Casa Serena, vendita e niente causa

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Un’ipotesi di piano di risanamento per Iras che preveda l’impegno, anche in termini economici, sia del Comune di Rovigo che della Regione Veneto. E’ questa la strada che gli enti impegnati a garantire un futuro alla casa di riposo del capoluogo stanno cercando di tracciare. Una strada che presenta numerose incognite. Anche perché il punto della situazione, dopo il fallimento del tentativo di privatizzazione avvenuto lo scorso 17 gennaio, è stato fatto giovedì dal sindaco Valeria Cittadin, l’assessore regionale Manuela Lanzarin e la commissaria regionale di Iras Tiziana Stella. In altre parole, il lavoro di costruire un piano di risanamento per evitarne la liquidazione di Iras è appena cominciato. E trovare la quadra intorno ad un accordo per chiudere la complessa vicenda non sarà facile.

Ad ogni modo, Cittadin mostrando un certo ottimismo ha accennato alla possibilità di compiere due passaggi, attualmente in fase di valutazione: rinunciare al contenzioso tra Comune, Iras e Regione contro il recesso unilaterale di Iras dalla famigerata concessione-contratto del 2004 che lega Casa Serena, di proprietà del Comune, a Iras e, dall’altra parte, perseguire l’ipotesi di una transazione. E proprio Casa Serena, enorme immobile di via Bramante di proprietà del Comune che attualmente è vuoto e chiuso e gravato da un vincolo di destinazione d’uso, rappresenta uno dei tanti nodi dell’intera vicenda. Secondo voci di corridoio interne a palazzo Nodari, il Comune potrebbe tentare la strada dell’alienazione. Ma anche questa ipotesi sarebbe tutta da costruire. Intanto, il fatto che il procedimento del “project financing/partenariato pubblico privato, per l’affidamento della gestione operativa del Centro servizi San Bortolo di Iras” si sia concluso con un nulla di fatto viene accolto con soddisfazione da Franco Maisto della Cisl Fp e da Cristiano Maria Pavarin, segretario generale della Uil Fpl Rovigo.

Franco Maisto, in particolare, esprime “fiducia per l’inversione di rotta e soprattutto per il reciproco impegno di Regione e amministrazione comunale di Rovigo nel senso di tracciare una strada più forte e solida per Iras”. Il dirigente della Cisl Fp prosegue: “Chiaro che si apre ora un nuovo scenario, dove la garanzia dei posti di lavoro e dell’assistenza diventano oggetto di una gestione pubblica, venendo ad essere finalmente accantonata l’idea di un salvataggio attraverso un competitor del privato assistenziale. Come sindacato siamo ora a manifestare la piena disponibilità a tutti i tavoli negoziali utili al fine di mettere i pilastri per la rinascita di Iras”.

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Dal canto suo, Cristiano Pavarin ricorda che l’accantonamento della privatizzazione di Iras era un’ipotesi già ventilata ed esprime “soddisfazione, perché da anni ripetiamo l’assoluta necessità di garantire continuità alla gestione in forma pubblica, già opponendoci alla prima ventilata ipotesi di esternalizzazione che era arrivata con l’allora commissario Ezio Zanon, che poi aveva invece previsto un piano di salvataggio che permettesse di continuare la gestione integralmente pubblica. La storia sappiamo bene come è poi andata, con un accordo di programma che sarebbe stata la migliore strada possibile per Iras e per la città, con la trasformazione di Casa Serena in un polo di servizi per la comunità invece che in un triste vuoto urbano. Per questo come Uil Fpl vogliamo ringraziare l’amministrazione comunale, in primis il sindaco Valeria Cittadin, che ha sempre detto di voler perseguire la strada del mantenimento dell’Iras pubblico e che in discontinuità con l’amministrazione precedente ha riaperto un dialogo con la Regione e sembra voglia accompagnare la sopravvivenza dell’Iras non facendo perseguire al Comune la strada incomprensibile del contenzioso giudiziario, ma cercando una transazione che possa chiudere la vicenda legata alla dismissione di Casa Serena secondo quanto previsto dalla concessione che, fra l’altro, in quanto contratto, come ribadito dai giudici del Tar, smentendo la scorretta narrazione della precedente amministrazione, può essere modificata con la volontà delle parti. Le risorse che sono state accantonate proprio a questo scopo saranno importanti per permettere di arrivare alla stesura di un nuovo piano industriale per l’Iras pubblico. Non vogliamo nemmeno prendere in considerazione l’idea che, con l’aiuto della Regione, che non si può sottrarre alle proprie responsabilità, non si riesca a trovare la soluzione. Una soluzione che non può prescindere dal riconoscimento e dalla valorizzazione dei lavoratori”.

Se i sindacati esultano per la mancata privatizzazione di Iras, una parte della politica, specialmente le forze di opposizione alla maggioranza del sindaco Valeria Cittadin, menano fendenti. Lo fa il capogruppo di Rovigo si ama Federico Frigato che torna “a chiedere con forza un consiglio comunale monotematico per confrontaci senza ipocrisia e parole vuote su come salvare Iras e Casa Serena. Vediamo se la sindaca e i consiglieri si nasconderanno, ancora una volta”. Sulla mancata privatizzazione Frigato, inoltre, affonda: “C’è un solo dato che emerge: hanno perso tempo e non hanno nessuna idea su come mantenere pubblica Iras. Da mesi la sindaca ammoniva chi osava sottoporle il problema dell’ente di San Bortolo. Tutte le volte che l’ho interrogata su Iras mi ha zittito dicendo che non si poteva fare altro. Le ho detto più volte di sospendere il percorso, che si poteva farlo. Ma niente. Quella era la via da seguire. Una via facile per chi, come questa giunta, non ha idee. Hanno sempre mentito, sul piano politico, dalla campagna elettorale ad oggi” per poi definirsi amareggiato “per aver buttato 7 mesi. E la preoccupazione che sul tavolo non ci sia nessuna progettualità”.

Civica per Rovigo, gruppo consiliare dell’ex sindaco Edoardo Gaffeo, invece commenta positivamente che non ci sia alcun bando per la privatizzazione ma “purtroppo sono parecchi gli aspetti non chiari e che non si riescono a capire. Non si capisce che fine ha fatto il piano di risanamento targato ‘Stella’, redatto oltre un anno fa da una primaria istituzione finanziaria internazionale, che però alla fine non ha retto la prova del mercato, dato che il bando basato proprio su quel piano è di fatto andato deserto. Non si capisce di quali cifre stiamo parlando, dato che solo pochi mesi fa la sindaco Cittadin dichiarava che a fronte degli oltre 11 milioni di euro necessari per salvare Iras, l’unica strada possibile era la privatizzazione. E adesso, quali sono le cifre in ballo? Non si capisce chi alla fine metterà i soldi: toccherà alla Regione o al Comune? Oppure a qualche altro soggetto? Rimane un punto: Civica per Rovigo è disponibile a fare la propria parte, in consiglio comunale e fuori da esso, con spirito di collaborazione, per trovare finalmente una soluzione a questo drammatico problema”.

Secondo il capogruppo di Noi Rovigo ci piace Antonio Rossini, invece, “dopo gli annunci, è l’ora dei fatti”. In particolare, Rossini spiega: “I lavoratori , gli assistiti e le loro famiglie, attendono concretezza, coerenza e determinazione affinché l’annosa situazione economico-finanziaria dell’Iras venga positivamente risolta. Circa quattro mesi fa in consiglio comunale ho invitato questa amministrazione a trovare un accordo transattivo sulla diatriba giuridica che ha portato ad uno scontro frontale, presso il Consiglio di Stato, il Comune contro l’Iras. Solamente se si concorda bonariamente un piano di azione sarà possibile finalmente da parte del Comune corrispondere la somma di tre milioni di euro all’Iras. Adesso i tempi sono più che maturi in quanto la sentenza del Tar offre spazi giuridici per una delibera con il parere favorevole dei dirigenti. La Regione oltre ad concorrere con azioni pro attive e interventi a sostegno del piano di salvataggio dell’Iras ha la capacità finanziaria per prendersi totalmente in carico Casa Serena e riqualificarla”.

Per il segretario comunale del Pd Francesco Gennaro, invece, “la bocciatura, da parte del mercato, del bando di projet financing su Iras, da parte di Azienda zero per la Regione Veneto, è una buona notizia. La sindaca Cittadin, però, non ha alcun motivo per vantarsene: è il mercato che ha deciso per la politica. La situazione rimane gravissima: una grande casa di riposo pubblica a rischio di collasso economico e un enorme stabile, Casa Serena, abbandonato e dismesso e per il quale non è noto alcun progetto da parte della sindaca”. E dunque ribadisce “come ha sempre sostenuto coerentemente anche nel consiglio comunale passato – prosegue il segretario – la necessità di arrivare a una transazione economica con conseguente piano di risanamento delle finanze di Iras, che deve rimanere pubblica”.

Da palazzo Ferro Fini, il consigliere regionale Renzo Masolo, presidente del gruppo Europa Verde, evidenzia: “Bene l’annuncio della non privatizzazione: è stato scongiurato così il vuoto sociale che il ricorso alla gestione privata avrebbe potuto comportare in termini di abdicazione del ruolo pubblico. Adesso va adottato il metodo della concertazione con tutti gli attori coinvolti nel delicato compito di definire un piano di risanamento e garantire il rapporto di lavoro pubblico delle maestranze”. Parole alle quali fanno eco quelle di Serena Gregnanin di Sinistra italiana Rovigo: “Auspichiamo che la squadra che il sindaco vuole attivare sia relativa a tutti i soggetti interessati nel nostro territorio: le organizzazioni politiche e sociali, soprattutto tutti i sindacati e i lavoratori. Abbiamo la fortuna di imparare dai passati passi falsi ed è un dove per chi governa creare una struttura, per la nostra comunità, di buona gestione pubblica”.





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