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Scarcerato Moses Omogo Chidiebere -
I rapitori della neonata rispondono al gip, lui ‘ero convinto fosse mio figlio’
Il legale di Rosa Vespa: non è una criminale
«Rosa Vespa non é una criminale. Ha detto che non voleva fare del male a nessuno e che la piccola Sofia non é mai stata in pericolo, assumendosi la responsabilità esclusiva di quanto è accaduto». Lo ha detto l’avvocato Teresa Gallucci, legale della donna per la quale il Gip di Cosenza ha confermato la custodia cautelare in carcere per il sequestro martedì scorso della neonata nella clinica «Sacro cuore», disponendo invece la scarcerazione per il marito, Moses Omogo Chidiebere. «La signora Vespa, nel corso dell’interrogatorio – ha aggiunto l’avvocato Gallucci – ha ripercorso gli avvenimenti, risposto alle domande dei magistrati in modo collaborativo, anche se ci sono stati tanti ‘non so’ nella ricostruzione dei fatti, che probabilmente non riuscirà mai a chiarire. Ha escluso ogni coinvolgimento del marito e di altre persone, affermando di non aver mai pianificato alcuna azione specifica e che non avrebbe mai desiderato arrecare danno né alla bambina, né a chiunque altro». «Non sono in grado di stabilire – ha detto ancora il legale della donna – se la signora ha portato avanti una gravidanza isterica perché non sono un medico. E proprio per questo ho chiesto che venga visitata. Rosa è sconvolta, ma ha ammesso le sue responsabilità. Non ha precedenti ed il suo intento, di certo, non era quello mettere in pericolo la piccola»
Rosa Vespa resta in carcere
Resterà in carcere Rosa Vespa, la donna che, lo scorso 21 gennaio, ha rapito una neonata dalla clinica ‘Sacro Cuore’ di Cosenza. A deciderlo, il gip di Cosenza Claudia Pingitore che, a seguito dell’interrogatorio di garanzia di questa mattina, ha convalidato la misura cautelare nei suoi confronti. Vespa è indagata per sequestro di persona.
Scarcerato Moses Omogo Chidiebere
Il Gip di Cosenza ha disposto la scarcerazione di Moses Omogo Chidiebere, il 43enne fermato assieme alla moglie con l’accusa di avere sequestrato martedì scorso una neonata nella clinica in cui era stata partorita. «Il mio assistito – ha detto il suo difensore, Gianluca Garritano – è stato creduto totalmente perché lui stesso ha ritenuto credibile la gravidanza portata avanti dalla moglie. Ci sono anche delle foto che ritraggono Moses mentre bacia la pancia della moglie». «Rosa Vespa – ha aggiunto l’avvocato Garritano – aveva un pancione credibile che la faceva sembrare incinta. Ha mostrato al marito anche una lettera di dimissioni dalla clinica». Moses Omogo Chidiebere ha già lasciato il carcere di Castrovillari, dov’era detenuto.
I rapitori della neonata rispondono al gip, lui ‘ero convinto fosse mio figlio’
Si sono appena conclusi, nel carcere di Cosenza, gli interrogatori di garanzia per Rosa Vespa e Moses Omogo Chidiebere, la coppia di coniugi arrestata per aver rapito una neonata da una clinica privata, lo scorso 21 gennaio.
Ascoltati dal gip Claudia Pingitore, alla presenza del pm Antonio Bruno Tridico e dei difensori, gli avvocati Gianluca Garritano e Teresa Gallucci, i due hanno risposto alle domande e fornito la propria versione dei fatti. In particolare, la donna si è assunta ogni responsabilità dell’accaduto, mente il marito ha ribadito di essere all’oscuro di tutto e di essere stato convinto, fino all’arrivo della polizia, che il figlio rapito fosse suo. L’interrogatorio dei due, indagati per sequestro di persona, è durato circa tre ore. Attesa a stretto giro la pronuncia del gip, che dovrà decidere in merito alla convalida degli arresti.
La mamma di Sofia: “Tantissima paura”
«Paura tantissima. Di notte è difficile ancora. Piano piano andrà via, spero. Non potrò dimenticare quella donna anche perché ho ancora gli incubi. Oggi mi sento molto meglio, il peggio è passato. Siamo a casa». Così Valeria Chiappetta, mamma di Sofia, la neonata rapita dalla clinica “Sacro Cuore” di Cosenza, ai microfoni del Tg1 diretto da Gian Marco Chiocci. «La forza me l’hanno data mio marito e mio figlio, Alessandro, il fratello maggiore di Sofia. – aggiunge Valeria Chiappetta – E poi loro (indicando due poliziotte sedute accanto a lei sul divano di casa ndr) sono state fondamentali. Senza di loro non so se Sofia sarebbe qua, anzi non sarebbe qua. Io pensavo di non rivederla più”. «Quando sarà un po’ più grande sicuramente deve saperlo. Che è miracolata , che è una bimba fortunata: nella sfortuna è stata fortunata. Il 20 è nata, il 21 ce l’hanno portata via, e poi è ritornata quindi due compleanni», conclude la mamma di Sofia.
Il padre di Sofia: “Abbiamo sentito un boato”
«Eravamo dentro la stanza abbiamo sentito un boato, tutti che gridavano». Federico, il papà della piccola Sofia, la neonata rapita a Cosenza, ripercorre a ‘Dritto e Rovescio’ su Retequattro il momento in cui sua figlia Sofia, rapita dalla clinica di Cosenza, è stata riportata ai genitori. Parlando della rapitrice, il papà di Sofia ha detto: «la signora aveva problemi, ha problemi. Io mi metto nei panni della famiglia che era davvero all’oscuro di tutto e davvero sono scioccati pure loro. Avevano già allestito casa con addobbi e fiocchi» «La famiglia stessa della signora credeva davvero che la figlia era in attesa e invece ha finto tutto. Questa signora, da come mi hanno detto, non stava bene ma aveva questa voglia di avere un figlio a forza e ha fatto questo gesto». La piccola Sofia, “è nata due volte. Ogni anno festeggeremo il 20 e il 21», ha concluso.
Sono arrivati in carcere a Cosenza per l’interrogatorio di garanzia e l’udienza di convalida Moses Omogo Chidiebere e Rosa Vespa, di 43 e 51 anni, marito e moglie, lui di origini nigeriane e lei italiana, accusati di aver rapito una bimba di appena un giorno dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza. La piccola è stata ritrovata dopo tre ore dalla Polizia. Prima dei coniugi sono entrati nel carcere Sergio Cosmai, dove si svolgerà l’udienza di convalida, i loro legali, gli avvocati Gianluca Garritano e Teresa Gallucci. L’accusa nei confronti di Rosa Vespa e Acqua Moses è di sequestro di persona. La dinamica del rapimento è stata ricostruita grazie alle immagini riprese dalle telecamere di sicurezza della clinica.
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