Si è parlato di orsi e lupi in Consiglio regionale, con un parterre d’eccezione, con amministratori locali, nazionali ed europei, tecnici e studiosi italiani e stranieri. La III Commissione, guidata dalla consigliera Eleonora Angeli, promotrice dell’iniziativa, ha affrontato il tema dei grandi carnivori a tutto tondo: «È importante un approccio serio e privo di pregiudizi», ha spiegato nel suo intervento iniziale la presidente. «L’occasione è quella di studio e di approfondimento per cercare di maturare delle soluzioni che possano essere funzionali al nostro territorio».
Politici allarmati
La sessione mattutina ha visto gli interventi di rappresentanti politici, ed è stata inoltre data voce a una rappresentanza dei sindaci delle due province. L’assessore altoatesino Luis Walcher si è concentrato sulle «esperienze negative con il lupo» in Sudtirolo. «Ad oggi abbiamo 124 capi presenti in provincia ed il rischio è legato soprattutto alle malghe con un elevato numero di predazioni, 128 solo lo scorso anno». La soluzione normativa, però, non ha funzionato: «Noi abbiamo fatto dei disegni di legge per il prelievo di lupi, in accordo con la direttiva europea, ma le due procedure decise sono state annullate dal Tar». E così l’omologo trentino Roberto Failoni: «Si rendono necessari interventi rapidi e concreti per affrontare la situazione». Perché, spiega l’assessore, «in alcune zone la presenza dei grandi carnivori sta creando situazioni di insicurezza per i residenti, tanto che molti evitano di uscire di casa, sia nei boschi che nelle aree limitrofe». E si appella all’Europa: «Deve dare risposte, e non è più tollerabile che il presidente Fugatti debba viaggiare con la scorta a causa dell’impegno su questo tema». Anche il senatore Luigi Spagnolli è intervenuto nella fase iniziale del convegno, auspicando che si riesca, nella soluzione del problema, «a utilizzare la nostra Autonomia».
Deve muoversi l’Italia, non l’Ue
L’approccio europeo è stato offerto dall’europarlamentare Herbert Dorfmann (Svp): «In Europa ora ci sono 25 mila esemplari circa di lupo. La direttiva Habitat, del 1992, ha quindi funzionato, perché allora era quasi estinto». E difende il lavoro del Parlamento europeo, anche per aver declassato il lupo da «strettamente protetto» a «protetto»: «Il lavoro del Parlamento europeo c’è stato, concreto, non è vero che si sono fatte solo delle chiacchiere. Ora è lo Stato italiano che deve decidere, con la flessibilità che consente l’Autonomia». Sull’orso la questione è diversa: «Il problema è grave in Trentino ma non ci sarà un declassamento della specie dell’orso. La Slovenia già lo gestisce con norme precise, previste dallo Stato».
I dati sui grandi carnivori
Sono seguiti gli interventi dei tecnici, di Günther Unterthiner, direttore Ripartizione Servizio forestale Provincia di Bolzano, Claudio Groff, coordinatore settore grandi carnivori del Servizio faunistico trentino e Giovanni Giovannini, dirigente del Servizio Foreste della Provincia di Trento. Tecnici che hanno esposto gli ultimi dati disponibili: «In 23 anni si è avuta notizia della presenza di 36 orsi da noi, in Alto Adige», ha spiegato il primo. Parlando poi di lupi: «Ne abbiamo di recente identificati 124 capi, divisi in 9 branchi. Per noi i lupi sono molto impattanti sull’agricoltura e sugli alpeggi». Groff ha invece evidenziato come «gli orsi sono stati stimati in 98 nel 2023», mentre i lupi «si sono attestati su una popolazione di circa 25/30 branchi, presenti pressoché in tutto il territorio». E Giovannini, infine, ha spiegato come «le emergenze sono momenti che si ripetono con una certa frequenza», rassicurando però sulla professionalità dei forestali: «Il nostro corpo forestale ha 37 stazioni sul territorio. Per quanto riguarda orsi e lupi si è deciso di specializzare del personale, 14 persone, che fanno parte della cosiddetta squadra di emergenza».
Gli studiosi
Roland Norer, professore ordinario all’Università di Lucerna, ha affrontato il tema della situazione legale della gestione dei grandi carnivori: «I problemi derivano più dall’applicazione della legge che non dalla giurisprudenza vera e propria. La tutela dei predatori non è uguale in tutti i paesi d’Europa. Sull’orso 9 stati hanno delle deroghe, l’Italia non ha espresso delle riserve». E conclude così: «Cosa si può fare? Serve una decisione politica». Decisione che Benedikt Terzer, direttore dell’Associazione Cacciatori Alto Adige, chiede sia presa: «C’è la necessità di cambiare gli allegati della Direttiva Habitat. Lo si può però fare solo all’unanimità degli stati europei e non è facile. In Slovenia ci sono 1200 orsi bruni ed è stata elaborata una nuova strategia: quella di ridurli ad 800 capi. In Italia invece non è stato abbattuto nemmeno un lupo».
Luigi Boitani, dell’Università La Sapienza, spiega che «Alto Adige e Trentino da soli non possono gestire una popolazione di area vasta. Serve un approccio di pianificazione a scala di popolazione», mentre uno sguardo particolare lo esprime Rok Cerne, responsabile del gruppo di progetto sui grandi carnivori presso il Servizio Forestale della Slovenia: “Nel 1998, avevano 40 orsi, ora sono più di mille. Abbiamo una lunga tradizione di abbattimenti di orsi, c’è una quota regolamentata».
Le deroghe le decide Roma
Le audizioni in Commissione si sono concluse con Andrea Vettori, Capo Unità nella Direzione Generale Ambiente della Commissione europea, che riporta la questione a livello nazionale: «Le deroghe sono responsabilità degli Stati, non della Commissione Ue».
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