Ex Ilva, Urso accelera su ambiente e lavoro

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TARANTO – Botta e risposta in aula a Montecitorio tra il deputato pugliese del Pd, l’onorevole Ubaldo Pagano e il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. «A seguito dell’avvio della procedura di vendita dell’ex Ilva, i Commissari Straordinari stanno attualmente esaminando le dieci proposte di acquisto pervenute, ponendo particolare attenzione sugli aspetti occupazionali, sulla decarbonizzazione e sull’entità degli investimenti, al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile degli impianti e la massima tutela dei lavoratori coinvolti» ha replicato Urso, all’interrogazione dell’onorevole Pagano in merito al Fondo per indennizzo dei danni agli immobili derivanti dall’esposizione prolungata all’inquinamento provocato dagli stabilimenti siderurgici di Taranto del Gruppo Ilva e all’erogazione dei relativi indennizzi.

«Dopo oltre un decennio di crisi, questo Governo – sottolinea Urso – sta dando una svolta storica alla situazione, che assicuri un futuro produttivo, occupazionale e ambientale agli stabilimenti ex Ilva. Il nostro impegno è chiaro: garantire giustizia ai cittadini di Taranto attraverso risposte concrete e una gestione responsabile di una problematica che per troppo tempo è stata trascurata. Continueremo a monitorare la situazione e a collaborare con gli Enti locali e le parti interessate per sviluppare soluzioni strutturali e durature, al fine di rilanciare il settore della siderurgia italiana», aggiunge il ministro nella sua risposta.

«Per l’anno 2024, hanno presentato richiesta di indennizzo ad Ilva Spa in Amministrazione Straordinaria oltre 1.900 soggetti, un numero quasi quintuplicato rispetto a quello dell’anno precedente. Nonostante l’ingente numero di istanze pervenute, il ministero ha comunque emesso il Decreto di impegno e pagamento in data 4 dicembre 2024, con conseguente trasferimento alla Procedura dell’intero importo disponibile per l’annualità 2024 pari a 4 milioni di euro», ha concluso il ministro Urso.

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Sul fronte della produzione, invece, in aula è intervenuta la sottosegretaria al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Fausta Bergamotto, con un’informativa urgente alla Camera sullo stato delle passività di Acciaierie d’Italia. «Nel 2025 la produzione di acciaio dell’ex Ilva dovrebbe aumentare e arrivare a circa 4 milioni di tonnellate, per un fatturato di circa 3 miliardi» ha spiegato Bergamotto. «Da febbraio a dicembre 2024, Acciaierie d’Italia ha dovuto ripristinare gli impianti lasciati dissestati dalla gestione Arcelor Mittal e ha comunque fatturato 1.200 milioni, nonostante il calo dei prezzi della vendita di acciaio pari al 25% e la notevole riduzione dei volumi produttivi causata dello stato degli impianti. In ragione dell’attività svolta, per il 2025 si stima aumento produzione a 4 milioni di tonnellate di acciaio con fatturato di circa 3mila milioni» ha concluso la sottosegretaria.

Non si placano intanto le polemiche dopo la decisione del Governo di intervenire con un nuovo decreto che assicura alla continuità operativa dell’azienda altri 250 milioni portando la quota complessiva a 400 milioni. Legambiente «ritiene grave ed inaccettabile che il Governo continui ad attingere risorse provenienti dai fondi sequestrati alla famiglia Riva, pari inizialmente ad 1,157 miliardi di euro, destinate alle bonifiche dell’ex Ilva, per far fronte alle carenze di liquidità di Acciaierie d’Italia in AS». Bocciatura senza appello anche dal M5S. Per il vice presidente Mario Turco, l’ex Ilva «ormai è un bancomat sulla pelle dei cittadini». Per Turco «il ciclo a carbone non è sostenibile: sul piano ambientale, sanitario ed economico. Ai primi 150 milioni di euro, se ne sono aggiunti altri 150 milioni per arrivare ora con ulteriori 250 milioni per un totale di 550 milioni, a cui va aggiunto il prestito di 350 milioni già terminato».

Infine Confapi Industria Taranto, nella persona del presidente Fabio Greco, spinge sul processo di ambientalizzazione in corso. «Come associazione di categoria abbiamo il dovere di salvare i posti di lavoro e le imprese dell’indotto e per questo continuiamo ad apprezzare gli sforzi del Governo per la continuità produttiva della fabbrica» dice Greco. «I fondi che il Governo ha previsto a questo scopo con il decreto approvato servono a non interrompere le attività manutentive necessarie ed indispensabili ai fini dell’adeguamento ambientale».



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