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I veggenti di Medjugorje sono stati sottoposti a diversi esperimenti scientifici durante l’apparizione da staff italiani e francesi. Qui sotto sono esaminate le reazioni ( Occhi – Corde vocali) di Marija e Ivanka

Il SENSO DEGLI GLI ESPERIMENTI SCIENTIFICI SUI VEGGENTI

Confesso di non aver mai dato particolare importanza agli esperimenti scientifici sui veggenti, anche se capisco che possano avere la loro utilità. Il discernimento degli spiriti è una scienza spirituale ben conosciuta dalla Chiesa ed è ad essa che fa riferimento quando si tratta di dare il suo autorevole giudizio sull’origine soprannaturale di un’apparizione.

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La Chiesa guarda giustamente ai frutti spirituali, in primo luogo alle conversioni, perché sono esse il segno che commuove e apre i cuori. La diffusione delle apparizioni nel mondo è avvenuta sulle ali dell’entusiasmo di coloro che, toccati dalla grazia, ne hanno dato testimonianza col cambiamento della loro vita.

Gli abitanti di Medjugorje, che conoscevano bene i veggenti, non hanno certo atteso il parere dei medici del regime per credere che i ragazzi dicevano la verità. Quando tu condividi la vita con una persona e la conosci nella sua quotidianità, ti rendi subito conto se è sincera e credibile. D’altra parte fin dai primi giorni delle apparizioni i ragazzi sono stati visitati e dichiarati sani di corpo e di mente. Non c’era bisogno di tale responso per  saperlo. Nessuno di loro ha mai avuto patologie psichiche prima delle apparizioni, né le ha mai avute fino ad ora.

Per quanto interessante, il contributo degli esperimenti scientifici in questo ambito è piuttosto limitato. La Madonna ha lasciato fare quando i medici hanno elaborato le loro sperimentazioni prima, durante e dopo l’apparizione. Solo una volta, quando qualcuno voleva varcare il limite da Lei posto, se ne é andata dicendo: “Non è necessario”. Si era tentato infatti di verificare come mai durante l’apparizione i veggenti parlano, ma non si sente la voce, benché le corde vocali vibrino regolarmente.

La Madre sa che noi abbiamo bisogno di segni e Lei stessa ne ha concessi molti, ma non si fa illusioni. Se il cuore rimane indurito non servono a nulla. Riguardo al grandioso segno che lascerà sulla collina  ci ha ammonito dicendo: “ Anche quando sulla collina lascerò il segno che vi ho promesso, molti non crederanno. Verranno sulla collina, si inginocchieranno, ma non crederanno. E’ ora il tempo di convertirsi e di fare penitenza” ( 19.07-1981).

Sappiamo bene come i notabili di Gerusalemme hanno reagito al più grande miracolo di Gesù, la resurrezione di Lazzaro. Irritati dall’evento, hanno deciso si ucciderli ambedue. Bisogna essere consapevoli che la battaglia fra il bene e il male si svolge in primo luogo nell’intimo dei cuori. Il vero pericolo nel campo delle apparizioni non viene dalle patologie psichiche, ben note alla scienza, e facilmente accertabili.

Gli inganni più sottili vengono dal Principe delle tenebre, che si manifesta come angelo di luce. Satana infatti, come insegna S. Giovanni della Croce, è in grado di riprodurre la quasi totalità dei fenomeni soprannaturali, salvo i “tocchi” dello Spirito  nell’anima, che sono il vertice dell’esperienza mistica.  

L’ambito in cui si sono mossi gli esperimenti scientifici sui veggenti di Medjugorje è per sua natura limitato. Tuttavia vale la pena metterlo in luce, se non altro per tappare la bocca a chi, ancora oggi, cerca di liquidare lo straordinario evento, relegandolo nel campo delle allucinazioni.

La prima indagine scientifica, effettuata nel 1984 dalla dottoressa Federica Maria Magatti anestesista, era volta a valutare “la sensibilità dei veggenti e la loro reattività a stimoli sensori, tattili, luminosi, dolorifici”. La sperimentazione conferma ciò che era già noto fin dai primi giorni,  e cioè che prima e dopo le apparizioni  i veggenti rispondono agli stimoli di diversi tipo, ma durante l’apparizione non manifestano alcuna sensibilità agli stimoli anche di tipo doloroso, pur mantenendo un’assoluta normalità di atteggiamento.

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E’ noto il caso di Vicka che, bucata da un tale,  per ben due volte, con uno spillone, non ha avvertito alcuno dolore né ha mostrato alcune reazione, rendendosi conto al termine dell’apparizione di una macchia di sangue apparsa sulla spalla. Sono stati studiati, dal dottor Luciano Cappello, tre inspiegabili sincronismi provocati dall’apparizione. All’inizio tutti i veggenti cadono contemporaneamente in ginocchio. Durante l’apparizione la loro voce scompare, ma ricompare improvvisamente, e senza che nessun comando arrivi dall’esterno, con le parole. “Che sei nei cieli”, quando la Madonna inizia il Padre nostro. Alla fine dell’apparizione tutti i veggenti, con un assoluto parallelismo dello sguardo, innalzano contemporaneamente gli occhi al cielo, seguendo un punto solo a loro visibile.

Successivamente sono arrivate équipes attrezzate con macchinari sofisticati. Il professor Henry Joyeux, dell’Università di Montpellier, in tre spedizioni del 1984 applica ai veggenti degli apparecchi in grado di controllare i dati fisiologici durante l’apparizione. La conclusione è che non si tratta di sonno, di sogno, né di epilessia e non si tratta di allucinazioni nel senso patologico del termine. Non si tratta di isteria, di nevrosi o di estasi patologica, perché i veggenti non hanno alcun sintomo di queste affezioni. Non si tratta di catalessi, perché i muscoli della faccia funzionano normalmente.

La conclusione è che “ a Medjugorje le estasi non sono patologiche e non c’è imbroglio….Il fenomeno delle apparizioni di Medjugorje  si rivela scientificamente inspiegabile”. La èquipe del dottor Luigi Frigerio e del Dottor Giacomo Mattalia l’anno seguente ripete le sperimentazioni precedenti arrivando alle medesime conclusioni, con alcuni particolari riguardanti la pupilla del veggente che, durante l’apparizione, a condizioni immutate di luce,  si dilata straordinariamente, per poi ritornare come prima al termine.

Il professor Marco Margnelli neurofisiologo, ha utilizzato a Medjugorje il poligrafo psicofisiologico, una specie di macchina della verità, per stabilire se i veggenti mentivano. Dopo la sperimentazione il professore ha dichiarato che “posso concludere che non c’è frode o simulazione”. Che dire del contributo di questi esperimenti scientifici? Sono preziosi nella misura in cui escludono patologie e inganni, mettendo nel medesimo tempo a fuoco fenomeni a cui la scienza non sa rispondere. La strada è così stata sgombrata dai dubbi e dai pregiudizi ed è stata lasciata aperta la porta che introduce al mistero. Fare un passo oltre non appartiene più all’ambito della scienza.

            Accertato che il fenomeno dell’estasi è scientificamente inspiegabile e che i veggenti sono sani e sinceri, il vero problema è quello di valutarne la credibilità nell’insieme dei loro comportamenti. Questo è stata fin dal principio l’ossessione del parroco, Fra Jozo, che li ha sottoposti a interrogatori estenuanti.  La credibilità dei veggenti si è manifestata sempre più nel corso degli anni. Il tempo è un fattore straordinario di verità. Sono trascorsi i decenni e l’albero ha dato i suoi frutti, anche nella vita di quelli che allora erano solo dei ragazzi. La Gospa stessa ha indicato loro la strada dicendo: “Voi mi chiedete il segno perché si creda alla mia presenza. Il segno verrà, ma voi non ne avete bisogno: voi stessi dovete essere un segno per gli altri” (08-02-1982). In effetti è quanto è avvenuto.

Chi conosce i veggenti fin dal principio li ha visti crescere “in sapienza, età e grazia”, pur in un quadro di normalità che li rende ancora più credibili. Innanzi tutto, in un tempo in cui gioventù è esposta a sbandamenti, sono stati perseveranti nel loro cammino di fede, fino ad arrivare a diventare dei bravi e padri e madri di famiglia. Hanno anche loro i limiti e i difetti propri della natura umana, ma sono maturati progressivamente, dimostrando equilibrio, saggezza, fedeltà e bontà. E’ straordinaria la loro umiltà, che si manifesta nella consapevolezza di avere avuto una grazia e un compito da loro non voluto e non meritato, ma di cui dovranno rendere conto. Non hanno mai cercato di diventare delle star, evitando i pericoli del mondo mass-mediatico. Non si sono però mai sottratti alla testimonianza, incontrando i pellegrini a Medjugorje e accogliendo gli inviti a partecipare a incontri di preghiera, spesso promossi da sacerdoti nelle loro parrocchie. Per la conoscenza che ho di loro fin dai primi anni, devo dire che hanno adempiuto nel migliore dei modi all’invito della Gospa di essere loro stesso un segno per gli altri

  “Chi riceve un compito riceve anche le grazie necessarie per adempierlo. La Madonna vede i cuori e sa trarre il meglio da ognuno. Ai ragazzi di Medjugorje ha affidato una missione la cui ampiezza e importanza non si sono ancora pienamente manifestate. Non è mai accaduto in apparizioni pubbliche che la Vergine abbia chiesto un impegno così intenso e prolungato, tale da assorbire l’intera vita di una persona. Si tratta di un compito che esige fedeltà, coraggio, spirito di sacrificio, costanza e perseveranza.

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Ci chiediamo se questa straordinaria missione affidata a dei giovanissimi venga adempiuta bene. A questo riguardo la risposta è una sola: i ragazzi, ormai divenuti persone adulte, hanno risposto nel migliore dei modi. Dio non pretende da loro che pervengano a tappe forzate alle vette della santità. I due pastorelli di La Salette non saranno mai elevati agli onori degli altari. La loro vita è stata piuttosto travagliata. Essi però hanno perfettamente compiuto la loro missione nella più grande fedeltà, rimanendo leali fino alla fine alla loro testimonianza sul messaggio ricevuto. Anche i santi hanno i loro difetti. Figuriamoci dei ragazzi ancora agli inizi del cammino spirituale. In questo tipo di missione contano due virtù fondamentali: l’umiltà e la fedeltà.

La prima è la consapevolezza evangelica di essere dei servi inutili e difettosi. La seconda è il coraggio della testimonianza del dono ricevuto, senza mai rinnegarlo. I veggenti di Medjugorje, come li conosco io, pur con i loro limiti e difetti, sono umili e fedeli. Lo sa soltanto Dio quanto siano santi. Questo d’altra parte è vero per tutti. La santità è un lungo cammino che siamo chiamati a percorrere fino all’ultimo istante della vita.” ( Padre Livio – Perché credo a Medjugorje – pag 19 – Sugarco edizioni).

( Padre livio – Il Cielo sulla terra – Edizioni PIEMME – Cap 53)



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