Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione transpartitica per condannare l’arresto e la detenzione dello scrittore algerino, in carcere ad Algeri per le sue idee dal 16 novembre, e per chiederne la liberazione immediata e incondizionata. Ma non c’è stata unanimità
Parigi. Ieri, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione transpartitica per condannare l’arresto e la detenzione dello scrittore algerino Boualem Sansal, in carcere ad Algeri per le sue idee dallo scorso 16 novembre, e per chiederne la liberazione immediata e incondizionata. Ma non c’è stata unanimità nel difendere Sansal, detenuto dal regime algerino in condizioni di salute drammatiche. Su 605 eurodeputati presenti, 48 si sono astenuti e 24 hanno votato contro. Tra i contrari spicca Rima Hassan, eurodeputata della France insoumise (Lfi), il partito della sinistra radicale francese di Jean-Luc Mélenchon, nota per le sue simpatie per Hamas.
“Ieri Aleksandr Solgenitsin, oggi Boualem Sansal”, ha dichiarato la senatrice del Partito socialista Laurent Rossignol, paragonando il caso dello scrittore algerino al grande dissidente sovietico e denunciando i “nuovi staliniani” che hanno votato contro. Nathalie Loiseau, ministra degli Affari europei durante il primo quinquennio Macron, ha giustificato il suo voto a favore della risoluzione con queste parole: “Non sono sempre d’accordo con ciò che dice Boualem Sansal. Ma ciò non ha molta importanza. Il posto di uno scrittore non è in prigione, non deve stare dietro le sbarre”. Oltre a Rima Hassan altri due eurodeputati di Lfi, partito che siede nel gruppo The Left, hanno votato contro: Anthony Smith e Emma Fourreau.
“Oggi, alcuni eurodeputati di sinistra, fortunatamente in minoranza, hanno scelto di votare contro una risoluzione che chiedeva la liberazione di Boualem Sansal, preferendo agire come procuratori del regime algerino che lo ha preso in ostaggio, nonostante la sua età e il suo stato di salute”, ha dichiarato al Figaro l’eurodeputato gollista François-Xavier Bellamy, denunciando chi si è opposto alla risoluzione. Ma anche contro chi si è astenuto. Come Manon Aubry, capolista dei mélenchonisti alle europee e attuale copresidente del gruppo The Left.
Europeizzare la causa di Sansal era uno dei principali obiettivi dei comitati di sostegno, di tutti coloro che a Parigi partecipano alla mobilitazione per il suo rilascio: perché è una causa universale, non solo francese. Ma in alcuni ambienti parigini si sottolinea la troppa prudenza dell’Eliseo sul caso Sansal, a parte le dichiarazioni muscolari di Macron contro Algeri durante la Conferenza annuale degli ambasciatori dello scorso 6 gennaio (non rilasciando Sansal, l’Algeria “disonora sé stessa”, aveva detto il presidente francese). Secondo le informazioni del Foglio, alcuni paesi con relazioni più distese con Algeri si sarebbero proposti a Parigi come mediatori per trattare la liberazione dello scrittore. Ma dal governo francese non sarebbe ancora arrivata nessuna risposta.
La risoluzione, presentata da cinque degli otto gruppi dell’Europarlamento (Ppe, S&D, Ecr, Renew e Verdi/Ale), ricorda che l’Algeria “ha firmato la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” e “si è impegnata a rispettare e promuovere la libertà di espressione nella piena osservanza dei suoi obblighi internazionali, delle priorità del partenariato Ue-Algeria”. Inoltre, condanna “l’arresto di tutti gli altri attivisti, prigionieri politici, giornalisti, difensori dei diritti umani, e delle altre persone detenute o condannate per aver esercitato il diritto alla libertà di opinione e di espressione, fra cui il giornalista Abdelwakil Blamm e lo scrittore Tadjadit Mohamed, e chiede il loro rilascio”. Nella risoluzione, si esortano infine “le istituzioni e la delegazione dell’Ue a condividere pubblicamente le loro preoccupazioni con le autorità algerine e a organizzare una missione medica per valutare lo stato di salute di Boualem Sansal”.
Il romanziere che, pochi mesi prima di essere prelevato all’aeroporto di Algeri ed essere inghiottito nelle carceri del regime, aveva ottenuto la nazionalità francese, ha un cancro alla prostata. Secondo le informazioni del Foglio, nelle scorse settimane, un grande oncologo francese, nel rispetto della deontologia medica, avrebbe provato, invano, a entrare in contatto con il collega che ad Algeri si occuperebbe di Sansal. La risoluzione di ieri è un primo passo concreto a livello europeo per salvare il Solgenitsin algerino.
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