Le mafie oggi: i loro affari e la zona grigia

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Nell’auditorium del Monastero dei Benedettini è stato inaugurato il ciclo dei seminari “Territorio, ambiente e mafie” – in memoria di Giambattista Scidà con l’intervento di Isaia Sales dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli

Le mafie oggi: i loro affari e la zona grigia è il titolo dell’incontro che ha inaugurato l’undicesima edizione dei seminari d’ateneo Territorio, ambiente e mafie – in memoria di Giambattista Scidà. Un’iniziativa volta a sensibilizzare gli studenti su temi centrali ineludibili come i costi ambientali e sociali del sistema mafioso, gli affari della mafia e le donne contro la mafia.

Ad aprire il primo incontro – dopo i saluti della prorettrice Francesca Longo, della direttrice del Dipartimento di Scienze umanistiche, Marina Paino, e dei coordinatori dei seminari, la prof.ssa Rossana Barcellona con Antonio Fisichella del Disum – è stato Isaia Sales, figura di rilievo nella lotta contro la camorra e docente dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

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«Nonostante molti pensino che le mafie siano frutto di una mentalità omertosa del Sud Italia – ha detto in apertura dell’incontro l’ospite, in collegamento online – esse nascono e continuano a svilupparsi per via della fragilità di tutto lo Stato italiano. Se il problema fosse legato all’arretratezza del Sud, la mafia sarebbe dovuta cessare di esistere dopo l’unità d’Italia».

«Le mafie non sono espressione della povertà, ma della circolazione della ricchezza e del rapporto con il potere – ha aggiunto – e delle relazioni con gli uomini dello Stato. Non a caso a distanza di 200 anni le mafie non sono state debellate come ad esempio il brigantaggio, il separatismo o il terrorismo».

Un momento dell’incontro

E riprendendo una citazione di Leonardo Sciascia – «la mafia è l’integrazione più riuscita di una forma criminale, all’interno di un sistema di potere ufficiale» – Isaia ha rafforzato il suo concetto sostenendo che «le mafie hanno successo grazie ai loro rapporti con le classi dirigenti del sistema politico».

«La narrativa che dipinge il Meridione come promotore della mafia funge solamente come copertura della fragilità e il mal funzionamento dello Stato – ha aggiunto -. A testimonianza di ciò, il Sud ha messo in mostra uomini come Falcone, Borsellino e Libero Grassi, tre degli esponenti più coraggiosi nella lotta contro la mafia. Inoltre, la maggior parte delle denunce verso la camorra proviene proprio dal mezzogiorno».

Sales ha proseguito mettendo in evidenza un aspetto fondamentale, ovvero che «la mafia è una forma di criminalità dominante, di conseguenza non si accontenta solo della ricchezza, ma desidera anche il potere».

«Tuttavia, riesce ad acquisirlo soltanto se alla base c’è uno Stato disposto a cederlo – ha spiegato -. Quando c’è uno Stato che funziona, non c’è spazio per un crimine organizzato che voglia avere potere sul territorio. Noi in Italia, durante alcuni momenti della nostra storia, abbiamo condiviso il monopolio della violenza con altri».

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Un momento dell'incontro

Un momento dell’incontro

Parole che sottolineano ancora una volta tutte le fragilità del nostro Paese. Isaia – prima di ascoltare gli interventi e rispondere alle domande dei presenti in auditorium – ha tenuto a precisare un ultimo aspetto. «I rapporti tra mafia e politica non sono gli stessi di cinquant’anni fa bensì sono cambiati», ha aggiunto e entrando nello specifico ha precisato che «i rapporti tra mafia e politica sono ancora forti e persistenti».

«Tuttavia, se fino a qualche anno fa i rapporti si sviluppavano a livello nazionale ad oggi si rafforzano soprattutto all’interno delle regioni, ma occorre precisare che la responsabilità del fenomeno non va attribuita alla società, bensì all’economia e alla politica. Quando quest’ultime cambiano, con le decisioni dello Stato, anche la società si modifica», ha detto.

Nella fase conclusiva Isaia si è soffermato sulla diffusione della mafia nei paesi ricchi: «La mafia è molto presente nei paesi ricchi come Stati Uniti, Giappone e Francia. Per un imprenditore allearsi con la mafia può essere conveniente: per intimidire i concorrenti, riscuotere crediti ed estinguere i debiti».

È tornato poi a parlare del rapporto tra mafia e autorità politiche all’interno delle regioni. «Per fortuna la mafia non è più così dominante a livello nazionale, poiché si è indebolita grazie alla magistratura e alle forze dell’ordine. Ciò non vuol dire che dobbiamo accontentarci della situazione», ha precisato.

In chiusura, in merito all’omicidio di Carlo Alberto Dalla Chiesa, Sales ha spiegato che «paradossalmente è più semplice combattere crimini esterni al sistema come il terrorismo, piuttosto che crimini interni al sistema come la mafia». «Chi prova a combattere il terrorismo viene visto come un eroe, chi prova a sconfiggere la mafia, invece viene, ammazzato», ha concluso Isaia.

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