Il 2024 è stato un ottimo anno per tecnologie come blockchain e Web3. Le start-up che sviluppano prodotti o servizi basati su blockchain hanno costruito infrastrutture di base e sperimentato nuovi modelli di business e di interazione con gli utenti. E le aziende hanno sviluppato molti nuovi progetti: nel 2024 sono stati 298, 3,5% in più rispetto al precedente anno. Di contro sono in calo del 43% le sperimentazioni a favore dei progetti operativi. Un andamento che indica una chiara maturazione, ma anche un rallentamento nell’avvio di nuovi progetti innovativi. Una crescita generale si riscontra anche tra le iniziative delle grandi imprese internazionali della lista Fortune Global 500: il numero di aziende attive è passato da 153 (31%) nel 2023 a 204 (41%) nel 2024, con 51 nuove iniziative lanciate solo nel 2024.
Aumentano in particolare i progetti Blockchain for business (+43%), la maggioranza del totale, con 149 nuovi casi tra soluzioni di token e smart contract per ottimizzare i processi aziendali. Stabili i nuovi progetti Internet of Value (tra criptovalute, stablecoin e Central Bank Digital Currency): nel 2024 si contano 88 casi, il 28% del totale. Leggermente in calo i progetti di Decentralized web, in cui la Blockchain serve a sviluppare servizi vicini al paradigma del Web3, con 61 nuovi casi, pari al 21%.
In Italia, il 2024 del Blockchain & Web3 vede una sostanziale stabilità, con un mercato pari a 40 milioni di euro (+5% rispetto al 2023). Il 49% degli investimenti riguarda il settore finanziario e assicurativo, che si conferma predominante, mentre aumenta la rilevanza della PA al 22%. Si registra un interesse per real estate (9%), logistica (4%), automotive (4%) e un drastico calo per l’agrifood (2% degli investimenti rispetto al 10% del 2023. Nonostante il forte fermento degli ultimi anni, il nostro Paese rischia di rimanere indietro rispetto a molti altri Paesi europei. Le aziende investono poco in queste tecnologie e le startup italiane tendono a preferire contesti più favorevoli per l’avvio e la crescita.
Da una ricerca svolta in collaborazione con Bva Doxa emerge che nel 2024 circa 2,7 milioni di italiani (7% della popolazione internet tra i 18 e i 75 anni) possiedono crypto-asset, in calo rispetto ai 3,6 milioni del 2023 (-11%). La grande maggioranza (l’85%) ha meno di 5.000 euro di controvalore, il 57% meno di 1.000 euro. Inoltre, il 65% dichiara che i crypto-asset rappresentano al massimo il 10% del proprio portafoglio, mentre solo il 15% segnala un’allocazione superiore del 30%. Anche l’interesse a futuri acquisti è diminuito, passando dal 20% al 17%, mentre coloro che hanno posseduto criptovalute in passato salgono dal 10% all’11%. Nonostante la flessione, il fenomeno rimane significativo, con circa 13 milioni di italiani che possiedono, hanno posseduto o vorrebbero possedere questi strumenti.
Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano, presentata oggi nel corso del convegno dal titolo “Blockchain & Web3 Outlook 2024/25”. Uno degli oltre 50 differenti filoni di ricerca degli Osservatori Digital Innovation della POLIMI School of Management (www.osservatori.net) che affrontano tutti i temi chiave dell’Innovazione Digitale nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione.
Durante il convegno è stata anche eseguita una dimostrazione pratica su come già oggi gli utenti possono gestire i propri dati nel web3. Tramite innovative tecniche crittografiche è stato consentito agli utenti di sfruttare i propri dati nel web3, dimostrando determinate caratteristiche sulla propria persona, senza cedere il controllo sulle proprie informazioni. In particolare, tutti i partecipanti hanno potuto creare dei token che certificassero: il numero di punti sulla patente, la partecipazione a donazioni in beneficenza e il risultato di una survey sulla propria carbon footprint. La creazione dei token è stata fatta dagli utenti in autonomia semplicemente accedendo ai siti web, come ad esempio il portale dell’automobilista, tramite le proprie credenziali. I token creati sono stati poi collegati a un semplice gioco in cui consentivano dei particolari power up. Questo esperimento ha dato uno scorcio su un futuro possibile nel quale la gestione delle informazioni personali sul web sarà più semplice, sicura e soprattutto autonoma.
Internet of Value. I progetti Internet of Value utilizzano strumenti del web3 (come criptovalute, stablecoin e CBDC) per transazioni di valore online. Guardando i progetti delle aziende tradizionali, nel 2024 sono state avviate 88 nuove iniziative rispetto alle 86 avviate nel 2023. Tuttavia, si registra un’importante evoluzione qualitativa: è aumentato il numero di progetti in produzione (+53%), mentre le sperimentazioni sono calate (-37,5%). Nel 2024 è cresciuta anche l’offerta di soluzioni propedeutiche alla diffusione e utilizzo delle criptovalute, con un aumento di piattaforme di scambio e servizi di custodia.
Uno dei principali fattori che ha spinto la crescita dei progetti in questo ambito è stata la maggiore diffusione delle stablecoin. A fine 2024, la loro capitalizzazione ha raggiunto i 205 miliardi di dollari (+57% rispetto all’anno precedente) e i volumi di scambio sono stati i più alti di sempre (oltre 37 mila miliardi di dollari, più che raddoppiati rispetto al 2023). Le stablecoin sono utilizzate negli exchange centralizzati e nella DeFi, come strumenti di pagamento e riserva di valore. Ma anche dalle banche, per ottimizzare i processi di settlement interbancario, per i pagamenti cross-border e nei pagamenti commerciali, integrandosi nei flussi operativi aziendali come strumenti di pagamento.
Blockchain for business. I progetti Blockchain for business mirano a ottimizzare i processi aziendali attraverso strumenti come token e smart contract. Questi rappresentano la quota più consistente di iniziative registrate nel 2024: sono 149, con una crescita del +43% rispetto al 2023. Anche in questo ambito i progetti operativi sono aumentati significativamente, passando da 55 a 122, mentre le sperimentazioni si sono quasi dimezzate (-45%).
All’interno dei progetti Blockchain for business, la tokenizzazione di asset finanziari rimane il trend principale. Per il 2025 si prevede che il continuo sviluppo di infrastrutture e servizi legati alla tokenizzazione accelererà l’adozione di questa tecnologia, ampliando il coinvolgimento di aziende e utenti. In particolare, il settore finanziario appare il più preparato a raccogliere i benefici della tokenizzazione su larga scala.
Decentralized web. Nei progetti Decentralized web la blockchain funge da piattaforma tecnologica per sviluppare nuovi servizi. Nelle sole aziende tradizionali, nel 2024 i progetti Decentralized web hanno registrato un calo significativo, con 61 nuove iniziative censite rispetto alle 98 del 2023 e alle 96 del 2022. Il picco degli ultimi due anni, trainato dagli NFT collectibles è lontano.
Le aziende tradizionali faticano infatti ancora a comprendere pienamente il potenziale del paradigma web3 per sviluppare nuovi prodotti e servizi.
Gli attori nativi del web3 hanno invece mostrato una crescita importante. Nel 2024, gli utenti attivi giornalieri nelle oltre 16.000 applicazioni decentralizzate (DApp) sul mercato hanno superato i 19 milioni, rispetto ai 3 del 2023.
Nella finanza decentralizzata (DeFi), il Total Value Locked è raddoppiato da inizio dell’anno, raggiungendo i 140 miliardi di dollari. Sebbene non emergano ancora nuovi modelli di business su larga scala, il lavoro sulle tecnologie sottostanti sta creando le basi per un potenziale cambio di paradigma dirompente anche per il business tradizionale.
«Il 2024 è stato caratterizzato da una apparente immobilità della blockchain e web3, ma non è così – spiega Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3 -. Come per internet agli esordi, siamo ancora nella fase di consolidamento della rete: la rivoluzione è intuibile, manca la ‘killer application’ capace di favorirne una diffusione globale. Le criptovalute sono attualmente la principale applicazione della blockchain, ma le opportunità sono molte di più. Le aziende si stanno gradualmente avvicinando al web3 e, se il settore finanziario ha mostrato diversi segnali di maturità con molti progetti concreti, gli altri settori, dopo l’interesse per progetti di tracciabilità e Nft, sono ancora esitanti nel cogliere le opportunità di queste tecnologie».
«È probabile che il 2025 segua il percorso tracciato nel 2024, con un progressivo aumento degli investimenti e ulteriori passi verso la maturazione delle infrastrutture e dei servizi a supporto del web3 – afferma Francesco Bruschi, direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3 -. Nei prossimi anni, sarà fondamentale identificare casi d’uso in grado di offrire un reale valore aggiunto e aprire nuove opportunità di mercato. Chi investe oggi si posiziona per avere un ruolo centrale nel futuro del settore, chi entrerà in gioco più tardi rischia di restare relegato a un ruolo da follower».
“Il mercato italiano si presenta in una fase di rallentamento, con diverse opportunità ancora inespresse – aggiunge Giacomo Vella, direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3 -. È necessario cambiare passo, intensificando il dialogo tra attori di mercato, regolatori e cittadini, con l’obiettivo di stimolare lo sviluppo di soluzioni innovative basate su questi strumenti e creare un ambiente favorevole all’innovazione e agli investimenti. Il rischio per l’Italia è di rimanere fuori dal web3 o essere semplici spettatori passivi di un cambiamento paradigmatico che potrà caratterizzare il futuro del web».
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