La crescita delle pmi italiane sui mercati internazionali, tra sfide e opportunità

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Le piccole e medie imprese italiane sono un motore della crescita economica nazionale: sostengono l’export della Penisola, creano valore e occupazione. Nonostante margini operativi più ristretti rispetto alle grandi aziende, le pmi del nostro Paese presentano una produttività superiore a quella di Francia e Spagna, sebbene inferiore a quella della Germania. La forza di queste realtà è evidenziata anche dalla loro competitività sui mercati internazionali: in particolare, le micro e piccole imprese italiane hanno raggiunto circa 1,2 miliardi di euro in esportazioni nel settore manifatturiero nel 2024, registrando una crescita di 600 milioni rispetto all’anno precedente. Alla base del tessuto imprenditoriale italiano, le pmi devono però fare i conti con la sfida dell’adeguamento dei salari, della produzione all’estero e della ricerca di risorse per accelerare innovazione e digitalizzazione.

Il tema è stato al centro del dibattito “Dimensione delle imprese e competitività in Europa” che si è tenuto martedì 21 gennaio nell’ambito dell’EastWest Coffee: un incontro periodico, presieduto dal ceo di EastWest Giuseppe Scognamiglio, arrivato al suo terzo appuntamento dopo le prime due tavole rotonde con Giovanni Malagò sullo scenario Olimpico e Carlo Calenda sullo Ius Scholae. Un evento che coinvolge diversi esponenti del mondo delle istituzioni, dell’impresa e della finanza per dibattere di un tema strategico, dipingendo un quadro significativo sulle sfide e le opportunità che stanno plasmando il panorama economico europeo.

Lo special speaker del giornata è stato Maurizio Tarquini, direttore generale di Confindustria. Insieme a lui, EastWest ha ospitato Andrea Diamanti (responsabile del settore Wholesale Banking presso Ing Bank), Giuseppe Secchi (responsabile affari governativi e associazione commerciale di Sanofi), amb. Giampaolo Cantini (senior professional presso Eastwest), Veronica Pamio (senior vice president per gli Affari Esterni di Aeroporti Di Roma), Alda Paola Baldi (responsabile Sviluppo Forza Lavoro presso Enel), Silvia Maria Rita Chiave (consulente diplomatico del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca), Marco Dau (ad di talet-e) e Nicola Venuto (founder e ceo di Newtron Group).

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I dati sulle imprese italiane

Dal 2011 al 2022, il panorama manifatturiero italiano ha registrato una contrazione della base produttiva, concentrata soprattutto nelle microimprese, al contrario di quelle medio-grandi, in lieve incremento.

Cuore pulsante dell’economia italiana, oggi le piccole e medie imprese della Penisola si trovano ad affrontare nuove sfide legate alla competitività e alla produttività, soprattutto se paragonate ai principali competitor europei. Le pmi italiane mantengono livelli occupazionali stabili, con una produttività superiore a quella di Francia e Spagna, sebbene inferiore a quella della Germania. La principale differenza, pur considerando il diverso costo della vita, è quella in ambito salariale, inferiore rispetto alle realtà tedesche e francesi.

Un confronto tra il tessuto imprenditoriale tedesco e italiano permette di comprendere meglio l’importante contributo di queste realtà alla crescita economia nazionale. Alla fine dello scorso anno, nel nostro Paese si contavano 1.517 grandi imprese, un numero minore rispetto alle 4.500 registrate in Germania. Allo stesso tempo, le micro e piccole realtà italiane erano circa 3 milioni, contro meno di un milione presenti in territorio tedesco. Valori che indicano quindi una differenza strutturale tra i due sistemi economici, e la posizione di primo piano rivestita da micro, piccole e medie aziende nella Penisola, fondamentali anche per l’export.

L’elaborazione del Centro Studi Confindustria su dati Aida evidenzia la competitività delle micro e piccole imprese italiane sui mercati internazionali, con circa 1,2 miliardi di euro in esportazioni nel settore manifatturiero nel 2024, un aumento di ben 600 milioni rispetto all’anno precedente. L’export è un pilastro dell’economia della Penisola: grazie alla crescita delle capacità produttive aziendali, dal 2008 l’Italia ha scalato diverse posizioni nella classifica mondiale dei leader dell’export, passando dall’ottavo al quarto posto nel 2024. E nel segmento manifatturiero, ha conquistato anche il riconoscimento di “best in class” in Europa.

Le priorità per il futuro

Per favorire la crescita del comparto, è necessario concentrarsi su tre priorità strategiche con politiche di supporto al sistema produttivo. In primo luogo, bisogna migliorare l’accesso delle pmi alle risorse finanziarie e manageriali per promuovere innovazione e digitalizzazione: tra gli obiettivi, è necessario colmare il divario di produttività rispetto alle grandi aziende ed evitare la dispersione finanziaria verso l’estero dal momento che le imprese si rivolgono a fondi stranieri, specialmente americani, a causa dello scarso sostegno delle banche.

Inoltre, oggi le pmi si concentrano sull’esportazione, ma è importante incoraggiarle a produrre all’estero, creando una catena del valore che attualmente manca. Nell’ottica di rafforzamento sui mercati internazionali, è importante anche promuovere il consolidamento con fornitori affidabili. Infine, un adeguamento dei salari legato agli aumenti di produttività rappresenta un passo importante per ridurre il divario competitivo con altri Paesi e le disparità territoriali, mantenendo la sostenibilità economica delle imprese.



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