I Blues sotto la Blue Moon: Manchester City-Chelsea, due squadre che si sono contese anche la scena musicale degli anni Novanta.
La settimana inizia con il giorno più triste dell’anno – stando ad uno studio condotto dall’Università di Cardiff e riportato da Sky Travel nel 2005 -, ovvero il “Blue Monday”. Lo stesso colore troverà, però, molto spazio anche nel weekend: soprattutto in terra britannica. Perché sabato 25 gennaio, alle ore 18.30, l’Etihad Stadium si tingerà solo di tonalità del blu per la sfida tra chi ha fatto di quel colore un simbolo da difendere: Manchester City-Chelsea.
Il match valido per la 23esima giornata metterà contro gli uomini di Pep Guardiola, in ripresa dopo il periodo piuttosto negativo di un mese fa, e la formazione di Enzo Maresca, alla ricerca di una svolta per dimenticare le deludenti stagioni passate. Ma è anche una partita che nasconde molte storie e molti significati. Uno scontro che non darà solo una risposta alle due squadre, ma che si muove tra calcio e la cultura di due città.
Due città sulle tonalità del blu
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Non è un derby cittadino, ma sicuramente porta con sé la rivalità tra due delle città più importanti dell’Inghilterra. Da un lato c’è Manchester, diventata un grande polo commerciale dopo i periodi della trasformazione industriale; dall’altro, la capitale del Regno, Londra, con la sua storia millenaria, centro economico e finanziario. Ma entrambe hanno anche una tradizione sportiva leggendaria.
Manchester può far leva sulle due squadre che si contendono il dominio, il City e lo United. Londra, invece, è multipolare, con vari club a lottare per essere i migliori della capitale. Ci sono molti scontri, in Premier League, che offrono un sapore diverso, da vere stracittadine a derby meno locali – come, ad esempio, l’incrocio con il Liverpool. Manchester City-Chelsea è una di queste sfide dal sapore speciale.
Non solo perché rappresentano due storici club di Premier, viste le rispettive bacheche coi prestigiosi trofei nazionali ed internazionali, ma perché sono anche due contesti che vivono alla loro maniera il calcio e le tonalità del blu.
I Citizens si distinguono per il celeste come colore ufficiale, a rispecchiare anche l’inno che hanno adottato (“Blue Moon“, ballata composta da Richards Rodgers nel ’34). Predominante è, invece, il blu più scuro in casa di una delle squadre della West London – ed anche qui è l’inno ufficiale a chiarire l’appartenenza alla tonalità con “Blue is the colour” (canzone ufficiale del club dalla stagione 1971-72).
Proprio le due canzoni simbolo contengono alcune curiosità intorno al significato e alla loro composizione. L’inno del Chelsea, appunto composto nella stagione ’71-’72 della First Division, è cantato dai giocatori di quell’annata calcistica (non certo gloriosa per i Blues).
Tutt’altra storia per “Blue Moon“. Il brano non è stato composto per i celesti di Manchester ed ha un significato che si slega dal mondo calcistico. La cosiddetta luna blu è la terza luna piena nel caso in cui se ne abbiano quattro in una sola stagione. “Once in a bluemoon” diventa un modo di dire per indicare qualcosa di estremamente raro. I tifosi del Manchester City iniziarono ad intonarla nella stagione ’86-’87 quando la squadra, dopo ben 41 trasferte perse, vinse nella partita fuori casa contro l’Aston Villa: un caso rarissimo di quell’annata.
Musicisti-tifosi: gli Oasis e i Blur
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Manchester City contro Chelsea è una sfida che ha alle spalle una storia importante. Soprattutto se usciamo di poco dal secolo attuale e andiamo nel cuore degli anni Novanta. Quella sfida rappresentava molte cose. Ad esempio, il nord britannico contro il sud a trazione londinese. Che rispecchiava un po’ anche una divisione sociale dei tempi: la “working class” contro i borghesi e i banchieri del Regno.
Non si dividono solo il rettangolo di gioco e gli spalti degli stadi dell’Etihad (come sarà sabato) e di Stamford Bridge. Ma anche i palchi e le scene musicali. Proprio negli anni Novanta, dalle due città di Manchester e di Londra, veniva fuori il britpop. Si tratta di un movimento che racchiude in sé le band della cultura underground musicale del Regno Unito. Contesti indipendenti dalle grandi etichette discografiche e che presero il largo da generi come il madchester e lo shoegaze di fine anni Ottanta.
Da tutto questo sono arrivati gruppi come gli Oasis e i Blur. Da un lato, gli eccentrici fratelli Liam e Noel Gallagher, dall’altro la creatività di Damon Albarn (tra le altre cose fondatore dei Gorillaz). Questi artisti di spicco si sono divisi la scena del britpop, arrivando anche allo scontro verbale. Ma, oltre alla musica che li accumuna e li divide allo stesso tempo, anche il calcio era un terreno di scontro.
I fratelli Gallagher sono tifosi sfegatati del Manchester City – ad esempio, Liam si è esibito in una sua personalissima versione di Blue Moon per la promozione della prima maglia del club nel 2011. Oltre a Liam, anche Noel è stato promotore ufficiale della maglia “Definitely City” dell’attuale stagione 2024/25.
Introducing the 24/25 @pumafootball x @ManCity Definitely City Kit by Noel Gallagher
— Manchester City (@ManCity) September 12, 2024
Dall’altro lato, il leader dei Blur è un tifosissimo del Chelsea. Un altro motivo sicuramente di divergenza tra le band, anche se la loro battaglia iniziò il 14 agosto 1995 quando pubblicarono contemporaneamente dei loro inediti. Il derby del britpop iniziò, infatti, con “Roll With It” per gli Oasis e “Country House” per i Blur – una guerra tra i due gruppi che dividerà i fan. Il videoclip dello stesso brano del gruppo londinese si apre con Damon che legge il giornale in cui si può vedere scritto Chelsea.
Questa battaglia tra band ha visto Damon e i Blur vincere su più classifiche musicali rispetto ai colleghi di Manchester e non mancò di definire i fratelli Gallagher come dei bulli. In effetti, Liam e Noel sono molto rinomati per il loro caratteraccio, che portò al collasso gli stessi Oasis. Negli anni a venire, dopo la guerra del britpop, Damon farà pace con i due fratelli, tanto da condividere i palchi. Una riconciliazione che avviene sotto il ricordo di un decennio leggendario per la musica britannica, seppur con le differenze che contrapponevano le due città e le divergenze caratteriali.
Manchester City-Chelsea: sfida per il quarto posto
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Dagli anni Novanta si ritorna nel presente. Il britpop come lo si è conosciuto con le due band menzionate prima è cambiato, lasciando a generi alternativi – tra chi ha tenuto le sonorità più rock (Franz Ferdinand), chi ha scelto la più appetibile via del pop (Coldplay docet) e chi ha poi sperimentato nuovi suoni (come i Muse). I fratelli Gallagher, dopo anni di frecciatine e lo scioglimento della band nel 2009, hanno annunciato una reunion con il tour Oasis Live ’25 per ricordare l’anniversario dell’album di debutto “Definitely Maybe“. Mentre questo fine settimana – dal 24 al 26 gennaio – sarà disponibile il documentario “Blur: To the End” nelle sale dei cinema italiani.
Non solo il panorama musicale, ma anche quello calcistico è cambiato drasticamente. Sia Manchester City che Chelsea hanno messo in bacheca dei trofei ed oggi si ritrovano in un periodo particolare. Uno di questi trofei è stato pure conteso tra i due club, nello stadio do Dragão di Porto nel 2021. In palio per quell’occasione la coppa dalle grandi orecchie. Una finale di Champions League vinta a sorpresa dal Chelsea di Thomas Tuchel, con gol di Kai Havertz. Allo stadio quella sera presenti anche i due fratelli Gallagher (chiaramente in punti separati degli spalti).
Squadre che, oggi, sono cambiare rispetto alla finale di Porto. I Citenzs di Pep Guardiola stanno attraversando un momento decisamente negativo. Dopo qualche anno di dominio incontrastato in Inghilterra, il Manchester City si trova in quinta posizione con 38 punti (a -12 dalla vetta). Arrivano alla sfida di sabato dopo la sconfitta in Champions, al Parco dei Principi contro il Paris Saint-Germain. Due punti più avanti, in quarta posizione, sta proprio il Chelsea, pronti a sfruttare il periodo non proprio positivo del City; vendicando il 2 a 0 subito all’andata allo Stamford Bridge. Una partita che non è per nulla scontata e che ha tutti gli elementi per essere uno spettacolare spot per il calcio inglese.
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