LAMEZIA TERME Come le “montagne russe”. Prima alti (e comunque buoni), ora bassi. Con il ministro delle Regioni, Roberto Calderoli, big della Lega «i rapporti non sono più quelli che erano all’inizio della legislatura», ha detto ieri il presidente della Regione Calabria, e leader di Forza Italia, Roberto Occhiuto. Un modo elegante ma abbastanza esplicito per dire che i rapporti sono cambiati e sono peggiorati, al fondo dell’ennesimo doppio stop che il Consiglio dei ministri, nell’ultima sua seduta, su proposta di Calderoli, ha imposto alla Calabria. Dai sorveglianti idraulici agli Ncc e ora all’energia, con l’autonomia differenziata che è la madre tutte le incomprensioni e di tutti gli scontri tra Occhiuto e Calderoli, che poi in realtà vanno inquadrati nella “guerriglia” che da tempo caratterizza i rapporti tra Forza Italia e Lega.
Le fibrillazioni
Diverse, le impugnazioni di leggi regionali che Calderoli ha proposto e portato in questi anni in Consiglio dei ministri, assecondando una posizione che per il ministro del Carroccio peraltro – e paradossalmente è anche un po’ scomoda: lui, il “padre” dell’autonomia differenziata, costretto a vestire spesso i panni di chi alle Regioni deve opporre e imporre le ragioni del centralismo. Certo, impugnazioni motivate essenzialmente sul piano tecnico ma a certi livelli anche le questioni tecniche diventano politiche, partite politiche, posizionamenti politici, e soprattutto fibrillazioni politiche. Nell’ultima seduta del Consiglio dei ministri Calderoli ha portato sul tavolo lo stop alla norma regionale che di fatto chiude la centrale a biomasse del Mercure nel Parco del Pollino, norma “bandiera” di Occhiuto che è arrivato persino sul punto di minacciare le dimissioni in aula al solo rischio che venisse discussa una proposta abrogativa del Pd: ora su questa norma, dai più conosciuta come “norma Laghi”, deciderà la Corte costituzionale. Ma Calderoli ha anche portato sul tavolo del Consiglio dei ministri la decisione di resistere contro la Regione Calabria sempre davanti alla Consulta in un conflitto di attribuzioni su un altro tema “bandiera” di Occhiuto, quello della liberalizzazione delle licenze Ncc. Un tema che ha registrato (e ancora registra) un braccio di ferro tra Occhiuto e il governo e in particolare il ministero guidato dal leader della Lega (e “capitano” di Calderoli) Matteo Salvini, con due passaggi in Corte costituzionale che hanno sancito sempre la vittoria della Regione di Occhiuto: parziale, l’ultima volta, ma il governo intanto ha sempre perso in quella che è ormai una querelle molto complessa nella quale si stanno intrecciando anche decisioni della giustizia amministrativa (sempre contrarie al governo) e polemiche tra Ncc e tassisti, considerati i “protetti” della Lega (ma ieri Occhiuto – emerge da una storia Instagram – ha ricevuto alla Cittadella esponenti del settore delle “auto bianche” ritratti in un clima molto sereno).
I doppi “stop” di Calderoli
E in questo contesto ecco il doppio stop alla Calabria dell’altro ieri targato Lega e targato Calderoli, il secondo nel giro di qualche mese: ad agosto il Cdm, sempre su proposta del ministro salviniano, ha impugnato nella stessa seduta una legge regionale in materia di forestazione e sorveglianza idraulica e la resistenza in un giudizio di attribuzione sempre sollevato dalla Regione su un’ordinanza giudiziaria. Motivazioni tecniche, che però poi – come detto – diventano politiche, alla luce di quello che è successo almeno negli ultimi due anni, con un rapporto che si è praticamente ribaltato, immolato sull’altare dell’autonomia differenziata. Calderoli è stato uno dei primi ministri incontrati da Occhiuto dopo l’insediamento del governo Meloni ( a metà novembre 2022), e la Calabria è stata la prima, o quantomeno una delle prime, regioni visitate da Calderoli nei suoi “tour” per spiegare la riforma autonomista: era il 2 gennaio 2023, a ricevere Calderoli alla Cittadella Occhiuto con la sua Giunta, toni molto sereni, volti distesi e bon ton non solo istituzionale, tanto è vero che Occhiuto ribadì il “must” del finanziamento dei Lep come priorità delle priorità ma disse anche ok all’autonomia aggiungendo poi che se c’era uno che poteva realizzarla quello era proprio Calderoli. Si era agli inizi della legislatura, ma oggi per Occhiuto «i rapporti non sono più quelli», con Calderoli, come non lo sono più in senso lato tra Forza Italia e la Lega. Azzurri e salviniani sull’autonomia differenziata – e non solo – continuano a guerreggiare. E la Calabria sembra essere, forse è, uno dei teatri di guerra. (a.cantisani@corrierecal.it)
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