L’attività economica dell’eurozona torna in espansione. Ma anche i prezzi salgono

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


Eppur si cresce. Il 2025 ha mostrato un parziale rilancio dell’attività economica nell’eurozona, come evidenziato dall’analisi dei dati previsionali dell’indagine Pmi. Sebbene il tasso di espansione sia stato solo marginale a causa della persistente debole domanda, i segnali di miglioramento hanno favorito un avvicinamento alla stabilizzazione dell’occupazione. Tuttavia, i costi sono aumentati notevolmente, portando l’inflazione a raggiungere il valore più alto in 21 mesi. Le imprese, di conseguenza, hanno incrementato i prezzi di vendita a un ritmo più rapido. L’indice Pmi Composito della Produzione dell’eurozona, che rappresenta circa l’85% delle risposte raccolte dall’indagine condotta da S&P Global, ha superato la soglia di non cambiamento di 50 a gennaio, segnando il primo rialzo dell’attività dal mese di agosto 2024. Con un valore di 50.2, l’indice ha registrato un lieve aumento rispetto al 49.6 di dicembre, riflettendo un modesto incremento della produzione nel settore privato. Analizzando i dati dei principali settori, l’espansione complessiva dell’attività è stata principalmente concentrata nei servizi. L’attività terziaria di gennaio è aumentata per il secondo mese consecutivo, anche se a un ritmo più contenuto rispetto a dicembre. Al contrario, la produzione manifatturiera ha continuato a diminuire, anche se il declino si è rallentato, raggiungendo i minimi da maggio dello scorso anno.

I principali Paesi dell’eurozona mostrano segnali contrastanti. In Germania, l’attività economica all’inizio dell’anno ha registrato una stabilizzazione, ponendo fine a sei mesi di declino. La Francia, invece, ha continuato a essere in contrazione, ma con un rallentamento del tasso di calo al valore più debole da settembre. Il resto dell’eurozona ha invece superato le performance delle due principali economie, segnando una nuova modesta espansione della produzione per il tredicesimo mese consecutivo, seppur con un tasso di crescita rallentato rispetto a dicembre.

E’ ancora la debolezza della domanda che continua a limitare la ripresa della produzione. I nuovi ordini sono diminuiti per l’ottavo mese consecutivo, seppur con una contrazione lieve e al tasso minore da agosto scorso. Il calo dei nuovi ordini è stato in parte compensato dall’aumento degli ordini nel settore terziario, che ha contrastato il declino del settore manifatturiero. Tuttavia, gli sforzi per acquisire nuovi ordini sono stati ostacolati dalla persistente debole domanda proveniente dai mercati internazionali. I nuovi ordini destinati all’esportazione, inclusi quelli intra-eurozona, sono infatti in calo da quasi tre anni, e il tasso di contrazione di gennaio è rimasto elevato, seppur con un rallentamento.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Campanello d’allarme invece sul fronte prezzi, perché a gennaio si è registrato un forte aumento dei costi di acquisto, con l’inflazione che ha raggiunto il valore più elevato da aprile 2023. I costi di acquisto nel settore manifatturiero sono aumentati per la prima volta in cinque mesi, ma l’inflazione in questo comparto è stata in parte mitigata dall’aumento dei prezzi nel settore terziario, che ha visto gli incrementi più elevati in nove mesi. Di conseguenza, le aziende hanno trasferito i costi più alti ai clienti finali, con un conseguente aumento dei prezzi di vendita che ha toccato il massimo in cinque mesi. La Germania ha guidato questo rialzo, con il tasso di inflazione più rapido da febbraio 2024. Nel resto dell’eurozona, i prezzi di acquisto sono aumentati, mentre la Francia ha registrato un calo per la prima volta in quasi quattro anni.

Per Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, la situazione rimane “fragile, con una continua riduzione del lavoro inevaso e una contrazione delle nuove commesse estere, incluso il turismo. Il settore manifatturiero è ancora in recessione, ma il ritmo del declino si è attenuato, con una maggiore ottimismo rispetto al futuro. E questo potrebbe essere il risultato di un recupero dopo una recessione di quasi due anni”. Ora, “in vista della riunione della Bce della prossima settimana, le notizie sui prezzi non sono incoraggianti”, prosegue de la Rubia. “È preoccupante l’incremento dei prezzi di acquisto nel settore manifatturiero, che interrompe quattro mesi di stabilità o calo dei costi. Questa maggiore pressione sui prezzi potrebbe essere dovuta all’indebolimento dell’euro e all’aumento della tassa sul Co2 in Germania. Nel settore dei servizi, invece, il rialzo dei salari è probabilmente un fattore chiave. Tuttavia, vista la debolezza economica, la Bce probabilmente manterrà un approccio graduale nel taglio dei tassi di interesse”, conclude il capo economista di Hamburg Commercial Bank.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link