Parliamone, ne usciremo. La forza dell’auto-mutuo-aiuto

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Confrontarsi con chi ha problemi simili spinge a reagire e ad affrontare meglio situazioni di sofferenza. Una strada per non sentirsi soli


Non sentirsi soli. Non sentirsi “i” soli.
I soli a soffrire, a non capire, ad avere paura, a provare ansia, a temere di non farcela ad andare avanti (in seguito ad una perdita, a un lutto, a una separazione, a una malattia…), i soli a non riuscire più a comunicare con i nostri figli, compagni, moglie, marito, genitori… o semplicemente ad affrontare la vita.

Esprimere emozioni senza sentirsi giudicati

In queste situazioni abbiamo bisogno di poter esprimere dubbi, emozioni (rabbia, dolore, sensi di colpa…) spesso inconfessati (per paura di non essere capiti) senza essere giudicati ed è quello che avviene nei Gruppi Ama (Ama sta per Auto-mutuo-aiuto), dove è possibile confrontarsi con persone che stanno attraversando esperienze simili alla nostra, in un rispecchiarsi reciproco che porta ciascuno a riflettere e a ritrovare se stesso e le risorse per affrontare i problemi.

I momenti di crisi della vita

L’opportunità di accedervi viene offerta dai percorsi che Fondazione La Ricerca (da tempo e con successo) propone a chiunque stia attraversando un momento di crisi o difficoltà magari finendo per auto-isolarsi o per ritrovarsi addirittura emarginato perché sommerso dai suoi stessi problemi.

Una via per non sentirsi soli

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Saldo e stralcio

 

“Può capitare a chiunque. Capita sempre più spesso – sottolinea Anna Papagni dall’osservatorio dei punti di ascolto La Ricerca e referente dei percorsi Ama -. Tanti finiscono per essere o, ancor peggio, per sentirsi soli, perché hanno perso le amicizie e gli affetti più cari, perché stanno attraversando un momento di crisi, perché faticano ad aprirsi e si chiudono in se stessi. Cercata, sofferta, causata, forzata, sentita fortemente anche se inseriti in un nucleo familiare, comunque la vivi la mancanza di relazioni umane autentiche crea sofferenza, più o meno celata. E mai come in questo tempo di «solitudine globale» emerge forte e chiaro quanto abbiamo bisogno di «esserci» per stare insieme agli altri, confrontarci, comunicare e condividere emozioni e pensieri anche (e soprattutto) nei momenti più difficili della nostra vita”.

Le risposte dell’Auto-Mutuo-Aiuto

“La reciprocità, l’immedesimarsi e la condivisione spingono, costringono a guardarsi dentro, recuperando le proprie risorse, il senso del vivere. L’empatia dà forza, le persone sperimentano quella forza vitale che viene a crearsi nello «spazio comunicativo» del gruppo, in cui si dà voce ad emozioni e storie di vita”.
“Si crea – aggiunge – una relazione dove ognuno risponde per sé, ma è anche chiamato a farsi carico degli altri, perché è solo così che si riesce a maturare un senso di forza, si acquisisce una competenza che trasforma ciascun partecipante e lo rivitalizza”.

Un’esperienza di oltre 40 anni

La Ricerca lo sperimenta da più di quarant’anni con i familiari di giovani con problemi di tossicodipendenza seguiti dai suoi servizi di prevenzione e in comunità terapeutica.
E da ormai diverso tempo sta adottando lo stesso metodo anche per portare sollievo in altre situazioni ed esperienze legate a difficoltà relazionali, problematiche esistenziali o legate a una malattia, o alla perdita di una persona cara.

In due parrocchie

Tra l’altro, da alcuni anni anche grazie al sostegno della diocesi e all’8 per mille ha potuto organizzare percorsi Ama non solo nella propria sede di Stradone Farnese 96, ma anche in due parrocchie della città per cercare di portare sollievo a quanti stanno vivendo un lutto e ai caregiver, spesso soli e isolati nell’assistenza quotidiana a un familiare non in grado di badare da solo a se stesso, una condizione molto delicata e complessa (e sempre più diffusa) che quando è protratta comporta stress emotivi, fisici e psicologici tali da richiedere un intervento di aiuto prima che degeneri a sua volta in qualcosa di patologico.

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Gruppi per genitori separati

Sono stati organizzati gruppi Ama con ottimi risultati anche per genitori separati o in procinto di separarsi: “persone giunte ad un punto di stallo della loro vita, imbrigliata da risentimenti, sensi di colpa, ansie, amarezza, senso di fallimento. E che hanno bisogno di ascolto, chiedono di potersi sfogare, di poter capire da che parte cominciare per uscirne”.
Recentemente ai gruppi del lutto (condotti da Anna Papagni e dallo psicologo Sergio Bernazzani in San Giuseppe Operaio) e a quelli rivolti ai caregiver (condotti da Donatella Peroni presso Nostra Signora di Lourdes) si è aggiunto un nuovo percorso per caregiver in provincia, a Borgonovo, nell’ambito del progetto “Community Lab” (dove La Ricerca è partner), che fa capo alla Casa della Comunità della Val Tidone.

Come partecipare: incontri ogni due settimane

Gli incontri dei gruppi sono quindicinali e guidati da un counselor, che è esperto dell’ascolto.
Tra quanti hanno usufruito di questa esperienza in passato, qualcuno si è fermato a fare il volontario come facilitatore dei gruppi, pronto ad aiutare gli altri che stanno vivendo la sua stessa pena.
Per capire come funzionano è possibile chiedere un colloquio telefonando al 348.8557985 (o scrivendo una email ad ), risponde Anna Papagni, che è la responsabile dell’Auto-Mutuo-Aiuto di Fondazione La Ricerca.
Per ulteriori informazioni si può consultare anche il sito ufficiale dell’associazione www.laricerca.net.

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Pubblicato il 26 gennaio 2025

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