da quel momento, Napoli ebbe bisogno non solo di una flotta, ma anche di un arsenale, che fu fondato nel 1577 ed è rimasto attivo fino a pochi anni fa. Con l’Unità d’Italia, la Regia Marina creò un forte legame con la città, che divenne sede di uno dei tre Dipartimenti della nuova nazione. Il Molo San Vincenzo, ampliato tra il 1840 e il 1845, si arricchì di una base per sommergibili, alloggi per gli equipaggi e officine specializzate. Di importante valenza architettonica è il faro, alto 24 metri, attivato nel 1916 e ricostruito nel 1950, che guida tutt’ora le navi in entrata e in uscita dal molo. Alla testata del sito si ergono poi due imponenti antenne, che permettono comunicazioni radio con gran parte del Mediterraneo. Oggi la base custodisce anche un cannone storico all’interno dell’Accademia Navale e funge da set principale della celebre serie Mare Fuori, continuando così a intrecciare la sua storia con quella di Napoli. Come per la Nunziatella, sono i militari a promuovere la partecipazione al censimento “I Luoghi del Cuore” 2024 per far conoscere l’importanza storica della base e renderla sempre più un luogo inserito nel patrimonio della città. I volontari FAI di Napoli sostengono la candidatura di questo luogo.

Molti voti anche per l’Ex Convitto Vittorio Emanuele III a Pozzuoli, in provincia di Napoli. Si tratta di un complesso storico che dal 1920 al 1980 ospitò attività di accoglienza e formazione per ragazzi poveri e orfani di madre, organizzate dall’Ente di Beneficenza “Istituto Vittorio Emanuele III”. Questo bene fu acquisito grazie alla donazione del benefattore Tommaso Astarita e comprende due edifici su un’area di circa 1,85 ettari. In seguito alla legge regionale n.65 del 1980, il complesso passò al Comune di Napoli, ma purtroppo venne lasciato in stato di abbandono e degrado. La candidatura al FAI come “luogo del cuore” mira a valorizzare l’area esterna e a trasformarla in un parco urbano di libera fruizione pubblica, coinvolgendo il Comune di Napoli e i Comuni dei Campi Flegrei. Un progetto che potrebbe restituire a questo luogo la sua storia e il suo valore per la comunità.

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Segue l’Antico frantoio in pietra situato a Solopaca, in provincia di Benevento. Al centro del paese, ai piedi del massiccio calcareo Taburno Camposauro, sorge Palazzo Cusani, una dimora storica risalente alla fine del Seicento, ben conservata con dettagli in pietra e legno. Al suo interno si trova un antico frantoio, situato in un ampio ambiente che si affaccia sul suggestivo cortile del palazzo. Il frantoio rappresenta un’importante testimonianza del passato agricolo della zona. Palazzo Cusani, grazie alla sua posizione e alla conservazione degli elementi architettonici originali, continua a essere un luogo di grande valore storico e culturale e proprio per questo la sua bellezza e rilevanza sono supportate dalla comunità locale, che sostiene attraverso il voto questo “luogo del cuore”.

Ha ottenuto numerose segnalazioni anche Largo Donn’Anna a Posillipo, l’elegante quartiere affacciato sul golfo di Napoli. Largo Donn’Anna è uno spazio urbano il cui nome deriva dall’adiacente e omonimo palazzo, un edificio costruito nel 1642, che rappresenta un simbolo per i turisti sin dai tempi del Grand Tour. La sua storia si intreccia con eventi significativi, dal periodo del viceré Duca di Medina e della viceregina Anna Carafa – da cui l’area prende il nome – che commissionarono la costruzione stessa del palazzo, fino alla rivoluzione di Masaniello. Per secoli Largo Donn’Anna è stato un punto di riferimento per Posillipo, popolato da molte persone e caratterizzato dalla sua architettura incompiuta. A sostegno di questa candidatura vi è il comitato Posillipo x Donn’Anna, registrato con l’obiettivo di promuovere un intervento di riqualificazione e decoro di uno spazio urbano piccolo ma denso di storia della città di Napoli.

Segue il Casino Vecchio nella frazione Vaccheria a Caserta, antica residenza di caccia dei Borbone. Costruito nel Settecento, fu luogo prediletto da Ferdinando IV fino al 1778, anno in cui il primogenito Carlo Tito vi morì di vaiolo. Questo tragico evento segnò l’abbandono del sito da parte della famiglia reale, che si trasferì al vicino Belvedere di San Leucio, lasciando il Casino a fungere da dimora per i guardiacaccia. Oggi l’edificio, simbolo della storia borbonica, giace in stato di abbandono, nonostante il valore storico e la posizione dominante con vista sulla valle. Accanto a esso sorge il rudere di un ristorante, un tempo attivo, che contribuisce a conferire un senso di desolazione al luogo. Il recupero del Casino Vecchio e la valorizzazione dell’area circostante potrebbero restituire vita a un patrimonio storico di grande fascino, trasformando questa collina abbandonata in un punto di riferimento culturale e turistico per il territorio.

Molti voti anche per il Convento di San Francesco a Carinola (CE). Dedicato al santo di Assisi, che si dice trovò rifugio in una grotta a pochi passi dal luogo, il convento comprende una chiesa a due navate e un chiostro fondati nel XIII secolo. Quest’ultimo si sviluppa su pianta quadrata, caratterizzata su ogni lato da cinque archi a sesto acuto realizzati in tufo grigio. Un tempo la muratura del chiostro era caratterizzata dalla presenza di affreschi, oggi purtroppo rimasti solamente in alcune lunette. La chiesa, anch’essa realizzata in pietra grigia, è invece caratterizzata da una pianta longitudinale e uno sviluppo in altezza molto accentuato, coronato dalle capriate in legno a vista. Il complesso è stato abitato dai frati francescani fino al 1813, anno in cui fu chiuso per legge napoleonica; dopo ulteriori anni travagliati caratterizzati da chiusure forzate e riaperture, la ripresa definitiva delle attività monastiche e del culto è datata 1948. In occasione del censimento “I Luoghi del Cuore” di quest’anno il bene viene votato per il desiderio di renderlo più noto.

È possibile filtrare le classifiche anche per Provincia, Comune o tipologia di luogo dalla pagina “Cerca un luogo” su www.iluoghidelcuore.it

 

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