Piantedosi difende la scelta del governo. Il mistero del Falcon

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


Per i viaggi sensibili di questo tipo il governo si avvale della società Cai. Le procedure sono gestite dall’autorità delegata ai servizi segreti. Il ministro dell’Interno:«Almasri espulso perché soggetto pericoloso»

Osama Njeem Almasri è stato espulso e portato in Libia con un aereo di stato perché un soggetto pericoloso. La pericolosità è stata attestata anche dalla Corte penale internazionale (Cpi), tanto che lo accusa di crimini contro l’umanità e ha emesso un mandato di cattura a suo carico.

Questa è la spiegazione data dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosiin Senato, interrogato dalle opposizioni sulla scarcerazione ed espulsione del capo della polizia giudiziaria di Tripoli. «Considerato che il cittadino libico era a piede libero in Italia e presentava un profilo di pericolosità sociale, come emerge dal mandato d’arresto della Cpi, ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello stato», ha detto in aula.

Prestito personale

Delibera veloce

 

La misura per lui «più appropriata, anche per la durata del divieto di ingresso, a salvaguardare la sicurezza dello stato e la tutela dell’ordine pubblico». Piantedosi ha così risposto, non senza contraddizioni, solo del suo operato, lasciando però intendere che la scelta politica è stata quella di far rientrare un soggetto pericoloso, accusato di torture, stupri, uccisioni in Libia, invece di consegnarlo alla Cpi.

Una giustificazione definita «esilarante» da Riccardo Magi di +Europa e dalle opposizioni, che hanno chiesto alla premier Meloni di riferire, perché la decisione di mettere a disposizione un volo di stato per il rimpatrio è arrivata da Palazzo Chigi. Piantedosi non ha spiegato cosa è accaduto nei giorni tra l’arresto e la scarcerazione, ordinata dalla Corte d’appello di Roma per un errore procedurale che il ministro della Giustizia Carlo Nordio non ha mai sanato, nonostante ne avesse la possibilità. Il comandante libico è accusato di crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati a partire dal febbraio del 2015.

Il rimpatrio

Almasri è stato destinatario della stessa misura di espulsione riservata a molti cittadini stranieri che arrivano in Italia attraverso il Mediterraneo, ma che ritornano nel loro paese di origine dopo settimane rinchiusi in cella nei Cpr, con le mani legate da fascette e scortati da poliziotti all’interno di aerei noleggiati dallo stato italiano o, in alcuni casi, aerei di linea. Un trattamento traumatico per centinaia di giovani.

Almasri, invece, è stato trattato come un «celebre passeggero e non un criminale di guerra», ha detto il senatore di Avs De Cristofaro, «un trattamento degno di un vero e proprio alleato». Il libico è sceso dal Falcon 900 senza fascette e con il sorriso, dopo essere atterrato intorno alle 21.32 all’aeroporto internazionale di Mitiga che alcuni migranti hanno raccontato di aver costruito, ai lavori forzati, nei loro giorni di detenzione nel vicino centro di detenzione da lui diretto. Il torturatore era già a bordo dell’aereo mentre in Italia veniva comunicata la sua scarcerazione. Ma la decisione di rimpatriarlo in Libia era già stata presa in mattinata quando il Falcon è partito dall’aeroporto di Ciampino in direzione Torino. Un servizio taxi a tutti gli effetti.

Chi l’ha ordinato? Tutto lascia supporre che il via libera sia arrivato dalla presidenza del Consiglio dei ministri, che tramite il sottosegretario Alfredo Mantovano ha la delega ai servizi. Anche perché non sarebbe la prima volta che in casi di questo tipo vengano usati aerei Falcon o altri aerei della Compagnia aeronautica italiana spa (Cai), azienda nota per offrire i propri servizi all’intelligence italiana. Un velivolo della stessa società ha, per esempio, riportato in Italia, lo scorso 27 febbraio, Rocco Langone, la moglie e il figlio rapiti in Mali.

Intrecci

C’è un forte legame tra la Cai, la società privata che fornisce i Falcon e la presidenza del Consiglio dei ministri. È spiegato chiaramente in una sentenza della Cassazione, del 2013, che si è espressa su un ricorso intentato dalla Cai contro un dipendente. L’azienda gli contestava di aver rivelato notizie segrete nell’ambito della causa contro il suo licenziamento.

Nel ricorso la Cai afferma che le sue attività «dovevano ritenersi soggette a severe regole di riservatezza» perché «organismo costituente propalazione della presidenza del Consiglio dei ministri, preposto al servizio pubblico diretto alla difesa della sicurezza dello stato».

La Cai, quindi, «sostiene che la propria legittimazione deriverebbe dai poteri, conferitile per legge e mediante decreti del presidente del Consiglio dei ministri». Per i giudici, però, non ci sono riferimenti normativi che avvalorano questi tesi. Tuttavia, scrivono: «Risulta chiaro che l’intervento demandato alla Cai è limitato alla gestione operativa di attività materiali connesse col trasporto aereo a tutela della sicurezza dello Stato». La «funzione pubblica riguardante il trasporto aereo di Stato, sotto il profilo giuridico e politico, nonché tutte le attribuzioni connesse all’imposizione […] del segreto su tali attività è attribuita alla titolarità esclusiva del Sottosegretario di stato alla presidenza del Consiglio dei ministri». Che nel governo Meloni è in capo a Mantovano.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Dai dati societari emerge che il presidente del Cda della società è Leonardo Maria Bianchi mentre l’ad è Marco Rosati. I reali proprietari, invece, sono schermati da una società fiduciaria.

Marco Rosati è stato ad anche dell’Esperia Aviation services. Il nome della società ricorre in un’altra vicenda, quella del rimpatrio ad Astana della cittadina kazaka Alma Shalabayeva e di sua figlia. In quel caso la società mediatrice del volo aveva rapporti commerciali proprio con Esperia. Shalabayeva era stata espulsa nel 2013 dopo essere stata prelevata da alcuni agenti di polizia. Il caso arrivò nelle aule giudiziarie e la Cassazione ha annullato la assoluzione degli agenti. In quell’anno, l’Italia aveva importanti interessi nazionali da tutelare in Kazakistan, soprattutto di natura energetica. Gli stessi interessi che oggi il governo ha protetto in Libia.

© Riproduzione riservata



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi