Il gruppo americano Ekn Development che si era aggiudicato il bando ha firmato. Fondi anche dalla Regione e dal Comune
Adesso davvero San Pellegrino può cominciare a sognare in grande. E con il paese tutta la Val Brembana. C’è voluto qualche mese, cinque per l’esattezza, perché le parti in causa trovassero la definitiva quadra dell’accordo con la firma siglata qualche giorno fa. Da un lato il Comune brembano, dall’altro Ekn Development, il gruppo americano di Newport Beach, in California, che lo scorso agosto si era aggiudicato il bando indetto dall’amministrazione. In mezzo uno degli immobili più iconici del territorio bergamasco, il Grand Hotel, con il suo passato glorioso e, solo fino ad un anno fa, un futuro incerto.
Il recupero e la gestione
A scrivere un nuovo capitolo di una storia affascinante ci penserà Mr. Ebbie Khan Nakhjavani, fondatore e ceo di Ekn Development, con tutto il suo team di progettisti a cui spetterà l’onore e l’onere del completamento del recupero e la gestione del complesso Liberty. L’onore perché, indubbiamente, l’operazione è iconica e con un appeal notevole anche sul fronte americano, dove il brand dell’acqua minerale è molto conosciuto e apprezzato. Un felice caso di marketing in cui il nome della località, identificandosi con un prodotto, vale come centinaia di campagne pubblicitarie a tutto vantaggio del territorio. Quanto all’onere, il costo dichiarato dell’operazione vede in campo una progettualità da 65 milioni di euro (in difetto, perché materie prime e lavorazioni sono soggette a rincari costanti), che si concretizzerà in un modo articolato.
Camere, ristorante, negozi di lusso
Ai quattro piani superiori dell’hotel è prevista la realizzazione di 118 camere ispirate al periodo della Belle Époque, mentre il pianoterra ospiterà un ristorante e negozi di lusso. Il piano seminterrato, invece, vedrà una spa, che prevede lo sfruttamento delle sorgenti comunali con annessa un’area lounge. Nell’area esterna troverà posto un bar in affaccio su una piscina a sfioro e una vasca idromassaggio, mentre sul retro del Grand Hotel verranno realizzati campi da bocce, posti a sedere attorno ad un fuoco all’aperto e giardini.
Era chiuso dal 1979
In sostanza, una grande operazione di rivitalizzazione di un complesso che, inaugurato nel 1904, aveva chiuso definitivamente nel 1979, prima che, dopo un ventennio passato nell’oblio, non venisse acquistato nel 2000 dalla Provincia e successivamente trasferito al Comune con le ambasce del caso. Su tutte quella di non lasciare deteriorare irrimediabilmente l’immobile cercando una soluzione funzionale-gestionale in linea con i tempi. E soprattutto uno (o più) finanziatori che allargassero il cordone della borsa. Per questo quando, la scorsa estate, è arrivata la busta di Ekn, è stato tirato un grande sospiro di sollievo.
Fondi da Regione e Comune
Dopo una prima valutazione degli elementi formali e sostanziali della proposta a stelle e strisce, è servito un po’ di tempo per chiudere un accordo complesso, tanto più che si è trattato di far convergere aspetti giuridici e legali che, oltreoceano, sono soggetti a diverse regolamentazioni. L’ufficializzazione dell’accordo, in un fitto dialogo tra i professionisti in causa, sembrava dovesse avvenire ai primi di dicembre, invece è slittata di qualche settimana. I californiani godranno di un diritto di superficie di 99 anni con un canone, dal valore puramente simbolico, di 10 mila euro all’anno da corrispondere al Comune. Non solo, ma è previsto che anche il «pubblico» ci metta del suo: il Comune parteciperà ai costi di recupero e restauro con un contributo a fondo perduto di 2 milioni, mentre altri 3 milioni arriveranno dalla Regione.
La soddisfazione dei sindaci della valle
La notizia, che già circolava insistentemente negli ambienti amministrativi della valle, confermata da fonti vicine a Nakhjavani, è accolta con grande soddisfazione dai sindaci dei vari paesi che vedono nell’operazione un gancio formidabile per il rilancio turistico-commerciale della zona. I propositi di Mr. Ebbie sono stati rispettati, tanto più che l’imprenditore, a detta di chi ha avuto modo di interfacciarsi con lui, si è letteralmente innamorato della Bergamasca.
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