Legge e religione – Ian McEwan

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Questo articolo รจ stato pubblicato il 26 settembre 2014 nel numero 1070 di Internazionale.

Qualche anno fa ero a cena con un gruppo di giudici. Parlavano di lavoro, e io mi sforzavo educatamente di resistere allโ€™impulso di prendere appunti. La conversazione era esotica nei contenuti, ma piuttosto familiare nella forma. Si scambiavano punzecchiature e risatine ricordando certe loro sentenze. Citavano frasi ben congegnate e ricordavano con soddisfazione alcune conclusioni brillanti. Era chiaro che si leggevano a vicenda con attenzione. Forse erano un poโ€™ piรน duri con le sentenze dei loro colleghi assenti. Come sarebbe stato facile, ho pensato in quel momento, scambiare quelle persone per un gruppo di scrittori che discutevano lโ€™uno le opere dellโ€™altro, riservando le stroncature piรน aspre a chi era tanto sciocco da non trovarsi lรฌ.

A un certo punto il padrone di casa, sir Alan Ward, un giudice della corte dโ€™appello, per risolvere un lieve disaccordo si รจ alzato e ha preso da una mensola un volume rilegato delle sue sentenze. Unโ€™ora dopo, quando ci eravamo giร  alzati da tavola per il caffรจ, il libro era ancora aperto sulle mie ginocchia. La prima cosa che mi aveva colpito era stata la prosa. Nitida, precisa, piacevole. Seria, ovviamente, e a tratti compassionevole.

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Ma nella sua intelligenza aleggiava qualcosa di simile allโ€™umorismo, dovuto forse a una divina distanza che a sua volta mi ricordava lโ€™onniscienza di un narratore. Ho continuato a osservare i paralleli tra le nostre professioni, perchรฉ quelle sentenze erano come racconti o novelle: il retroscena di una controversia o di un dilemma era sintetizzato efficacemente, i personaggi venivano tratteggiati con rapide pennellate, la storia era ricostruita da diversi punti di vista e, verso la fine, si manifestava una certa simpatia per coloro che la vicenda non avrebbe favorito.

Non erano casi penali, dove bisogna decidere oltre ogni ragionevole dubbio se un uomo รจ un criminale o la sfortunata vittima della pubblica accusa. Niente di cosรฌ bianco e nero, niente di cosรฌ noir o pulp. Erano storie della sezione dellโ€™alta corte che si occupa di diritto delle persone e della famiglia, in cui rientrano le principali preoccupazioni della vita quotidiana: amore e matrimonio, la fine di entrambi, fortune divise tra le lacrime, figli ferocemente contesi, la crudeltร  e lโ€™indifferenza dei genitori, problemi ereditari, medicina e malattia, dispute religiose o morali che complicano la rottura di un matrimonio.

Per un giudice la scelta spesso si limita al male minore piuttosto che al bene maggiore. Quando madre e padre non riescono a mettersi dโ€™accordo, i tribunali assumono a malincuore il ruolo del โ€œbuon padre di famigliaโ€. Lรฌ, sulle mie ginocchia, cโ€™erano personaggi concepiti con realismo che agivano in situazioni avvincenti sollevando complesse questioni etiche. Se quelle sentenze fossero state opere dellโ€™immaginazione, sarebbero appartenute alla tradizione dellโ€™esplorazione morale di cui fanno parte Jane Austen, Tolstoj, George Eliot, Henry James, Conrad.

Poi mi sono imbattuto in una frase che mi ha fatto sussultare. Era nei primi paragrafi di una sentenza del 2000 della corte dโ€™appello sul caso di due gemellini siamesi. Lasciati a se stessi, sarebbero morti entrambi. Separati, il piรน debole non sarebbe sopravvissuto perchรฉ soffriva di cuore, era praticamente privo del cervello e non aveva โ€œpolmoni per piangereโ€. Solo il fratellino piรน sano lo teneva in vita grazie al sistema circolatorio che avevano in comune. E lentamente il bambino debole stava succhiando le energie di quello forte.

Lโ€™ospedale voleva intervenire per salvare il bambino vitale, ma unโ€™operazione significava uccidere deliberatamente il gemello troncando unโ€™aorta. I genitori si opponevano per motivi religiosi: Dio aveva dato la vita, solo Dio poteva toglierla. Lโ€™opinione pubblica seguiva la vicenda con intensa partecipazione. Apparentemente, il presupposto morale era semplice: un bambino salvato e in buona salute รจ meglio di due morti. Ma la legge poteva autorizzare un omicidio e ignorare la richiesta dei genitori, appoggiati dallโ€™arcivescovo cattolico di Westminster, di lasciar morire entrambi i bambini?

Nelle sue osservazioni preliminari, Ward aveva ritenuto opportuno ricordare qualcosa al suo uditorio: โ€œQuesto รจ un tribunale di legge, non di morale, e il nostro dovere รจ stato prima di trovare e poi di applicare i princรฌpi giuridici pertinenti alla situazione che abbiamo davanti, una situazione eccezionaleโ€.

Non sempre ciรฒ che รจ legale coincide con ciรฒ che รจ giusto. A volte tocca a un giudice stabilire cosa viene prima. La sentenza di Ward riempie ottanta pagine fitte. Sono ben scritte, delicate, umane, filosoficamente argute, eticamente sensibili ed erudite, con un ampio ventaglio di riferimenti storici e legali.

Gabriella Giandelli

Le sentenze migliori, come avrei scoperto, hanno questi stessi pregi. Formano un sottogenere trascurato della nostra letteratura che quasi nessuno legge nella sua interezza, tranne gli studenti di legge e gli altri giudici. E quelle della sezione dellโ€™alta corte che si occupa di diritto della famiglia presentano unโ€™infinitร  di drammi personali e questioni morali complesse. Si muovono nel terreno della fiction ma sono destinate, a differenza di quel che succede al fortunato scrittore, a un mondo di persone vere e devono contenere una decisione definitiva.

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Ma come tutti sappiamo le sentenze, e di fatto lโ€™intero sistema, possono anche essere demenziali: dure e perfino tragiche per le loro vittime innocenti, cupamente affascinanti per uno scrittore. Perchรฉ lโ€™ovvio รจ vero, la legge รจ umana e imperfetta. Proprio come i giornali, la medicina o internet, incarna tutto ciรฒ che รจ geniale e terribile nel genere umano.

Uno degli errori giudiziari piรน dolorosi e prolungati dei nostri tempi รจ stato commesso con Sally Clark, unโ€™avvocata i cui due figli erano morti nella culla. Fu accusata di averli assassinati. La giuria sembrรฒ colpita da alcune impressionanti sciocchezze statistiche snocciolate da un medico. Vari altri esperti dettero valutazioni profondamente discordanti sulle possibili cause della morte, ma il tribunale non dimostrรฒ la necessaria cautela e la donna fu giudicata colpevole. La stampa popolare la trasformรฒ in un mostro, in prigione subรฌ maltrattamenti spaventosi, il suo appello fu respinto.

Durante il secondo appello apparve chiaro che un patologo aveva ignorato alcune prove essenziali su una gravissima infezione batterica di uno dei bambini e alla fine Clark fu rilasciata. Ma ormai erano passati alcuni anni e quellโ€™odissea lโ€™aveva spezzata. Una madre che aveva perso i suoi figli, coraggiosa e onesta, tormentata dal sistema legale come il personaggio di una storia di Kafka, perseguitata come Giobbe, ha finito la sua vita nella depressione e nellโ€™alcol.

I quattro di Guildford, i sette Maguire, i sei di Birminghamโ€ฆ Basta una breve ricerca su internet per dimostrare che lโ€™elenco delle vittime meno famose di errori giudiziari รจ molto lungo. E questi sono solo i casi che hanno avuto un esito positivo in appello. Poi ci sono quelli trattati con indulgenza sconcertante: un ciclista che procedeva ad altissima velocitร  sul marciapiede e aveva ucciso un pedone di 17 anni รจ stato condannato a pagare una multa e ha evitato la galera. Oppure la punizione รจ incomprensibilmente severa: un giovane che conosco bene รจ stato sorpreso dalle videocamere di sicurezza ai margini di una rissa in un pub. Non aveva fatto male a nessuno, anche se era riuscito a farsi spaccare un labbro.

Sulla base della Joint enterprise law, la legge che ritiene tutti i partecipanti a un atto criminale ugualmente responsabili delle sue conseguenze, รจ stato punito per reati commessi da altri e di cui la polizia non lo aveva accusato. Sta scontando una condanna a due anni e mezzo di carcere. Ed รจ stato fortunato: la pubblica accusa aveva chiesto da cinque a nove anni. Quando ho esposto il caso a un giudice molto esperto che di recente รจ andato in pensione, รจ stato lapidario: โ€œNon meritava neppure una condanna con la condizionaleโ€.

Il mio giovane amico rimane spesso chiuso in cella per 23 ore al giorno nel carcere di Isis a Thamesmead, unโ€™istituzione che vanta โ€œun programma per promuovere la formazione professionale e gli studi accademiciโ€ e via dicendo. Ha perso la libertร  per โ€œgravi danni alla personaโ€ che secondo la stessa corte non aveva inflitto. Gli altri fattori attenuanti, tra cui una ingiusta condanna detentiva subita in precedenza, sono stati ignorati dalle arringhe finali. Se fosse capitato davanti a un altro giudice, ora potrebbe godersi la compagnia della sua partner e del loro bambino, nato poco prima che lui fosse spedito in carcere. Come forse avrebbe mormorato Kurt Vonnegut mentre il mio amico veniva portato via: โ€œCosรฌ va la vitaโ€.

Gabriella Giandelli

Anche se esistono delle linee guida sulle condanne, le sentenze possono essere incoerenti, a meno che tutti si presentino davanti allo stesso giudice equanime, come nel giorno del giudizio. Forse questo รจ sempre stato un elemento di fascino del cristianesimo. Fino a quellโ€™ultima tromba, quaggiรน nei tribunali terreni la competenza e lโ€™imparzialitร  devono convivere con lโ€™ottusa ingiustizia. Nei tribunali penali nรฉ il giudice nรฉ la giuria sono autorizzati a concludere che forse รจ successo qualcosa. รˆ successo o non รจ successo.

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Perciรฒ gli errori sono insiti nel sistema. Nellโ€™alta corte della famiglia i giudici spesso compiono scelte morali. Il giudice Leonard Hoffman indorรฒ la pillola quando scrisse: โ€œQuesti sono giudizi di valore su cui persone ragionevoli possono dissentire. Dal momento che anche i giudici sono esseri umani, questo significa che un certo grado di diversitร  nella loro applicazione dei valori รจ inevitabileโ€.

Ne consegue che il giudice e il suo carattere, il suo senso morale, la sua formazione, i suoi cambiamenti di umore e la sua capacitร  di attenzione (qualche tempo fa si รจ saputo che un magistrato si era addormentato ascoltando le deposizioni) hanno un grosso peso sul destino di chi gli compare davanti. Ma la vasta e ricca narrativa fiorita intorno alla legge รจ stata affascinata soprattutto dai criminali e dalle loro vittime, e dagli antagonisti dei criminali nelle vesti di poliziotti, detective privati e avvocati.

Il giallo come genere narrativo gode di una cosรฌ vasta e duratura popolaritร  che, inevitabilmente, รจ stato sclerotizzato dalle convenzioni. Nelle opere di fantasia le vittime dei crimini (stupro, omicidio) di solito sono donne giovani e bellissime. Il poliziotto che conduce le indagini deve essere pieno di difetti e avere una vita privata disastrosa. รˆ difficile incontrare, nei romanzi o in tv, un poliziotto felicemente sposato e di indole pacata che insegue lโ€™assassino di un tizio vecchio e grasso dallโ€™alito cattivo.

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I giudici non sono completamente sfuggiti allโ€™invenzione narrativa. A parte Dio stesso e il giudice Dredd (entrambi incuranti del giusto processo), un personaggio eminente รจ la Regina di cuori di Lewis Carroll, le cui numerose condanne alla decapitazione immediata sono sommessamente ribaltate dal re suo marito, che perรฒ diventa un giudice meno clemente e molto piรน stravagante nel processo al Fante di cuori. รˆ famosa lโ€™osservazione di Rumpole, il personaggio creato da John Mortimer, secondo cui un tribunale รจ uno strumento spuntato se si vuole raggiungere la veritร .

Proprio come hanno pervaso la politica interna e internazionale in una misura che ventโ€™anni fa non avremmo potuto prevedere, cosรฌ la religione, la passione e le controversie religiose sono vigorosamente entrate nellโ€™universo privato, quindi nella giurisprudenza sulla famiglia. Nel caso dei gemelli siamesi, il giudice Ward decise contro i genitori e a favore dellโ€™ospedale. Ma si trattava, come si dice nel linguaggio giuridico, di una โ€œquestione sensibileโ€. Lโ€™operazione si fece, il bambino piรน debole morรฌ (o, come forse avrebbe detto lโ€™allora arcivescovo di Westminster, fu giudiziariamente assassinato), mentre il fratello subรฌ una serie di interventi chirurgici ricostruttivi e crebbe forte e sano.

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Questo era un caso eccezionale. Altrove, i resoconti sono disseminati delle solite dispute sullโ€™educazione religiosa dei figli. I genitori che divorziano scoprono di avere divergenze inconciliabili sulla โ€œveritร โ€ in cui i loro figli devono crescere. Una madre testimone di Geova, contraria alle celebrazioni del Natale perchรฉ hanno origini pagane, ritira il figlio dalla recita scolastica per motivi religiosi. Il marito anglicano con cui ha rotto i rapporti si oppone.

Un padre saudita vuole sottrarre la figlia alla giurisdizione inglese e portarla nel suo paese dove sarร  educata nella fede musulmana. La madre, cattolica, intenta unโ€™azione legale, ma รจ troppo tardi. Un padre hassidico ultraortodosso vuole che i figli crescano nella sua comunitร  chiusa, senza accesso a tv, internet, musica pop e moda, e che lascino la scuola a sedici anni. La sua meno devota ex moglie ebrea combatterร  contro di lui fino allโ€™ultimo per lโ€™anima dei figli.

Le complesse questioni della libertร  religiosa e del benessere dei minorenni portano questi casi fino allโ€™alta corte e oltre, fino alla corte di appello. Con riluttanza, a passo di lumaca, la legge viene coinvolta nelle minuzie degli accordi quotidiani, quel genere di accordi che le coppie innamorate riuscirebbero a trovare in pochi secondi. Le sentenze dellโ€™alta corte tendono a inchinarsi rispettosamente davanti alla fede religiosa delle parti, prima di arrivare a decisioni basate su princรฌpi non religiosi. Inevitabilmente, ci sono differenze nelle prospettive morali. La nostra vita รจ meno importante di quella ultraterrena? La legge crede di no. Dio ha orrore dellโ€™omosessualitร  e dellโ€™aborto? Il parlamento ha deliberato su questi argomenti e i tribunali devono rispettarne la volontร . รˆ giusto punire chi rifiuta la propria religione? I tribunali penali devono punire i punitori.

Quando un giudice ha ascoltato le parti in causa e arriva a stabilire il destino dei figli, il principio guida che deve seguire รจ allโ€™inizio del Children act, del 1989. โ€œQuando una corte delibera su qualsivoglia questione attinente lโ€™educazione di un bambino, il benessere del bambino deve essere la massima prioritร  della corteโ€. Se รจ una tautologia, รจ una tautologia utile: le necessitร  e gli interessi dei genitori o delle loro divinitร  sono secondari rispetto agli interessi del bambino. Se la legge inevitabilmente lascia aperta la questione di quale sia la definizione di benessere, un giudice dovrebbe essere in grado di comportarsi come un โ€œbuon padre di famigliaโ€.

Tre anni dopo la mia cena con quel collegio di giudici, Ward mi ha raccontato il caso di un testimone di Geova su cui aveva dovuto pronunciarsi. Allโ€™epoca era di turno come magistrato reperibile, quello che deve essere pronto a rispondere al telefono, di notte e nel fine settimana, per affrontare le richieste di estrema urgenza. Una di queste arrivรฒ a tarda sera da un ospedale che chiedeva il permesso di effettuare una trasfusione a un giovane testimone di Geova contro la volontร  dello stesso malato e dei suoi genitori. Il ragazzo soffriva di una forma di leucemia relativamente facile da trattare.

I farmaci che i medici dovevano usare avrebbero peggiorato i valori dellโ€™emocromo, giร  compromessi. I medici erano assolutamente contrari a lasciar morire un paziente che pensavano di poter curare. La questione era urgente. In breve tempo le diverse parti, i loro rappresentanti e gli esperti si riunirono nel palazzo di giustizia per sottoporre prove e argomenti al giudice.

Nei casi che riguardano i testimoni di Geova e le trasfusioni di sangue si manifesta una notevole distanza di posizioni tra la legge laica e la fede ultraterrena, soprattutto quando รจ in gioco la vita di un bambino. E in questo contesto, secondo la legge, รจ un bambino chiunque abbia meno di 18 anni; e piรน รจ vicino alla maggiore etร , piรน bisogna tener conto dei suoi desideri. Questa รจ unโ€™altra questione sensibile. Il rifiuto di sottoporsi a terapie mediche รจ un diritto fondamentale sancito dalla legge. Un medico che cura un paziente contro la sua volontร  รจ considerato colpevole di aggressione.

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Per i testimoni di Geova la questione รจ piรน semplice, anche se comporta sacrifici e dolore. La Bibbia รจ la parola di Dio. Il divieto di ricorrere alle trasfusioni di sangue รจ enunciato nella Genesi, nel Levitico e negli Atti. Se il loro organo di governo a Brooklyn (โ€œgli schiaviโ€) non aveva dato disposizioni ai seguaci di tutto il mondo (โ€œle altre pecoreโ€) contro le trasfusioni fino al 1945, รจ perchรฉ Dio preferisce rivelare i suoi desideri gradualmente e indirettamente. Come ancora di recente ha sostenuto un testimone di Geova sulla soglia di casa mia, la veritร  sul sangue รจ sempre stata in attesa di essere scoperta. In risposta alla banale osservazione che le trasfusioni non erano propriamente una caratteristica delle terapie mediche durante lโ€™etร  del ferro, qualunque altra pecora รจ in grado di citare uno dei versetti pertinenti: โ€œSoltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioรจ il suo sangueโ€, Genesi 9, 4. รˆ inutile discutere il verbo.

Questi casi si presentano al giudice come questioni di vita o di morte. Gli ospedali hanno bisogno di una decisione rapida. Anche se il โ€œbambinoโ€ รจ a meno di una settimana dal suo diciottesimo compleanno, ha lโ€™appoggio dei genitori, sa chiaramente cosa vuole e preferirebbe morire piuttosto che ricevere una trasfusione, la legge indica alla corte lโ€™unica decisione corretta. La prioritร  รจ chiara: il benessere di un bambino non si promuove facendone un martire della sua religione.

Molti ospedali hanno messo a punto strumenti elaborati per fornire ai fedeli โ€œinterventi chirurgici senza sangueโ€. Alcuni testimoni sono disposti a mediare accettando il proprio sangue riciclato o alcuni prodotti ematici. Ma le tragedie avvengono. La legge esiste per stabilire dei limiti e rispettarli. Un attimo dopo il suo diciottesimo compleanno, il bambino non รจ piรน sotto la protezione della corte. Capita a volte che un giovane testimone, salvato quando era adolescente da una trasfusione che non voleva, sia costretto dalla sua malattia a tornare in ospedale qualche anno dopo, abbia bisogno di una trasfusione e sia libero di morire.

Abbracciare la morte o consentire al proprio figlio di morire per una discutibile interpretazione di alcune restrizioni alimentari della Bibbia puรฒ sembrare alla maggior parte di noi unโ€™inutile ricerca della sofferenza. Morire per le proprie idee non รจ sempre nobile e la sinceritร  della fede non รจ necessariamente una virtรน. Come esempio estremo, si ricordino gli attentatori dellโ€™11 settembre e tutti i kamikaze assassini. Quasi tutti noi, anche se cristiani, oggi fatichiamo a capire i martiri del cinquecento che sceglievano di farsi ardere vivi piuttosto che cedere su alcune sottigliezze del dogma protestante o cattolico.

Preferiamo credere di essere lontani e ben protetti da sacrifici di questo genere. Ma ci sono sempre eccezioni che potremmo ammettere, se fossimo abbastanza coraggiosi. Alcuni sacrifici sono superiori, piรน significativi di altri. Rendiamo onore al genitore che affoga per salvare un bambino, e agli uomini e alle donne che dettero la vita per liberare lโ€™Europa dalla barbarie nazista. Il che a sua volta, per complicare le cose, ci riporta alla mente il ricordo dei tanti testimoni di Geova deportati nei campi della morte del terzo Reich a cui venne offerta la libertร  se avessero rinunciato al loro pacifismo. Scelsero tutti di morire.

Quando stava esaminando il caso della trasfusione di sangue, il giudice Ward aveva ancora la possibilitร  di affidare il ragazzo alla tutela della corte. A un certo punto del procedimento decise di andare a incontrare il suo protetto di persona: un chiaro esempio di come la personalitร  del giudice possa influire sul corso di una causa. Sospese lโ€™udienza, attraversรฒ tutta Londra in taxi, incontrรฒ i genitori amorevoli e angosciati, poi rimase seduto per unโ€™ora accanto al letto del giovane malato. Fra tante altre cose parlarono di calcio, che era la passione del ragazzo. Piรน tardi, quella sera, il giudice tornรฒ al palazzo di giustizia per emettere la sua decisione. Mise da parte il rifiuto di una trasfusione del sangue chiaramente espresso e motivato dal giovane affidato alla sua tutela e dai genitori e si pronunciรฒ a favore dellโ€™ospedale. Il benessere del bambino era la sua massima prioritร .

Qualche mese dopo, Ward portรฒ il ragazzo affidato alla sua tutela (tornato in buona salute) e il padre a una partita di calcio, a cui assistettero dalla tribuna dโ€™onore. Il ragazzo potรฉ incontrare di persona i suoi eroi. Lo scintillio di gioia nei suoi occhi, lโ€™emozione di essere vivo erano uno spettacolo che il giudice non avrebbe mai dimenticato. La decisione della corte era stata pienamente giustificata. Ma la storia non finisce qui. Qualche anno dopo il giovane fu nuovamente ricoverato in ospedale e aveva bisogno di unโ€™altra trasfusione. Ormai era abbastanza grande da prendere una decisione autonoma. Rifiutรฒ la terapia e morรฌ per le sue convinzioni.

Riflettendo su questa tragedia, si puรฒ solo tentare di immaginare il dolore, lโ€™amore frustrato dei genitori, il forte senso del destino che condividevano con il figlio, e poi la sconfitta di tutti gli argomenti della corte, la desolazione del personale medico. E lo spreco. Il carattere del giudice, cosรฌ pietosamente e razionalmente rivolto a un esito positivo, sembrava inseparabile dalla storia. Ascoltandola, ho ricordato la mia prima impressione: lโ€™alta corte รจ radicata nello stesso terreno della narrativa, in cui rientrano tutti gli aspetti fondamentali della vita. Con il lusso di sospendere il giudizio, un romanzo a questo punto avrebbe la possibilitร  dโ€™interferire, reinventare i personaggi e le circostanze per cominciare a esplorare un possibile incontro tra amore e convinzioni personali, tra lo spirito secolare della legge e una fede abbracciata sinceramente.

Questo articolo รจ stato pubblicato il 26 settembre 2014 nel numero 1070 di Internazionale.

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