PIANO TRANSIZIONE 5.0: una corsa contro il tempo

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Dal concordato fiscale preventivo biennale alla possibilità di sanare gli anni precedenti circa il piano fiscale. La corsa agli incentivi del Piano Transizione 5.0 prevede che non si trascuri nulla per rendere più facile la vita ad imprese e professionisti.  La possibilità di sanare gli anni precedenti dal 2018 al 2022 è un’opportunità ragionevole per imprese e professionisti.  Stante, difatti, un piano fiscale concordato dal contribuente deve esserci anche la possibilità, entro il tempo concesso dalle norme in vigore, di chiudere il contenzioso sorto sugli anni precedenti, in modo da non avere conseguenze sugli anni successivi.

Tempo limitato

Essendo i tempi molto stretti i dottori commercialisti ed i consulenti hanno chiesto chiarezza, ottenendo emendamenti pronti per definire in sede di bilancio le diverse questioni aperte.

Il concordato fiscale preventivo biennale alle imprese non è piaciuto nella prima formulazione, meno ancora ai commercialisti. Eppure l’idea è di Massimo Bitonci, sottosegretario al Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) e commercialista. Prendendo spunto da un suo caro amico di infanzia che aveva un’attività in Germania. Preziosa la possibilità di concordare con il fisco tedesco quante tasse pagare in rapporto alle previsioni di business.

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Qualsiasi ristoratore sapeva prevedere quale verosimilmente sarebbe stato l’andamento die consumi, i costi fissi. Dopo tutti i calcoli di verifica della simulazione si arrivava all’importo prevedibile.

Ma, nonostante sulla carta la norma abbia avuto tempo sufficiente per essere capita sono subentrate nel tempo varie modifiche, di cui una a fine ottobre. Così migliaia di commercialisti e consulenti coinvolti nelle procedure si sono trovati in difficoltà. Quando arriva la proposta dell’Agenzia delle Entrate all’impresa questa la valuta insieme al suo commercialista, analizza i contratti in essere sull’anno successivo, ripassa la lista dei clienti, arriva ad un vero e proprio bilancio preventivo. Solo allora commercialista ed imprenditore possono formulare una risposta sensata. Ecco perché per ogni procedura è necessario un tempo di applicazione.

A Massimo Bitonci la delega per gli incentivi

Gli incentivi che il governo ha stanziato per Transizione 5.0 e Industria 4.0 assommano a 13 miliardi di euro. Una misura estremamente capiente.

Sarà Massimo Bitonci, sottosegretario al Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ad avere la delega agli incentivi alle imprese.

Sono incentivi che derivano dalla rimodulazione dei fondi del Repower Eu. Quindi con la stessa natura di quelli del PNRR ed hanno scadenza a fine 2025.

“Urgente che le imprese si rendano conto dell’opportunità e facciano domanda per ottenere questi crediti di imposta che cambiano decisamente il profilo finanziario degli investimenti richiesti dalle transizioni”.

Si tratta del 35% di credito di imposta sugli importi investiti ma possono arrivare anche al 62% se si acquistano pannelli fotovoltaici prodotti in Europa.

Il circolo vizioso: Per gli incentivi per la transizione bisogna dimostrare che la transizione è già in atto.

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Essendo impiegati fondi europei l’Europa ha imposto dei passaggi da rispettare e delle condizioni da documentare per poterne fruire. Ad esempio la riduzione dei consumi e della produzione di CO2.

Le imprese richiedenti devono fare una certificazione ex-ante ed un’altra ex-post per accertare la riduzione delle emissioni di C02 ottenuta.

Avranno ingegneri e periti la facoltà di emettere queste certificazioni e non soltanto gli enti certificatori. Essendo stato ampliato il novero dei soggetti titolati le domande al Gse potranno essere istruite più rapidamente.

Da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy è stata fatta la necessaria chiarezza sulle indicazioni degli apparati che possono essere acquistati per attuare la transizione. Anche le tipologie di pannelli fotovoltaici che possono essere acquistati per ridurre i consumi, i relativi macchinari, i software. Se l’importo a disposizione è estremamente capiente tuttavia gli incentivi sono ”a rubinetto“ ossia non vengono più erogati alla scadenza dei termini.

In corsa contro il tempo

Bisogna pertanto fare la domanda il più velocemente possibile, calcolando i tempi per l’acquisizione dei macchinari in modo da completare le operazioni entro il 2025. Pur essendovi una trattativa in corso a livello europeo per spostare il termine ed andare oltre il 2025 è una trattativa e non si può essere certi vada a buon fine.

Inizia dunque la corsa contro il tempo!

 

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Maria Chiara Di Carlo

 



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