Durante le celebrazioni del Giorno della Memoria al Teatro del Maggio musicale di Firenze organizzate da Regione Toscana con le scuole toscane, l’assessora regionale Alessandra Nardini ha ringraziato per la presenza, oltre alle autorità civili e religiose, le sorelle Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute all’Olocausto, l’abate di San Miniato al Monte Padre Bernardo Gianni, che organizzò una partecipatissima fiaccolata per la pace, e la dirigente scolastica del liceo Da Vinci Annalisa Savino che, all’indomani del pestaggio squadrista di alcuni studenti fuori dal liceo Michelangiolo, scrisse una lettera sull’antifascismo poi oggetto di polemica da parte del ministro Valditara, che la definì impropria. “Quella lettera non solo non fu impropria, ma necessaria-ha dichiarato Nardini- perché il primo ruolo della scuola è quello di sviluppare nelle ragazze e nei ragazzi una coscienza civile critica e di rafforzare in loro i valori di democrazia, libertà e uguaglianza alla base della nostra bellissima Costituzione antifascista, nata dalla Resistenza”.
“La cultura della memoria è ancora più importante in un’epoca dove sono evidenti i rigurgiti neofascisti e neonazisti. Viviamo in un tempo in cui il Presidente degli USA parla di deportazioni e un miliardario a lui vicinissimo alza il braccio per riprodurre il saluto nazista” ha dichiarato ancora Alessandra Nardini che ha ricordato anche i raduni di Acca Larenzia, aggiungendo a questo proposito: “Il nostro Paese non ha ancora fatto completamente i conti con la storia. Sarebbe necessario che nell’80° anniversario della Liberazione finalmente nel nostro Paese fossero sciolte le organizzazioni neofasciste e neonaziste”.
Riguardo agli ultimi episodi di insulti e minacce che hanno colpito la senatrice Liliana Segre secondo Nardini: “È inaccettabile che una figura straordinaria come la senatrice Segre abbia dovuto rinunciare a partecipare a una manifestazione perché stanca dei messaggi di odio antisemita. Dobbiamo rifiutare con grande determinazione ogni forma di antisemitismo, soprattutto in questo momento storico. Sono tra coloro che hanno criticato duramente, senza sconti, il governo Netanyahu per la strage compiuta dopo l’orribile e ingiustificabile attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, ma non possiamo accettare che la ferma condanna delle azioni di un governo si mescoli a una inaccettabile generalizzazione di responsabilità verso l’intero popolo ebraico, sdogandando un antisemitismo che dobbiamo rifiutare categoricamente”.
E poi la necessità di arrivare alla pace in Medio Oriente: “Il nostro dovere è chiedere la pace e speriamo che la difficile tregua che si è raggiunta in Medio Oriente sia il primo passo verso un vero percorso di pace, che deve passare per la soluzione di due popoli e due stati”.
Sempre secondo Nardini la Toscana conferma la propria volontà di mettere al centro la cultura della Memoria ponendo in essere le iniziative più significative che possano formare i giovani alla consapevolezza: “È fondamentale ricordare la tragedia della Shoah, la sistematica persecuzione e deportazione degli ebrei da parte dei nazisti che, in Italia, poterono contare sulla collaborazione del fascismo, a partire dalla vergogna delle Leggi razziali firmate proprio in Toscana, a San Rossore. Stiamo facendo tutto il possibile, insieme al Presidente Giani, per far ripartire il Treno della Memoria questa primavera. Il treno in questi anni ci è mancato tantissimo, perché permette alle nostre studentesse e ai nostri studenti di fare esperienza diretta dell’orrore che è stato, affinché non sia mai più”.
“Ricordiamo anche la persecuzione e deportazione delle persone con disabilità e della comunità LGBTIQIA+, dei rom e dei sinti, dei testimoni di Geova, degli oppositori politici, degli Internati Militari Italiani e di tutte e tutti coloro che il nazifascismo eliminò- ha concluso Nardini- È importante che le ragazze e i ragazzi apprendano la lezione della storia, per diventare sentinelle di Memoria, come li ha definiti la senatrice Segre, e proteggere il nostro presente e il nostro futuro. Insieme dobbiamo mantenere la promessa ancora non mantenuta che l’umanità fece a se stessa all’indomani della liberazione dei campi di sterminio e della Seconda guerra mondiale: mai più”.
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