«Il Tara non scomparirà, non sarà depredato, resterà fruibile dai tarantini e da quanti sono devoti alle acque del fiume». Acquedotto Pugliese prova a difendere dalle polemiche il progetto del dissalatore sul fiume Tara, alimentate soprattutto dalle contestazioni degli ambientalisti e dallo scetticismo di quelle forze politiche che quella proteste le stanno cavalcando.
L’impianto di dissalazione delle acque salmastre delle sorgenti del Tara, in agro di Taranto e Statte, ha dichiarato la direttrice generale di Aqp, Francesca Portincasa, «è il futuro delle fonti di Puglia, al pari della risorsa rilasciata per l’agricoltura dai nostri depuratori».
La riunione
Ieri se n’è parlato in un incontro a Bari dal titolo “A tutela del Tara e delle comunità. Benefici e utilità del dissalatore”. Poi Aqp ha diffuso un lungo comunicato sottolineando che «quella delle fonti, della diversificazione, dell’autonomia e della salvaguardia, dalla captazione dell’acqua al suo riuso e ritorno in natura, sono scelte condivise con cittadini e Comuni per gestire risorse limitate in modo sostenibile, affrontando le sfide della crisi climatica e di una maggiore domanda idrica, irrigua e industriale». Dunque, per Acquedotto Pugliese, «il fiume Tara e la dissalazione delle sue acque salmastre è piena parte di questa storia, che inizia da molto lontano».
Il dissalatore utilizzerà il principio dell’osmosi inversa per potabilizzare acque salmastre. Il prelievo sarà variabile, in base delle condizioni del fiume. L’impianto è stato progettato per produrre l’equivalente del fabbisogno idrico giornaliero di 385mila persone. L’acqua potabilizzata sarà inviata, attraverso una condotta interrata della lunghezza di circa 14 chilometri, a un serbatoio di 200mila metri cubi nella città di Taranto, collegato alla rete di Aqp. La Regione ha espresso parere favorevole al rilascio della Via.
Acquedotto Pugliese aggiunge che «la pianificazione, nel vagliare le fonti alternative per l’approvvigionamento idrico potabile nell’Ato Puglia – quanto ad acque salmastre dal 2002 Citro Galeso e Chidro, poi anche il Tara dal 2007 – ha analizzato complessivamente più scenari, arrivando alla conclusione che la dissalazione del Tara si configura, in assoluto, come la più performante tra i possibili interventi per scongiurare crisi idriche, essendo anche l’unico che effettivamente fornisce nuova risorsa».
Aqp assicura che non sarà fatto scempio del fiume Tara. «Ce ne prenderemo tutti assieme cura e noi – promette la Dg Portincasa – saremo presidio a sua tutela, anche solo grazie alla presenza sui quei luoghi in cui sono presenti anche rifiuti lasciati dall’uomo. Una questione, il rispetto, che ci guida. Lo stesso che è mancato negli anni in cui il fiume, in assenza di regole, è stato oggetto di prelievi che – ad esempio tra gli anni 70 e 80 – hanno anche superato i 3.500 litri/secondo o i 2500 l/s». Acquedotto Pugliese fa inoltre sapere di aver chiesto «conto alle ditte appaltatrici della segnatura con vernice spray di alcune piante di ulivo, realizzata – a quanto appreso informalmente – senza un preventivo consenso dei proprietari». Il riferimento è alla denuncia pubblica di Vincenzo Fornaro. E oggi è prevista la presentazione di un nuovo esposto dopo una marcia dalla Masseria Carmine alla caserma dei carabinieri di Paolo VI.
In attesa «di riscontro, per sapere – è detto ancora nella nota di Acquedotto Pugliese – se siano alberi interessati dalle opere e che dovranno essere piantumati in altro luogo, il gesto è ritenuto sbagliato da parte di Aqp, che chiede scusa anche solo per la percezione creatasi e nel farlo rassicura che vigilerà sulle maestranze affinché non si ripetano più simili eventi».
Il direttore industriale di Aqp, Antonio de Leo, afferma che «la tutela delle alberature, il loro ripristino in caso di spostamento, le abbiamo a cuore. Nel caso del Tara le tutele saranno massime per gli uliveti e gli aranceti interessati: nessun albero verrà abbattuto e la nuova posizione sarà concordata con i proprietari espropriati in maniera da restituire agli stessi la futura disponibilità delle piante interessate dai lavori».
Inoltre, «le opere – puntualizza – non impatteranno direttamente sul fiume».
Aqp conclude sostenendo che «l’impianto di dissalazione delle acque salmastre delle sorgenti del Tara non toglie, ma porta benessere e vita, nel rispetto dei territori. Sussistono ad oggi tutti i presupposti per procedere».
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