Il sindacato della sanità e della funzione pubblica fa il punto sulle criticità

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Si è svolto oggi a Bosisio Parini il IV Congresso della CISL FP territoriale, categoria sindacale che rappresenta i lavoratori della sanità e dell’assistenza pubblica e privata, degli Enti locali e delle Funzioni centrali dello stato, degli Enti Pubblici non Economici oltre che delle Agenzie e del Terzo Settore. I 45 delegate e delegati sindacali presenti hanno votato il nuovo gruppo dirigente confermando l’apprezzamento per l’opera svolta dal reggente, Francesco Caiazza e dagli operatori da lui chiamati a collaborare, Cristina Copes, Richar Carbajal, Nicola Turdo e Giuseppe Speranza.
“Confronto, impegno e partecipazione” è il titolo dato alla giornata nella convinzione, spiegata dal reggente nella sua relazione, che “il successo di qualsiasi trasformazione significativa nel lavoro pubblico e privato sia fondato su tre pilastri: il confronto costruttivo tra lavoratori, amministrazioni e istituzioni, elemento essenziale per identificare soluzioni condivise che rispondano alle sfide attuali; l’impegno attivo di tutte le parti, dalle organizzazioni sindacali ai singoli lavoratori, nel garantire il rispetto dei diritti, promuovere la qualità del lavoro e innovare i processi produttivi; infine, la partecipazione dei lavoratori nei processi decisionali, cuore pulsante di un sistema democratico e moderno”. Un coinvolgimento che migliorerebbe la resa organizzativa generando anche il senso di appartenenza, concetto alla base della proposta di Legge promossa dalla CISL che lunedì prossimo approderà in Parlamento.

Ai lavori della giornata ha partecipato la Segreteria UST CISL territoriale composta da Mirco Scaccabarozzi, Annalisa Caron e Roberto Frigerio, la Segretaria Generale e il Segretario della CISL FP regionale, Angela Cremascini e Nunzio Praticò. Presenti in sala anche i Segretari Generali della CISL FP Sondrio, Roberto Tosi, della CISL FP Bergamo, Maurizio Lorini, il Segretario Generale della FNP CISL Monza Brianza Lecco, Enrico Civillini e il responsabile dell’INAS Brianza, Marco Colombo.

Al centro della riflessione, la necessità dell’intero sistema pubblico, svuotato e deprezzato negli ultimi decenni in nome del risparmio sulla spesa pubblica, di riprogrammarsi e modernizzarsi per rispondere alle esigenze di un mondo in continua evoluzione, che va sempre più in fretta. Secondo le stime, entro il 2030 il 40% dei lavoratori della pubblica amministrazione raggiungerà l’età pensionabile rendendo indispensabile un piano straordinario di assunzioni per evitare il collasso. Previsioni che non possono essere prese alla leggera come insegna, giusto per fare esempio, la crisi della medicina generale che, appena dopo il Covid, ha lasciato decine di migliaia di assistiti in tutta Brianza orfani di medico di famiglia.

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La situazione negli Enti locali

Il comparto delle funzioni locali, cuore pulsante dei territori, da cui dipende l’efficacia del funzionamento dei servizi pubblici, dalla scuola, ai trasporti, dall’assistenza sociale alla sanità territoriale, dalla pianificazione urbana alla tutela ambientale, è stato quello più colpito dalle politiche di risanamento della finanza pubblica: da un lato i tagli lineari, che hanno causato un depauperamento professionale che si attesta intorno a -18% (-84.854 unità) nel decennio 2013-2023, dall’altro un quadro di riforme istituzionali incompiute (Provincia, Camera di Commercio, Centri per l’impiego) che hanno sovraccaricato di funzioni il personale del comparto. Nelle Provincie di Monza Brianza e Lecco il mancato turn over ha causato una riduzione del personale dal 20 al 25% e un conseguente innalzamento dell’età media a 55 anni, certo non le condizioni ideali per affrontare l’innovazione dei processi legati alla digitalizzazione.

La sanità

“La situazione, come è noto, non migliora se voltiamo lo sguardo alla sanità pubblica – sottolinea il sindacato – A fronte delle nuove sfide dettate dall’inesorabile invecchiamento della popolazione e dall’adozione di tecnologie avanzate per la cura delle persone, il nostro SSN sconta i mancati investimenti della politica sul personale sanitario. Secondo il 18° rapporto Sanità del Crea (Centro per la ricerca economica applicata in sanità) in Italia mancano all’appello circa 30.000 medici e 250.000 infermieri. La media italiana è di 6,5 infermieri ogni mille abitanti, notevolmente al di sotto della media dei Paesi OCSE che si attesta a 9,8 per 1000 abitanti. Assunzioni mirate e stabilizzazione dei precari, l’introduzione di incentivi economici e di carriera, il potenziamento della telemedicina, così come la modernizzazione di ospedali e tecnologie sono interventi sollecitati dalla CISL FP che ridurrebbero disagi e liste d’attesa e garantirebbero una presenza capillare ed efficace sul territorio.

La sanità privata

La stagnazione dei contratti è ciò che penalizza di più nella sanità privata. Tra promesse non mantenute da parte di Regione e Istituzioni e mancate risposte alle richieste di apertura delle trattative, il personale che si occupa della cura dei cittadini, in particolare delle fasce più deboli della popolazione nelle RSA e nei centri di riabilitazioni, lavora oggi in una situazione di svantaggio rispetto ai colleghi della sanità pubblica, con minore salario e minori diritti per lo stesso lavoro svolto. La mobilitazione e lo stato di agitazione del comparto dichiarato il 24 settembre scorso continuerà finché non sarà garantita pari dignità lavorativa a tutti i
lavoratori.

cisl sanità

Sempre sulla sanità privata, negli ultimi giorni due notizie positive secondo Angela Raffaella Cremaschini, Segretaria Generale CISL FP Lombardia. “Gli aspetti positivi sono riferiti al rinnovo del contratto Uneba, per il quale si è aggiunti alla sottoscrizione definitiva, e la trasformazione da pre-intesa a contratto vero e proprio nel comparto delle funzioni centrali. Questi contratti sono stati conquistati attraverso lo stile della CISL: con la contrattazione, chiedendo autorità salariale e l’incremento delle tutele normative”.
“Permangono aperti invece le criticità degli altri comparti pubblici” spiega ancora Angela Cremaschini “con sospensione del tavolo funzioni locali e la mancata sottoscrizione del contratto sanità pubblica, due ambiti strategici della pubblica amministrazione che hanno bisogno di risposte. Purtroppo questo non è imputabile alla nostra Organizzazione che, per senso di responsabilità, ha manifestato disponibilità alla sottoscrizione. Resta sempre ferma la situazione dei rinnovi nella sanità privata e dopo lo sciopero del 23 settembre non si è aggiunto accordo. Il 31 di gennaio faremo un presidio a Roma per fare emergere questa grave situazione”.

“Il lavoro pubblico è un cardine imprescindibile della vita del Paese” ha commentato Mirco Scaccabarozzi, Segretario Generale della CISL Monza Brianza Lecco. “Data la sua importanza altrettanta deve essere l’attenzione che la politica deve porre concretamente su tutti i settori che compongo la PA, con la massima concretezza, che significa attenzione agli organici, ai salari e all’organizzazione del lavoro. Diversamente rimaniamo sempre alla stagione degli annunci e francamente sarebbe qualcosa di inaccettabile per la CISL”.

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