In Liguria 21 omicidi volontari in un anno, raddoppiano i morti sul lavoro: in crescita le rapine commesse da minori

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Genova. Sono stati 21 gli omicidi volontari commessi in Liguria nel distretto di Corte di appello di Genova, in crescita rispetto ai 16 dello scorso anno (I dati raccolti fanno riferimento al periodo giugno 2023/giugno 2024). Di questi tre sono stati i femminicidi. 

In diminuzione, tra gli omicidi colposi, gli omicidi stradali: i morti sulle strade sono scesi da 66 a 59 ma sono raddoppiate le morti sul lavoro, dalle 12 del 2023 a 22 nel 2024 di cui 13 a Genova. Sono alcuni dei dati emersi dalla relazione annuale del procuratore generale Mario Pinelli in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Il dramma delle morti sul lavoro

“Nonostante l’attenzione di Procure e gli organi ispettivi – ha detto il procuratore – resta ancora troppo diffusa fra gli imprenditori l’assolutamente errata propensione, per ragioni di immediati costi/benefici, all’accettazione di anche gravi esposizioni al rischio di controlli con conseguenze, anche pesanti dal punto di vista patrimoniale rispetto alla decisione di dar corso alla puntuale messa in sicurezza dei luoghi di lavoro”. A questo si aggiunge la “ancora troppo vasta e incontrollata platea di cittadini extracomunitari che per miserrimi guadagni acconsente ad esporsi incoscientemente a lavorazioni altamente pericolose.”

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Leggermente in crescita risultano i reati di stalking con 800 procedimenti a fronte delle 731 dell’anno precedente. Sempre sul fronte dei reati di violenza di genere si registra un consistente numero di richieste di misure cautelari da parte delle Procure de distretto pari a 242 di cui, da parte della sola Procura di Genova, di cui ben 79 custodie cautelari.  Stabili i reati di droga e quelli contro la pubblica amministrazione.

“Troppi furti senza colpevoli”

Circa i reati contro  il patrimonio restano ovviamente quelli che incidono di più, ma soprattutto, segnala Pinelli, “troppe iscrizioni restano contro ignoti”: “Anche quest’anno, purtroppo, il divario tra procedimenti a carico di imputati noti e ignoti resta abissale: 3583 iscrizioni a ‘noti’ per furto contro contro le 16.372 contro ignoti. Lo stesso vale per le truffe di cui la metà restano contro ignoti (2.885 iscrizioni a carico di noti e 4.487 a carico di ignoti). Occorre riflettere, sostiene il procuratore generale, su come “un simile livello di impunità rischi di minare alle fondamenta la fiducia della gente comune nelle istituzioni e di come ciò vada ad incrinare il senso di fiducia e di protezione riposto dalla comunità verso lo Stato”.

E’ allarme per i reati degli infraquattrodicenni

E’ allarme in Liguria per i reati commessi dai minori di 14 anni. Le denunce sono aumentate del 63 per cento in un anno, passando da 192 a 313.  “Si tratta di un dato veramente allarmante che non solo sollecita la procura per i minorenni a una crescente vigilanza – spiega Pinelli – ma che imporrebbe una serissima riflessione a tutti i livelli in quanto lascia preconizzare foschi scenari futuri di cui le attuali baby gang, le sparatorie, gli accoltellamenti e le violenze brutali coinvolgenti sempre più spesso minorenni non sembrerebbero che delle “punte d’iceberg” rispetto a un fenomeno pervasivo e sempre più anticipato denotante una completa assenza di valori e binari educazionali in soggetti poco più che bambini”.

In generale, i reati commessi dai minorenni risultano “sempre più connotati da violenza, da utilizzo dei social e da aggressività sessuale”. Sono stati 77 i fascicoli per i reati legati alla violenza di genere e sono state tre le misure cautelari chieste. “Lievitati i reati di rapina passati da 125 a 147. Il pg ha anche parlato dell’omicidio avvenuto nel 2023 in via dei Pescatori dove un ragazzo di 17 anni ha ucciso un uomo con cui si stava prostituendo.

In Liguria ‘mafia silente’, i porti per veicolare la droga

Nella relazione il procuratore sottolinea ancora una volta la presenza di criminalità organizzata nella nostra regione: “Sono state accertate anche nell’anno in corso ‘locali ‘ di Genova, Lavagna, Ventomiglia e Bordighera”. Le caratteristiche sono “come in buona parte del nord Italia, non tanto in manifestazioni di violento assoggettamento delle popolazioni quanto, soprattutto, in iniziative tipiche della c.d. “mafia silente” caratterizzate dall’apertura ed utilizzazione di collaudati canali di riciclaggio tramite attività edilizie e commerciali, cui si aggiunge, quale elemento di ulteriore appetibilità per quel che concerne la Liguria, l’allocazione frontaliera e la presenza di porti su cui canalizzare l’arrivo delle partite di stupefacente”. Non solo di droga si tratta come ha dimostrato l’inchiesta per “associazione per delinquere, usura, esercizio abusivo delle scommesse, autoriciclaggio da parte di un gruppo di 9 persone dimoranti in Genova, delle quali una già condannata in definitivo poiché ritenuta intranea ad un sodalizio mafioso radicato nella zona di Caltanissetta e gestito dalla famiglia Fiandaca”. 

E infine, l’attività della direzione distrettuale antimafia ha lavorato al contrasto di gruppi criminali, spesso con caratterizzazione multietnica operanti nell’importazione e nella successiva canalizzazione di grosse partite di droga provenienti dal Sud America. “Sequestri di consistenti quantitativi soprattutto di cocaina, anche per decine e decine di chilogrammi, accompagnate da numerosi provvedimenti applicativi di misure cautelari hanno avvalorato, di volta in volta la piena fondatezza delle intuizioni investigative”





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