di Stefano Di Cecio
PISTOIA – Si è svolta nella Fabbrica delle Emozioni in via Antonelli la presentazione del progetto “Solidarity and Creative Work” e dei suoi protagonisti. Il progetto è risultato vincitore del bando “Socialmente 2023” finanziato dalla Fondazione Caript con il partenariato della fattoria “Il Gattesco” e il “Podere del Tordo”.
Tutti i partecipanti erano seduti in cerchio seguendo la simbologia dell’incontro, della ricerca dell’unità, non spettatori quindi ma persone facenti parte di un gruppo. Il progetto riguardava le attività rivolte ai giovani e l’erogazione di borse lavoro destinate a quelli che hanno svolto attività di agricoltura sociale. Il gruppo della Camposampiero è attivo da diversi anni e opera sia presso la sede per la manutenzione delle aree verdi, sia presso le due aziende partner del progetto. Manutenzione del verde, produzione di ortaggi e frutta e raccolta delle olive: Luca Traversari, presidente della Camposampiero, ha introdotto così l’incontro: il coronamento di un progetto che essenzialmente aveva a cuore il benessere psico fisico dei partecipanti, la loro voglia di vivere.
Tebro Sottili, storico testimone dell’Ente ed ex presidente, ha ripercorso la vita della Camposampiero dalla fondazione avvenuta il 20 gennaio 1946 per iniziativa della Pprofessoressa Angela Borgioli. La motivazione che la spinse a farlo, fu quella di onorare la memoria del collega insegnante professor Giuseppe Camposampiero, eminente studioso, sostenitore del riscatto e delle necessità dei più poveri di Pistoia. Quest’ultimo rimase vittima del primo bombardamento della città di Pistoia avvenuto il 24 ottobre del 1943 perché si attardò a fuggire per aiutare un’anziana signora, abitante all’ultimo piano del palazzo dove abitava, a San Vitale. Scuola e lavoro è stata la formula dell’attività della Camposampiero fin dall’inizio. Fare agricoltura sociale oggi significa prendersi cura dei ragazzi e del territorio.
Patrizio “Iccio” Menici, padre di Igor uno dei ragazzi, ha aggiunto: “fino a sette anni fa non sapevo dell’esistenza di questa struttura, poi sono stato consigliato dal dottor Teglia e mio figlio è entrato a far parte delle attività. Per me è stata un’emozione grande scoprire l’apporto degli operatori e anch’io adesso collaboro, seguendo il motto “ogni giorno senza sorriso è un giorno perso. Venire qui mi rende felice e orgoglioso e cercherò di continuare a dare una mano”.
Letizia, partner della fattoria “Il Gattesco”, ha messo gratuitamente a disposizione i terreni dove vengono sviluppate le diverse fasi dell’orto, dalla semina al raccolto.
Numerosi gli interventi nel corso della presentazione, da Giovanni Giacomelli, da sempre negli Scout di Pistoia, a Giorgio Federighi, sindaco revisore, che ha ricordato come la Camposampiero sia stata sempre un compendio di realtà cattoliche e laiche, che si è saputa adeguare ai tempi che viviamo.
Infine loro, i veri protagonisti, i ragazzi che raccontano con passione il loro amore verso l’Ente, di come l’hanno conosciuto e come lo vivono sempre con il sorriso: Massimiliano che non vuole andare a fare le vacanze con il camper di suo padre e preferisce restare in Camposampiero, Maurizio detto Leone dalla forza spaventosa, e poi Silvia, Antonio, Emanuela, Igor, Luca, Federico, David, Leonardo, e anche alcuni genitori dei ragazzi. Tanti interventi, tante testimonianze di come sia importante essere felici e basta.
Luca Gori, presidente della Fondazione Caript, ha ringraziato per l’accoglienza, e ha dichiarato di sentirsi a casa perché condivide le finalità dell’ente da molti anni.
“Quando un’organizzazione come questa raggiunge gli ottanta anni è un grande traguardo – ha detto – . Le grandi organizzazioni hanno un grande futuro dietro di loro, in realtà la Camposampiero ha cambiato pelle tante volte, è passata dalla meccanica, all’avviamento professionale al tema delle fragilità sociali e degli inserimenti lavorativi ed ha affrontato anche il tempo libero, attività puramente ricreative per il benessere delle persone. Siete all’interno di un quartiere importante, con profili certe volte complessi, esserci è già un elemento di rilievo. Pistoia non ha periferie brutte, grazie anche a presenze come la vostra, lavorare con i giovani non è facile. In particolare oggi, si trovano disponibilità nelle emergenze ma non nelle missioni di volontariato di lungo periodo. Il lavoro che state facendo è importante in particolare per la ricerca di nuovi linguaggi. Quello che possiamo fare come Fondazione lo faremo, con nuovi bandi, nuovi spazi di sostegno. Sono qui per ascoltarvi, non ho bacchette magiche, ma vi assicuro il mio impegno la mia attenzione”.
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