Tutti i dati e le previsioni delle concentrazioni di inquinanti nell’atmosfera, saranno presto disponibili non solo su scala globale ed europea, ma anche a livello locale per il nostro Paese.
Per rilevare in modo sempre più preciso, dettagliato e puntuale la qualità dell’aria in Italia sono in arrivo nuovi strumenti di monitoraggio e previsione ad alta risoluzione da parte di Copernicus, il programma scientifico dell’Unione europea di rilevazioni satellitari di vari fenomeni. Nello specifico, il programma Copernicus Atmospheric Monitoring Service (CAMS) intende estendere e migliorare i servizi su scala locale che rientrano nell’ambito del progetto CAMS2_72IT_bis. Il progetto è coordinato dall’ISPRA e vede la collaborazione dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-Isac), dell’Università di Roma Tor Vergata e del Consorzio Italiano della Copernicus Academy. Al progetto lavorano anche otto diverse Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA): si tratta di Emilia-Romagna, Lombardia, Campania, Liguria, Piemonte, Veneto, Umbria e Valle d’Aosta.
Come spiega l’ENEA, il CAMS, già oggi, offre vari strumenti avanzati per il monitoraggio e la gestione della qualità dell’aria. Come ad esempio le previsioni giornaliere fino a cinque giorni su vari inquinanti atmosferici (gas serra, ozono, aerosol e altre sostanze) o il monitoraggio dei gas serra (tra cui il metano, il protossido di azoto e la CO2) per analizzare le tendenze globali delle concentrazioni di questi gas. E ancora: le rianalisi atmosferiche che forniscono serie storiche di dati combinando osservazioni e modelli, ideali per gli studi a lungo termine sull’evoluzione delle condizioni atmosferiche; il monitoraggio degli aerosol con informazioni su polveri naturali (come quelle sahariane), aerosol antropogenici e ceneri vulcaniche, utili anche per la gestione del trasporto aereo; il monitoraggio della stratosfera e dell’ozono per misurare il buco dell’ozono o le radiazioni UV a lievello globale; l’analisi di eventi di inquinamento come gli incendi boschivi, le emissioni vulcaniche e il trasporto di polveri che possono influenzare la qualità dell’aria su larga scala.
“CAMS è un punto di riferimento per il monitoraggio, a livello globale ed europeo, dei gas serra e degli aerosol, come PM, pollini e polveri sahariane” – ha spiegato Antonio Piersanti, responsabile del Laboratorio ENEA Modelli e misure per la qualità dell’aria e osservazioni climatiche – “Grazie alla combinazione di dati satellitari e modelli atmosferici, ci offre strumenti essenziali per affrontare le sfide legate all’inquinamento e ai cambiamenti climatici“.
Alle tecnologie già citate, e attualmente disponibili, se ne aggiungeranno altre, come ha illustrato Massimo D’Isidoro, responsabile scientifico per ENEA del progetto CAMS2_72IT_bis: “Per i prossimi tre anni il nostro compito sarà quello di adattare (in gergo tecnico downscaling) a livello nazionale, regionale e locale i servizi sulla qualità dell’aria forniti dal sistema Copernicus. Ciò significa che i dati e le previsioni sulle concentrazioni di inquinanti atmosferici, sviluppati finora su scala globale ed europea, diventeranno di maggiore dettaglio per il nostro Paese e saranno forniti alle amministrazioni locali che potranno utilizzarli per prendere decisioni più informate e consapevoli per monitorare e gestire l’inquinamento, la pianificazione urbane e l’implementazione di politiche di riduzione delle emissioni. Tutto questo, con l’obiettivo di proteggere la salute dei cittadini e rispettare le normative ambientali“.
L’attività di downscaling dei campi di concentrazione degli inquinanti sarà condotta dai ricercatori di ENEA tramite FORAIR-IT, il modello per le previsioni della qualità dell’aria che continuerà ad operare in parallelo con analoghi sistemi previsionali, come kAIROS di Arpa Emilia-Romagna o CHIMBO del CNR-Isac. Questi tre diversi sistemi modellistici, anche per rafforzare la collaborazione tra i vari enti di ricerca e istituzioni, forniranno i campi di concentrazione alle otto Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale coinvolte, in modo da eseguire previsioni a più alta risoluzione sui territori e valutare le potenzialità rispetto ai sistemi attualmente applicati dalle ARPA.
Il progetto prevede anche un compito specifico e molto interessante per i ricercatori di ENEA: lo studio delle intrusioni di polveri sahariane in Italia, un fenomeno non raro che è in grado di influire in modo significativo sulla qualità dell’aria. Le attività riguarderanno, in particolare, il confronto tra i dati osservati sul territorio e le previsioni modellistiche, oltre all’applicazione di una nuova metodologia per rilevare gli eventi di intrusione di polveri sahariane attraverso l’utilizzo combinato di modelli e osservazioni.
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