Le ferite psicologiche della guerra sfidano la salute mentale degli ucraini

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Mettiamo a posto la persona, e così la persona saprà mettere a posto tutto il resto. Questo è lo slogan della campagna nazionale sulla salute mentale promossa dalla first lady ucraina Olena Zelenska. Il sito della campagna, intitolata Ty yak? (Come stai?), offre consigli pratici per preservare la salute mentale, guide su come affrontare momenti di difficoltà e numeri verdi per ricevere aiuto immediato.  

Il tema della salute mentale è diventato particolarmente urgente con l’inizio dell’invasione su larga scala lanciata dalla Russia contro l’Ucraina. I combattimenti al fronte, la vita nelle zone limitrofe alla linea del fronte, i continui attacchi nelle città e nelle retrovie, il tempo trascorso sotto occupazione russa, gli spostamenti forzati, la perdita di persone care e delle proprie abitazioni hanno reso la popolazione ucraina estremamente vulnerabile a condizioni di stress psicosociale. Dopo tre anni di resistenza imposti dalla guerra, un numero crescente di ucraini si trova ad affrontare disturbi psicologici, tra cui depressione, ansia e disturbo post-traumatico da stress (Ptsd).  

Secondo il ministero della Salute ucraino, metà della popolazione necessita di supporto psicologico, e si stima che circa quattro milioni di persone svilupperanno, nel prossimo futuro, disturbi mentali moderati o gravi. A sensibilizzare su questo tema non è solo Olena Zelenska: la salute mentale è diventata una priorità condivisa nel Paese. Dal 2022, sono stati introdotti numerosi servizi: numeri verdi, applicazioni Internet, piattaforme digitali e centri di supporto psicologico. Affrontare la guerra, che potrebbe durare ancora anni, richiede forza mentale e una delle scelte più importanti è chiedere aiuto professionale per ritrovare stabilità.  

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Il rapporto degli ucraini con la salute mentale è complesso, segnato da decenni di realtà sovietica, durante i quali il regime negava attenzione all’individuo e alle sue esigenze personali. Il sistema sanitario sovietico era profondamente diffidente, e le persone che manifestavano disturbi mentali erano spesso stigmatizzate, internate negli ospedali psichiatrici e sottoposte a trattamenti brutali, come l’elettroshock. Questo approccio ha lasciato ferite profonde, alimentando un atteggiamento di negazione e soppressione dei problemi psicologici, sia a livello personale che comunitario.  

Le generazioni più anziane, cresciute in quel contesto, tendono a non dare priorità alle proprie esigenze psicologiche, faticano a riconoscere i propri stati emotivi e raramente chiedono aiuto. Tuttavia, nell’Ucraina odierna, grazie alla riforma del sistema sanitario, al distacco dal passato sovietico e al cambio generazionale, la salute mentale ha finalmente ottenuto l’attenzione che merita, specialmente dopo l’invasione su larga scala.  

Le nuove generazioni ucraine, comprese quelle rifugiate all’estero, si rivolgono con maggiore frequenza agli psicologi, scegliendo spesso consulenze online. Sono nate piattaforme come Mindly, Rozmova e Hedepy, che permettono agli utenti di selezionare il professionista e il metodo più adatti alle proprie esigenze. Dichiarare pubblicamente di essere in terapia è diventato normale e non più motivo di vergogna, come avveniva tra le generazioni precedenti.  

I militari e i veterani possono accedere gratuitamente a consulenze psicologiche grazie a numerosi programmi statali. Sono stati istituiti centri di supporto, numeri verdi e piattaforme come Open Doors, Lifeline Ukraine, Varto Zhyty (Devi vivere) e UA Mental Help. Questi centri, oltre a offrire supporto diretto, educano la popolazione sui disturbi mentali che possono colpire i soldati di ritorno dal fronte. I veterani, infatti, possono manifestare reazioni imprevedibili a situazioni quotidiane: il rumore di una porta che sbatte può essere percepito come un’esplosione, e i luoghi affollati possono risultare insopportabili. I centri offrono protocolli per gestire episodi di panico e altre reazioni emotive acute, supportando sia i soldati che le loro famiglie.  

Per mantenere la salute mentale durante la guerra, gli psicologi consigliano agli ucraini di curare l’igiene informativa affidandosi a fonti attendibili ed evitando di cadere vittime di fake news; di tornare a pianificare e sognare (molti ucraini hanno smesso di fare progetti) e di fissare obiettivi oltre al desiderio di vittoria; di stare attenti alle proprie emozioni e a quelle altrui perché l’empatia è fondamentale anche in tempi di guerra; di evitare l’autocritica eccessiva e di porsi invece domande costruttive come Cosa ho fatto oggi per contribuire alla vittoria dell’Ucraina? Ogni piccolo gesto è importante; di chiedere aiuto e rivolgersi a un professionista quando le difficoltà diventano insormontabili. Preservare la salute mentale in un contesto di guerra è una sfida immensa, ma è anche uno degli strumenti più potenti per affrontare il presente e costruire il futuro dell’Ucraina.  



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