Lastre di eternit in fibrocemento in condizioni di grave e avanzata vetustà e di palese degrado sui tetti delle abitazioni private e nei siti industriali di Porto Torres, fuori dall’area Eni, dove insistono immensi fabbricati con coperture in eternit, un reale pericolo per la salute dei cittadini.
Un primo censimento sui materiali contenenti amianto, limitato agli edifici di proprietà dell’amministrazione comunale, è stato fatto ad opera degli uffici del settore Ambiente. L’analisi affidata agli esperti della Nuova Sismet srl ha portato ad individuare quattro dei cinque immobili comunali nell’area di via Funtana di Cherchi, nel vecchio canile e nell’edificio dell’ex mattatoio. In particolare i prelievi di campioni hanno consentito di rilevare la presenza di eternit nelle coperture, nelle canne fumarie e nei pluviali nel deposito dell’ex mattatoio e nel canile Andriolu, nella copertura del deposito dell’ex acquedotto e nella superficie e nelle fratture dei manufatti del fabbricato industriale di via dell’Industria. I risultati sono stati illustrati in occasione della commissione Ambiente, convocata questa mattina, venerdì 24 gennaio, dal presidente Gianpiero Madeddu e che ha visto la partecipazione dell’assessore all’Ambiente, Massimiliano Ledda, del dirigente del settore finanziario, John Fois del funzionario del settore Ambiente, Fabio Mura, della funzionaria Maria Elena Sini oltre ai commissari. L’urgenza è quella di operare un censimento per accertare la presenza di amianto nei tetti delle case private costruite dagli anni ’50 al 1992.
«Il passo successivo sarà il Piano di controllo, – spiega Fabio Mura, funzionario Settore Ambiente – affinchè qualsiasi proprietario di uno stabile contenente amianto abbia l’obbligo di farne comunicazione alla Asl». Il bando pubblicato dalla Provincia di Sassari per l’annualità 2024-2025, non ha avuto esito positivo, probabilmente è mancata una adeguata comunicazione che favorisse la diffusione delle informazioni sulla opportunità di sfruttare oltre il 60% a fondo perduto.
«L’obiettivo è attuare un progetto pilota con fondi regionali, in collaborazione tra Comune e Arpas – ha spiegato la responsabile Maria Elena Sini – per utilizzare i droni capaci di fare dei sorvoli multi spettro sulle coperture delle abitazioni e dei fabbricati per rilevare la presenza di amianto, così da realizzare una prima mappatura sull’intero territorio comunale». Nella zona industriale, la complessità emerge per la presenza dei siti produttivi di competenza di vari enti territoriali. Occorre censire gli oltre venti edifici che sorgono nell’area produttiva. L’amianto è ancora presente nel fabbricato della ex Vianini, ex Sarda Laterizi, Ex Ferriera Sarda e altri capannoni in disuso sotto curatela fallimentare, enormi stabili che portano con sé il grave rischio per la salute dei cittadini.
«Per questo è necessario istituire una cabina di regia che coinvolga tutti gli enti territoriali competenti su quelle aree, quali Regione, Provincia, Consorzio e Prefettura», ha detto il sindaco Massimo Mulas «per individuare gli strumenti necessari a rimuovere definitivamente il problema amianto». Una criticità presente anche sull’isola dell’Asinara, nelle coperture e nelle strutture di vecchi immobili fatiscenti che la Conservatoria delle Coste sta provvedendo a bonificare.
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