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L’offerta di Mps su Mediobanca, i migranti in manette, Sinner in finale |
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di
Elena Tebano
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Buongiorno. L’operazione di Monte dei Paschi di Siena per acquisire Mediobanca e diventare il terzo gruppo bancario italiano; l’annuncio dell’amministrazione Trump di «espulsioni di massa» negli Stati Uniti (che però al momento sono ancora nella norma); la ripresa delle espulsioni accelerate tramite i centri albanesi in Italia. Infine lo sport, con Jannik Sinner che ha vinto la semifinale degli Australian Open e domenica incontrerà il tedesco Alexander Zverev. Sono queste le notizie principali sul Corriere di oggi. Vediamo.
Verso un nuovo polo bancario italiano Il Monte dei Paschi di Siena (Mps), la banca più antica del mondo, ha annunciato il lancio di un’offerta pubblica di acquisto da 13,3 miliardi di euro su Mediobanca, con una mossa inattesa che potrebbe ridisegnare il settore bancario italiano.
L’obiettivo dell’operazione è quello di «creare un nuovo campione nazionale nel settore bancario italiano», con «due attori principali: Mps per il retail e il commercial banking e Mediobanca per il private banking e il corporate e investment banking», ha dichiarato Mps in un comunicato.
La banca senese, che prevede di completare l’operazione entro il terzo trimestre del 2025, offre di scambiare 23 delle sue azioni per 10 di Mediobanca, valutando ogni azione di quest’ultima a 15,92 euro, il 5% in più rispetto al prezzo di chiusura di giovedì. Ieri, alla chiusura della Borsa di Milano, le azioni di Mps sono calate del 6,91% a 6,49 euro, mentre quelle di Mediobanca hanno guadagnato il 7,72% a 16,47 euro. Mps ha una capitalizzazione di mercato di circa 8 miliardi di euro, Mediobanca di circa 12,7 miliardi di euro. Monte Paschi sostiene che l’operazione genererà 700 milioni di euro all’anno di sinergie al lordo delle imposte e che «mira a raggiungere livelli di redditività significativi».
Il governo ha dato fiducia «in assoluta autonomia» al management di Mps che «ha realizzato risultati eccezionali, ha un disegno e ha fatto una proposta di mercato. Se il mercato risponderà saremo contenti, se il mercato non risponderà ne prenderemo atto. Credo che sia assolutamente lineare, totalmente trasparente e nell’interesse dell’economia italiana» ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
L’offerta di acquisto arriva dopo che il governo italiano si è mosso per ri-privatizzare la banca, a 8 anni di distanza del salvataggio con cui l’aveva acquisita. Fondata a Siena nel 1472, la banca era finita sull’orlo del fallimento nel 2017 e ha dovuto essere salvata con 5,4 miliardi di euro dallo Stato italiano, che ne acquisì il 68% delle azioni diventando il suo principale azionista. Negli ultimi anni Mps è stata risanata sotto la guida dell’amministratore delegato Luigi Lovaglio. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze il dopo il fallimento nell’ottobre 2021 delle trattative di fusione con la seconda banca italiana UniCredit, era alla ricerca di nuovi partner per la banca. Sperava di fonderla con Banco Bpm ma questi piani sono stati vanificati da UniCredit, che sta perseguendo una fusione con la rivale tedesca Commerzbank e che a novembre ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto ostile per Banco Bpm.
Allora il governo italiano, che aveva già iniziato a ritirarsi da Mps, a novembre ha ridotto ulteriormente la sua partecipazione (dal 26,7% all’11,7%) e ha introdotto nuovi azionisti, tra cui Delfin, la holding controllata dalla famiglia Del Vecchio, e il magnate romano Francesco Gaetano Caltagirone. Delfin ha triplicato la sua partecipazione in Monte Paschi (ora è a poco meno del 10%), mentre Caltagirone detiene il 5%. Del Vecchio e Caltagirone sono anche i maggiori azionisti di Mediobanca, dove insieme arrivano al 27,6%.
Mediobanca al momento considera l’offerta ostile e riunirà il cda la prossima settimana studiare contromisure. Spiega Daniele Manca: Quella architettata da Luigi Lovaglio, arrivato alla guida di Mps con Draghi a Palazzo Chigi e l’allora presidente della banca Patrizia Grieco, è una mossa che cambia il panorama finanziario italiano. Emerge l’ambizione del manager che impose un aumento di capitale dell’istituto nel 2022 che pochi pensavano potesse andare in porto e che fu invece punto di svolta per il rilancio di Mps. L’ambizione di fare un’operazione industriale. Non si tratta solo della creazione di un terzo o quarto polo. Non è una questione di classifiche. O di sinergie. Piccoli e grandi investitori saranno chiamati a giudicare la congruità di un’offerta finanziaria che va ben al di là delle cifre. Si tratta di mettere assieme una banca commerciale con una d’investimento attiva anche nel credito al consumo con a cascata la visibilità e presenza sulla terza compagnia assicurativa d’Europa. Sarà necessario il via libera dell’autorità di vigilanza: della Bce tramite la Banca d’Italia, visto anche il tipo d’azionariato che vede industriali importanti come soci (Caltagirone e Delfin). Di sicuro non sarà questione né di giorni né di settimane. Servirà tempo per capire tutte le implicazioni della mossa senese. La stessa Mediobanca, pur facendo trapelare che si tratta di un’operazione ostile, ha annunciato la convocazione del consiglio d’amministrazione per i prossimi giorni prendendosi il tempo necessario. Quali possano essere le eventuali contromosse di Piazzetta Cuccia è difficile dire. La finanza si nutre anche di creatività e visione. Il mercato ha intanto espresso un giudizio sul prezzo (facendo salire il titolo si chiede un rialzo dell’Ops).
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Le deportazioni di massa di Trump Gli Stati Uniti hanno arrestato 538 immigrati illegali e ne hanno deportati «centinaia», secondo la portavoce della Casa Bianca. «I voli di espulsione sono iniziati. Il presidente Trump sta mandando un messaggio forte e chiaro al mondo intero: se entri illegalmente negli Stati Uniti, le conseguenze saranno gravi» ha scritto su X la portavoce Karoline Leavitt. «La più grande operazione di deportazione di massa della storia è in corso», «promesse mantenute» ha aggiunto postando due foto che mostrano uomini di spalle in fila, con catene alle mani e ai piedi, in attesa di salire su aerei dell’Aeronautica militare.
Donald Trump in campagna elettorale aveva promesso di cacciare gli immigrati illegali, ma in realtà le «promesse mantenute» del presidente non sono così eccezionali come l’amministrazione Trump vuole far pensare, bensì in linea con la media giornaliera dell’amministrazione Biden.
Scrive Viviana Mazza: Tom Cartwright, che segue regolarmente le espulsioni dell’Ice (Immigration Enforcement Agency) per il gruppo di assistenza agli immigrati «Witness at the Border», ha definito l’operazione militare un «teatro dell’assurdo». «L’unica cosa nuova in tutto questo è il trasporto su un aereo cargo», scrive su X Cartwright notando che Ice ha fatto 508 voli di rimpatrio in Guatemala durante il 2024 su aerei che potevano ospitare 125 passeggeri ciascuno (anziché solo 80) e criticando il fatto che il costo dei voli militari è maggiore. Secondo la Cnn, «i migranti vengono generalmente ammanettati» prima del rimpatrio. «Gli immigrati vengono rimossi spesso con le manette in metallo o in plastica, le catene non sono così familiari ma dipende anche dalla natura di chi viene rimosso; se si tratta per esempio di membri di gang la sicurezza durante il trasporto può richiederlo», dice al Corriere Michelle Mittelstadt del Migration Policy Institute, think tank indipendente di Washington.
«Queste immagini puntano a mostrare di aver mantenuto la promessa elettorale e fanno parte del messaggio shock and awe (shock e paura). L’amministrazione vuole spaventare coloro che sono o potrebbero venire nel Paese illegalmente. Tom Homan («zar» della frontiera, ndr) ha detto che la priorità è l’espulsione dei criminali, ma che vuole che tutti coloro che non sono autorizzati stiano sul chi vive e in pratica si auto-deportino». Il Washington Post non è colpito dai numeri. L’amministrazione Trump dice di aver arrestato 538 immigrati senza documenti, 4 dei quali membri della gang venezuelana Tren de Aragua e altri responsabili di reati sessuali nei confronti di minorenni e di averne espulsi «centinaia». Ma il quotidiano nota che sono meno dei 675 arrestati in simili raid quando Trump entrò alla Casa Bianca nel 2017 e promise «milioni» di espulsioni senza raggiungere mai quei numeri.
Intanto l’amministrazione Trump fa sapere che sta espandendo le espulsioni rapide. La pratica di “rimozione accelerata” dà alle agenzie di controllo un’ampia autorità per espellere le persone senza che compaiano davanti a un giudice. Sono previste solo alcune eccezioni, tra cui il caso in cui le persone esprimano il timore di tornare a casa.
Per lo scrittore Paolo Giordano quella foto di uomini incatenati postata dalla Casa Bianca è particolarmente significativa: Così inizia l’età dell’oro dell’America: con la fotografia di un gruppo di persone in catene. Un’istantanea del mondo che verrà, dove le azioni peggiori delle politiche antimigratorie non si fanno più nell’ombra: vengono esibite invece, in onore del «buon senso comune». È un passo avanti importante nell’agenda del sovranismo, perché il post di ieri non è di un fanatico suprematista in acido ma dell’account X ufficiale della Casa Bianca. La rivendicazione istituzionale della brutalità.
Una foto che secondo Giordano chiama in causa anche noi, così come quella di Elon Musk con il braccio alzato in un saluto romano (poi rinnegato). Si e ci chiede lo scrittore: Cosa vogliamo essere in mezzo a tutto questo? L’Europa è stordita, ma almeno in quanto italiani possiamo domandarcelo. Siamo davvero pronti ad accogliere un modello di società come quello che i nuovi Stati Uniti stanno presentando, in nome delle nostre relazioni bilaterali privilegiate? Braccia alzate e catene incluse? Quanto ci assomigliano quei post? La decisione va presa. È uno di quei momenti della Storia. Accade adesso. Passato il tempo di rispondere colpo su colpo, di ingrassare l’algoritmo, è arrivato il tempo del quadro complessivo, dei fondamentali. Il tempo del paesaggio. Il bello di vivere nell’epoca delle intelligenze artificiali e della realtà aumentata è che si possono inventare tutti i paesaggi che si vogliono. Quello della nuova età dell’oro americana lo abbiamo capito. Forse, da questa parte dell’oceano, ne desideriamo uno diverso.
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E le espulsioni accelerate dell’Italia Intanto anche il governo italiano preme per mettere in moto i meccanismi di espulsione accelerata tramite i centri extraterritoriali in Albania. Racconta Adriana Logroscino: Il trasferimento dei migranti nei centri oltre Adriatico per un più rapido rimpatrio, al quale la presidente del Consiglio ha detto in più occasioni di non voler rinunciare, è affidato al pattugliatore della Marina militare Cassiopea, che già monitora il mare al largo di Lampedusa. Alla base dell’accelerazione, nonostante non sia ancora arrivato il pronunciamento della Corte di giustizia europea, annunciato per il 25 febbraio, la ripresa degli sbarchi: 1.264 arrivi negli ultimi sei giorni.
A ottobre e novembre scorsi, i primi tentativi di spostare nei centri di Shengjin e Gjader qualche decina di migranti per i quali non sussistevano le ragioni di asilo, erano stati vanificati dai tribunali: a più riprese, i giudici delle sezioni immigrazione di diverse città non avevano convalidato il trattenimento dei migranti indirizzati nelle strutture albanesi, eccependo che non provenissero da Paesi sicuri, nonostante l’elenco approvato con un decreto. A dicembre la Corte di cassazione ha stabilito che la definizione di Paesi sicuri «spetta soltanto al ministero degli Esteri e agli altri ministri che intervengono in sede di concerto». Alla politica, quindi. Al tribunale, proseguiva poi la sentenza, tocca «valutare eventuali circostanze specifiche» per cui il singolo richiedente asilo correrebbe specifici rischi rientrando nel Paese di origine. L’aderenza del decreto italiano alle direttive europee, invece, è appunto competenza della Corte di giustizia dell’Unione europea. Nell’attesa che si pronunci, però, i trasferimenti stanno per ripartire.
Nella lunga fase di stallo, i centri albanesi sono rimasti vuoti, presidiati da una pattuglia di agenti delle forze dell’ordine sempre più ridotta e finita nel mirino di un programma tv locale perché filmati mentre erano inoperosi nelle spa degli alberghi che li ospitano. Ora, però, i tempi sarebbero maturi.
Per cercare di evitare che il vaglio giudiziario dei Tribunali annulli altri trasferimenti, il governo ha approvato un decreto che dà alle Corti d’appello (che a differenza delle sezioni immigrazione dei tribunali non sono specializzate) il compito di valutare se per i migranti è pericoloso essere rimandati nel Paese d’origine.
A rafforzare la determinazione del governo, scrive Logroscino, è anche: Il quadro politico internazionale: negli Usa il neopresidente Trump investe mediaticamente sulle espulsioni di massa, nella Ue, la vicepresidente e commissaria croata Dubravka Šuica, in visita a Roma, loda l’iniziativa italiana. «Il progetto Italia-Albania è una soluzione innovativa alla quale guardiamo per la direttiva rimpatri».
A proposito di espulsioni rapide (ma di tutt’altra natura): la Corte penale internazionale ha chiesto formalmente attraverso i canali diplomatici spiegazioni sul perché l’Italia non abbia confermato l’arresto di Najeem Osema Almasri, capo della polizia giudiziaria di Tripoli, e l’abbia invece riportato in Libia su un suo aereo di Stato. Almasri, soprannominato «il torturatore di Mitiga» (la più famigerata delle prigioni libiche nelle quali Almasri avrebbe coordinato, ordinato ed eseguito omicidi, violenze sessuali e torture), è accusato di crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Giovanni Bianconi spiega che la richiesta di arresto della Corte Penale non è arrivata in ritardo e quindi non giustifica l’inspiegabile e inspiegata decisione del governo italiano di non consegnarlo al Tribunale internazionale per i diritti umani. Questo perché la decisione del governo italiano in realtà è stata politica.
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Come ha spiegato sempre Bianconi: «Qualunque “irritualità” dell’arresto del generale libico poteva essere sanata dal Guardasigilli, ma Carlo Nordio non ha ritenuto di farlo. Una decisione politica, evidentemente concordata con Palazzo Chigi che prima ha deciso di non convalidare l’arresto di Almasri e poi l’ha riportato in Libia a bordo di un aereo dei servizi segreti italiani. Com’era successo dieci giorni fa con l’iraniano Abedini. Lì c’era da onorare un patto con Teheran in cambio della liberazione della giornalista Cecilia Sala; in questo caso bisognava evitare guai con un elemento cardine della cooperazione italo-libica nel contrasto all’immigrazione, nonostante i crimini addebitatigli dalla Corte dell’Aia. Commessi proprio ai danni dei migranti trattenuti nel suo Paese». Il timore, insomma, era quello che la Libia ci inondasse di migranti anziché trattenerli.
Le altre notizie importanti
- Vladimir Putin ha aperto alla possibilità di trattare con gli Stati Uniti la fine della guerra in Ucraina: «Con l’attuale presidente ho sempre avuto rapporti di lavoro, ma pragmatici e improntati alla fiducia reciproca. Sono d’accordo con lui: se nel 2020 non gli avessero rubato la vittoria, forse non ci sarebbe stata questa crisi in Ucraina. Faremmo meglio a incontrarci e ad avere una conversazione realista su tutte le questioni di comune interesse per gli Usa e per la Russia, sulla base della situazione odierna. Noi siamo pronti» ha detto rispondendo a un giornalista russo a lui vicino (intanto il Ministero degli Esteri russo attacca l’Italia definendola un «Paese ostile»).
- Hamas ha comunicato i nomi delle quattro soldate israeliane in ostaggio che saranno liberate oggi nell’ambito dell’accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Secondo Israele, però, questo in violazione dell’accordo che prevedeva che andassero liberate prima le donne civili.
- Donald Trump ha chiesto di togliere il segreto di Stato sui tre omicidi politici che hanno cambiato la storia americana del Dopoguerra: quello del presidente John Kennedy il 22 novembre del 1963, quello del fratello Robert Kennedy, assassinato a Los Angeles il 5 giugno 1968 mentre era candidato alla presidenza e del 4 aprile 1968 del leader antirazzista Martin Luther King. Racconta tutto Massimo Gaggi.
- «Nessuno mi ha mai chiesto di fare un passo indietro» e «Non patteggerò mai». Lo ha detto la ministra del Turismo Daniela Santanchè a Verona per il Motor Bike Expo. Santanchè è stata rinviata a giudizio per falso in bilancio della sua ex società Visibilia Editore spa.
- Il fratello di Elon Musk, Kimbal, è stato in visita a Palazzo Chigi. Kimbal Musk ha incontrato il Ministro della Cultura italiano, Alessandro Giuli (secondo indiscrezioni non confermate per parlare di un possibile progetto sull’uso della tecnologia nei siti culturali) e ha incontrato brevemente anche la premier italiana Giorgia Meloni. Musk, che siede nel consiglio di amministrazione di Tesla, è arrivato con Veronica Berti, la moglie del tenore italiano Andrea Bocelli. Ha anche incontrato il vice primo ministro leghista Matteo Salvini, che ha postato una foto del loro «piacevole incontro» sul social network X. Salvini ha dichiarato che la discussione si è concentrata su «innovazione, intrattenimento e l’inesauribile potenziale dell’arte e della cultura italiana nel mondo».
- Siccome fatica a realizzare il premierato con una legge costituzionale, Giorgia Meloni ha in mente di introdurre la riforma con una legge elettorale, racconta Francesco Verderami.
- Oggi si celebra l’apertura dell’anno giudiziario e in tutta Italia i magistrati protesteranno contro la riforma della giustizia della maggioranza «che mette a rischio autonomia e indipendenza» dei giudici e pubblici ministeri.
- La polizia mercoledì ha effettuato controlli anti armi con i metal detector e antidroga con i cani da fiuto sui ragazzi che entravano a scuola nell’istituto tecnico Marie Curie del quartiere Ponticelli, alla periferia di Napoli. Qualche giorno fa la dirigente Valeria Pirone, in un’intervista, si era lamentata di aver invocato tante volte «la necessità di avere i metal detector a scuola».
- La Comunità ebraica non parteciperà all’evento organizzato in Comune a Milano per il 27 gennaio, Giorno della Memoria che ricorda le vittime dell’Olocausto, perché contraria all’«eccessiva politicizzazione di alcune associazioni promotrici». Il riferimento è all’Anpi e alle sue posizioni sulla guerra Israele-Hamas e sull’uso del termine «genocidio». «Penso sia un’occasione persa. Si lascia il campo, ed è sbagliato» dice Luciano Belli Paci, figlio di Liliana Segre.
- Il giudice per le indagini preliminari di Cosenza ha disposto la scarcerazione di Moses Omogo Chidiebere, il 43enne fermato assieme alla moglie Rosa Vespa con l’accusa di avere sequestrato martedì una neonata nella clinica in cui era stata partorita. Ha ritenuto credibile che non sapesse della falsa gravidanza della moglie (ne scrive anche Gramellini nel suo Caffè di oggi).
- Sara Piffer, 19enne trentina promessa del ciclismo, è stata travolta e uccisa da un’auto in sorpasso mentre si allenava con il fratello.
- Il tennis. Jannik Sinner ha battuto Ben Shelton per 7-6 (7/2), 6-2, 6-2 nelle semifinali degli Australian Open e domenica giocherà la finale contro Alexander Zverev (qualificato dopo il ritiro di Novak Djokovic per infortunio). Qui Adriano Panatta spiega perché Sinner ha il talento di trovare soluzioni per ogni problema.
- Il calcio. Grazie alla doppietta dell’attaccante scozzese Che Adams, il Torino ha battuto il Cagliari per 2-0 e ha ottenuto la seconda vittoria in Serie A da ottobre.
Da ascoltare L’«Ammazzacaffè», l’appuntamento del sabato del podcast «Giorno per giorno» in cui l’editorialista Massimo Gramellini rilegge alcuni degli articoli della sua rubrica quotidiana «Il Caffè», integrandoli con i commenti nel frattempo ricevuti dai lettori.
Il Caffè di Massimo Gramellini Il padre immaginario Il marito della ladra di bambine è stato scarcerato. Per il pubblico ministero, ma anche per il giudice delle indagini preliminari, Moses Acqua era completamente all’oscuro dei piani di Rosa Vespa. E allora, o entrambi i magistrati di Cosenza hanno preso una cantonata, oppure dobbiamo fare i conti con una realtà inquietante. Moses Acqua ha dormito per nove mesi accanto a una donna che si dichiarava incinta senza mai essere assalito dal sospetto che non lo fosse. Ha considerato normale che sua moglie pretendesse di andare a partorire da sola. Non ha battuto ciglio quando Rosa Vespa è tornata a casa senza il piccolo, dicendogli che era stato trattenuto in ospedale per accertamenti. E non l’ha messo in allarme che la moglie si fosse scordata di scattare una foto al bambino, per farglielo comunque vedere. Si fidava di lei. E quando l’ha accompagnata in ospedale era convinto che stessero andando a prendere loro figlio e non a rapirne un altro, anzi un’altra. Persino adesso che l’ho scritto, mi sembra incredibile. Ma se fosse vero, sarebbe la prova che, chi più chi meno (Moses Acqua sicuramente appartiene ai «più»), siamo un po’ tutti dei cinici creduloni, pronti a diffidare di una verità scomoda con lo stesso cieco entusiasmo con cui prendiamo per vera una rassicurante bugia. Un principio che applichiamo pure alla politica. La differenza tra destra e sinistra, in fondo, è che la destra tende a vedere anche quel che non c’è e la sinistra a non vedere quello che c’è.
Grazie per aver letto Prima Ora e buon sabato
(Questa newsletter è stata chiusa alle ore 1,30. Gli indirizzi email della Redazione Digital: gmercuri@rcs.it, langelini@rcs.it, etebano@rcs.it, atrocino@rcs.it.)
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