La Puglia si trova al centro di una trasformazione senza precedenti nel campo sanitario. Nelle ultime settimane, grazie a un cambio di prospettiva, il ruolo delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e dei Centri Diurni è stato completamente ripensato. Diego Rana, presidente nazionale del Tribunale per la Tutela dei Diritti del Cittadino, del Malato, descrive questa fase come “un momento storico, una vera e propria svolta epocale”.
“Per la prima volta,” spiega Rana, “tutti i protagonisti – Regione, associazioni e strutture – hanno capito che al centro di tutto devono esserci i pazienti. Non si tratta solo di risparmiare o distribuire risorse, ma di creare un sistema che funzioni per chi ne ha più bisogno”.
L’attenzione alle RSA e l’importanza dei Centri Diurni
L’assessorato alla Salute, ora guidato da Raffaele Piemontese, ha introdotto una nuova visione. “Non si è limitato a guardare i numeri,” spiega Rana, “ma ha compreso che il futuro della sanità risiede nelle strutture dedicate ai pazienti cronici e anziani. La popolazione invecchia e non possiamo continuare a trattare questi pazienti negli ospedali. Bisogna investire in RSA e Centri Diurni”.
Un aspetto fondamentale è quello economico. Un posto letto in ospedale costa tra i 1300 e i 2000 euro al giorno, mentre in una RSA il costo è di circa 100 euro, coperto per metà dalla Regione. “Con lo stesso budget di un posto in ospedale – sottolinea Rana – possiamo garantire 20 letti in RSA. Questo non solo riduce i costi, ma migliora la qualità dell’assistenza. Il cambio di paradigma è che finalmente si è compreso che tenere una persona in lungo degenza, o come si usava dire in modo brutale “parcheggiata” in un reparto di Medicina o ancora prima in Geriatria in un ospedale costa fino a 20 volte in più di quanto si paga nelle RSA dove il 50% viene pagato dalla Regione e l’altro 50% è a carico del cittadino. Per non parlare del risparmio che si ottiene nei centri diurni, visto che non tutti hanno bisogno di setting assistenziali h24. In questo caso il risparmio per la collettività è ancora maggiore”.
L’importanza dei Centri Diurni: il sostegno alle famiglie
Oltre alle RSA, i Centri Diurni giocano un ruolo cruciale nel sistema sanitario e sociale pugliese. “Queste strutture sono una risorsa inestimabile,” spiega Rana. “Permettono ai pazienti di ricevere cure durante il giorno, alleggerendo il carico delle famiglie. È una soluzione che coniuga assistenza sanitaria e sostegno sociale”.
Rana descrive il funzionamento di un Centro Diurno: “Il paziente viene accompagnato al mattino, partecipa a terapie e attività fino al pomeriggio, e poi torna a casa. Questo non solo migliora la sua qualità di vita, ma permette ai familiari di lavorare e gestire la propria quotidianità con maggiore serenità. Il paziente esce di casa e viene prelevato con mezzi della struttura a ciclo Diurno e viene assistita durante il giorno dalle 8:30 alle 16 del pomeriggio, che è il periodo nel quale una famiglia svolge le sue attività principali, tra il lavoro e la gestione della casa. In questo lasso di tempo il paziente problematico viene assistito in un posto protetto e il problema sociale non si pone più: le famiglie sono alleggerite del tutto, visto che il paziente torna dopo una giornata di varie attività assistenziali alle quali ha partecipato e vuole soltanto cenare e andare a dormire. E il giorno dopo si ricomincia e questo dal lunedì al sabato”.
La qualità delle strutture pugliesi
La Puglia vanta criteri di accreditamento tra i più severi d’Italia, una scelta che garantisce alti standard qualitativi. “Chi usufruisce dei servizi di una RSA o di un Centro Diurno in Puglia – afferma Rana – può stare tranquillo. Le strutture sono monitorate con attenzione e gli operatori sono altamente qualificati”.
Non mancano, però, le criticità. Rana ribadisce l’importanza della trasparenza e del controllo. “Abbiamo sempre sostenuto l’installazione di telecamere nelle aree sensibili. È un modo per tutelare tutti: pazienti, famiglie e personale. Quando c’è chiarezza, si lavora meglio e si evitano episodi spiacevoli”.
La lezione del COVID-19
La pandemia ha rappresentato una sfida enorme per le RSA e i Centri Diurni, ma la Puglia ha saputo rispondere con prontezza. “Mentre in altre regioni si assisteva a veri e propri disastri, qui si è riusciti a contenere i danni,” ricorda Rana. “Questo dimostra la professionalità degli operatori e la solidità del sistema”.
Durante l’emergenza sanitaria, le strutture pugliesi sono diventate un punto di riferimento per la comunità, dimostrando la loro importanza non solo come luoghi di cura, ma anche come pilastri del tessuto sociale.
Un approccio condiviso
Un elemento chiave della svolta pugliese è il cambiamento nel rapporto tra Regione e strutture. “L’assessore Piemontese ha detto chiaramente che non è una controparte, ma un partner. Questo ha cambiato tutto,” spiega Rana. “Quando c’è collaborazione, si trovano soluzioni più rapidamente e si ottengono risultati migliori”.
Questa nuova visione ha portato all’apertura di tavoli di lavoro con le associazioni datoriali, che hanno permesso di affrontare e risolvere molte criticità. “Non si tratta più di scontri o negoziati,” aggiunge Rana. “Ora siamo tutti dalla stessa parte, perché il nostro obiettivo comune è il benessere dei pazienti”.
La sfida del futuro
Rana sottolinea l’importanza di non rallentare questo processo. “Tra il dire e il fare, il tempo deve essere il più breve possibile. Stiamo parlando di persone con patologie gravi, di famiglie che non possono aspettare”.
Un appello particolare viene rivolto alla Regione: “Bisogna risolvere quel vuoto tra l’intenzione politica e l’attuazione pratica. È fondamentale che le risorse arrivino rapidamente alle strutture, perché ogni ritardo si traduce in sofferenza per i pazienti”.
Il ruolo cruciale dell’assessore Piemontese
Diego Rana riconosce il merito di Raffaele Piemontese, assessore regionale alla Salute, per aver affrontato il settore con determinazione e competenza.
“Piemontese, forte della sua esperienza come assessore al Bilancio, ha saputo valorizzare al meglio i fondi regionali. Ha compreso che la salute non ha prezzo e che ogni investimento deve essere mirato e tempestivo. È una persona che conosce i conti della Regione e non dimentichiamo che la Sanità costa circa 8 miliardi di euro l’anno ed è pari quasi all’85 del bilancio della Regione Puglia. Quindi è l’assessorato più importante”.
Conclusioni
La Puglia sta dimostrando che un modello sanitario più umano ed efficiente è possibile.
“Non possiamo dare un valore alla salute,” conclude Rana. “È il bene più prezioso che abbiamo, e la Puglia sta dimostrando di averlo capito. Ora tocca a tutti noi – istituzioni, operatori e cittadini – continuare a lavorare insieme per consolidare questi risultati e garantire un futuro migliore a chi ha più bisogno”.
Con queste basi, la Puglia si pone come modello di riferimento per l’intero Paese, dimostrando che investire nel sociale non è solo un dovere morale, ma una scelta strategica vincente.
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