cresce costo RC Auto, penalizzato mercato automotive

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L’Osservatorio di Facile.it espone in modo trasparente una serie di informazioni utili e aggiornate sul mondo delle assicurazioni on line e tradizionali per comprendere le attuali tendenze del mercato.

Il costo della RC auto continua a crescere anche per gli automobilisti siciliani. A confermarlo sono i dati prodotti dall’Osservatori di Facile.it, che evidenziano una crescita su base annua con percentuali simili tra regione e resto del Paese e che, secondo le compagnie assicurative intervenute sul QdS, sarebbero dipendenti solo dalla crescente inflazione.

Ma quanto ammonta il premio RC auto medio nella regione Sicilia e quali sono le garanzie accessorie più scelte? L’Osservatorio di Facile.it espone in modo trasparente una serie di informazioni utili e aggiornate sul mondo delle assicurazioni on line e tradizionali per comprendere le attuali tendenze del mercato.

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I dati forniti dall’Osservatorio

Secondo i dati dell’Osservatorio, nel corso del mese di dicembre 2024, il premio medio RC auto calcolato nella regione Sicilia è stato di 635,34€ a fronte di 643,99€ nelle altre regioni. La variazione rispetto a 6 mesi fa (602,93€) è del +5,37%. Rispetto al dicembre 2023 (620,15€; 634,54 in Italia) la tariffa media fa segnare un +2,45%.

“Assistenza stradale” e “Infortuni conducente” sono poi le polizze più stipulate dagli automobilisti siciliani, spiega Facile.it. “Furto e incendio” e “Tutela legale”, rispettivamente risultano molto più indietro rispetto alle percentuali delle prime due categorie. Siciliani particolarmente disciplinati sulle classi di merito, con oltre il 74,6% di automobilisti appartenenti alla prima classe, che hanno stipulato polizze nel mese di dicembre scorso.

L’Osservatorio calcola il premio di assicurazione RC auto medio e le sue variazioni negli ultimi 12 mesi. Per calcolare tali dati, Facile.it si avvale di un campione di 1.009.514 preventivi calcolati dai suoi utenti nel corso dell’ultimo anno. Le tariffe indicate nell’Osservatorio sui costi RC auto di Facile.it prendono in considerazione come campione tutti i preventivi effettuati sul sito e relativi risultati di quotazione prodotti.

Interessante anche il dato dell’Osservatorio riguardo l’età media delle automobili che circolano nell’Isola: 13.23 anni. Si tratta di uno dei dati più elevati su base nazionale, con una media italiana che invece si attesta su undici anni e mezzo. Il dato della Sicilia evidenzia anche, con un paragone rispetto al dicembre 2023, come la media dell’età delle autovetture sia passata da 12.80 anni a 13.23, un peggioramento che spiega anche il rallentamento che il mercato automotive sta subendo in Sicilia.

Non è un caso, ricollegandosi con quest’ultimo dato, se in regione il valore medio dell’auto è di 5.902,36€, percentuale in leggero aumento di circa 220 euro rispetto allo scorso anno, ma distante ancora dalla media italiana di 7.653,06€. Tradotto: i siciliani cambiano auto di rado, con medie superiori a quelle italiane, e prediligendo modelli più economici. Una fotografia che rispecchia perfettamente gli indici Istat che raccontano di una regione in difficoltà sotto molteplici rilevazioni.

Tutti i dati provincia per provincia

Facile.it evidenzia anche i dati relativi alle singole province dell’Isola nell’arco temporale dicembre 2023 – dicembre 2024. Il premio medio RC auto calcolato lo scorso mese in provincia di Agrigento è stato di 572,36€. La variazione rispetto a 6 mesi fa (520,08€) è del +10,05%. Rispetto allo stesso mese di un anno fa (536,57€) la tariffa media fa segnare un +6,67%.

Un aumento simile a quello registrato a Caltanissetta, dove il costo è stato di 677,49€. La variazione rispetto a 6 mesi fa (612,17€) è del +10,67%, mentre c’è una leggera flessione di poco superiore all’1% rispetto a un anno fa (684,71€). In provincia di Enna si è arrivati a 460,78€. La variazione rispetto a 6 mesi fa (428,08€) è del +7,64%. Rispetto allo stesso mese di un anno fa (467,73€) la tariffa media fa segnare un -1,49%.

Il premio medio RC auto calcolato in provincia di Catania è stato invece di 675,68€. La variazione rispetto a 6 mesi fa (627,71€) è del +7,64%. Rispetto allo stesso mese di un anno fa (642,66€) la tariffa media fa segnare un aumento del 5,14%. Aumenta sul breve e lungo termine anche a Messina, nella cui provincia il costo medio è stato di 682,73€. La variazione rispetto a 6 mesi fa (628,56€) è del +8,62%, “scende” invece al +3,83% su base annua (657,53€).

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Chi cresce meno in tutta l’Isola è la provincia di Palermo: qui il premio medio è stato di 641,79€. La variazione rispetto a 6 mesi fa (628,58€) è del +2,10%, ma si registra una leggerissima flessione (-0,11%) su base annua (642,48€). Va molto bene anche nella provincia di Siracusa, con una media di 568,14€. La variazione rispetto a 6 mesi fa (570,13€) è del -0,35% che arriva a +0,86% rispetto allo stesso mese di un anno fa (563,32€). Qui l’inflazione non sembra aver fatto vittime.

A chiudere Trapani e Ragusa. In quest’ultima il premio medio è stato di 653,61€ con un +3,04% rispetto a 6 mesi fa (634,32€) e +4,22% sul 2023 (627,12€). Nella provincia più a ovest dell’Isola la media è stata invece di 578,66€. La variazione rispetto a 6 mesi fa (533,97€) è del +8,37%. Rispetto allo stesso mese di un anno fa (560,81€) la tariffa media fa segnare un +3,18%.

“Aumenti dovuti all’inflazione”

Sono diversi gli agenti del comparto assicurativo intervenuti ai microfoni del QdS per commentare i questi dati. Tutti, però, preferiscono mantenere l’anonimato per l’assenza di autorizzazioni nel rilascio di dichiarazioni ufficiali, appannaggio degli uffici centrali.

“Gli aumenti in atto sono dovuti principalmente all’inflazione, anche se poi l’unica cosa a non crescere sono gli stipendi”, spiega Luigi (nome di fantasia, ndr), agente di una delle principali compagnie assicurative di Messina.

“Quello che aiuta davvero gli automobilisti, e ce ne rendiamo conto per il numero di polizze stipulate, sono gli incentivi statali. Ma in percentuale i numeri restano più alti al Nord, dove volano le vetture elettriche e le polizze sono molto più basse rispetto ai veicoli diesel”, aggiunge Vittorio, agente di una delle principali compagnie assicurative di Catania.

“Rispetto all’esperienza che ho in questo settore, posso dire che, considerando anche lo storico degli altri anni, gli aumenti che si stanno verificando in termini di RC auto sono assolutamente in linea con il mercato e con l’inflazione. Le polizze sono cresciute con lo scoppio della guerra in Ucraina. Quando aumenta una componente del veicolo di carrozzeria piuttosto che di meccanica, è naturale che si uniformi anche il costo delle compagnie assicurative, che sono comunque delle società per azioni e devono stare sul mercato”, conclude Massimo, subagente della provincia di Agrigento.

Il rallentamento del mercato automotive

Questa costante crescita dei premi – insieme a una serie di fattori più complessi – conduce anche a un rallentamento nell’immatricolazione di nuove vetture sul mercato, come racconta Franco Ferrara, storico rivenditore di auto a Messina. Il mercato automotive si trova in una fase di transizione complessa, caratterizzata da rincari, cambiamenti tecnologici e sfide globali. Per tornare a una crescita sostenibile, è necessario un approccio equilibrato che tenga conto delle esigenze dei consumatori e promuova politiche mirate a ridurre i costi complessivi anche a livello statale.

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Prendendo in considerazione i dati, il settore automotive europeo ha chiuso il 2024 con un leggero incremento nelle immatricolazioni, ma il quadro complessivo rimane complesso e sfidante. I dati ufficiali sono stati diffusi negli scorsi giorni da ACEA, con le immatricolazioni nei Paesi dell’UE, EFTA e Regno Unito che ammontano a un milione, 91 mila e 131 unità nel mese di dicembre, segnando un aumento del 4,1% rispetto allo stesso mese del 2023.

Una visione complessiva

Complessivamente, nell’intero 2024, i volumi registrati si attestano di poco al di sotto delle 13 milioni unità, con una crescita dello 0,9% rispetto all’anno precedente. Questo timido miglioramento non è però sufficiente ad arginare i grandi cambiamenti anche su scala mondiale che stanno riguardando gruppi industriali come Stellantis. In Italia, le immatricolazioni di dicembre 2024 scendono del 4,9%, attestandosi a 105.786 unità. Nell’intero anno, il mercato italiano segna una lieve flessione dello 0,5%, con un totale di 1.559.229 unità.

A registrare un netto calo sono soprattutto le autovetture a benzina, che registrano un calo dell’11,4% a dicembre e rappresentano il 28,4% del mercato mensile. Analogamente, le auto diesel scendono del 18,5%, attestandosi su una quota del 13%. Per l’intero 2024, le immatricolazioni di auto a benzina crescono dell’1,9% (29,2% di quota), mentre le auto diesel continuano il loro trend negativo (-21,4% e quota al 13,8%). Le vetture elettriche, invece, rappresentano il 49,3% del mercato di dicembre e il 47,5% nel cumulato annuo, evidenziando una crescita del 5,7% rispetto al 2023.

Le auto elettriche (BEV) diminuiscono del 14,8% nel mese di dicembre e del 1% nel cumulato annuo, raggiungendo una quota del 4,2%. Le ibride plug-in (PHEV) calano del 16,7% a dicembre e del 24,4% nell’intero anno, rappresentando rispettivamente il 3,5% e il 3,3% del mercato. Le auto a gas, infine, rappresentano il 9,1% delle immatricolazioni di dicembre, con una crescita dell’1,7% per il GPL e un calo del 34,3% per le vetture a metano nel 2024.

“I numeri generali sono numeri che raccontano solo di alcune verità: banale dirlo, ma il mercato della Lombardia segna numeri molto più alti in termini di investimenti su ibrido ed elettrico rispetto alla Sicilia. Negli ultimi anni, il settore automotive ha subito trasformazioni significative, molte delle quali legate a fattori esterni come la pandemia e il conflitto in Ucraina”, spiega Ferrara.

Uno dei principali ostacoli per chi desidera acquistare un’auto è rappresentato dal costo delle assicurazioni, ma non è l’unico. “Il tasso di interesse sui finanziamenti, cresciuto notevolmente negli ultimi due anni, influisce in modo diretto sui bilanci familiari. In un periodo di difficoltà economica, i consumatori analizzano con attenzione ogni spesa, e il costo complessivo per mettere su strada un veicolo diventa un fattore critico”.

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In questo senso, a essere penalizzato è soprattutto il mercato dell’usato. “Un esempio emblematico è il caso di una Smart usata venduta di recente, i preventivi di assicurazione oscillavano tra 2.000 e 2.200 euro, più o meno in linea con il valore d’acquisto dell’automobile. Si tratta di cifre che spaventerebbero chiunque”.

C’è poi l’inflazione. “Negli ultimi tre anni, il costo dei materiali necessari per la produzione dei veicoli è aumentato, ma dietro a questo incremento ci sono anche logiche speculative. Marchi un tempo più economici, come Fiat, hanno equiparato i loro costi a quelli di marchi più prestigiosi, come Ford, creando difficoltà per i consumatori. E non è un caso se la fetta di mercato del consumatore medio sia stata assorbita da vetture provenienti da Cina o Romania, che stanno vivendo un vero boom di vendite”, aggiunge Ferrara.

In questo mare magnum rientra anche il costo dei carburanti e la vision europea relativa alla transizione energetica e quindi appannaggio dell’elettrico. “Le nuove tecnologie, se da un lato promettono maggiore sostenibilità, dall’altro comportano costi più elevati che non tutti sono in grado di sostenere. Il modello ibrido più economico, la Fiat Panda, ha un prezzo che si aggira intorno ai 18.000 euro, una cifra non alla portata di molti”, spiega il rivenditore.

L’approccio post-pandemia

“La pandemia da Covid-19 ha segnato una svolta per il settore automotive. Durante il lockdown, le case automobilistiche hanno scoperto che, vendendo meno veicoli, riuscivano comunque a ottenere profitti significativi. Questo ha spinto molte aziende a rivedere le proprie strategie, con un aumento generalizzato dei prezzi. Se una Fiat Panda prima del Covid costava tra i 10.000 e i 12.000 euro, oggi ha un prezzo medio di circa 17.000 euro. Questo incremento superiore al 30% ha escluso dalla clientela una fascia importante di consumatori, tradizionalmente attratta da veicoli economici. Non è un caso – conclude Ferrara – se Fiat, per rispondere al calo delle vendite, ha lanciato una campagna di rottamazione autonoma con uno sconto di 4.500 euro, nel tentativo di rendere le proprie vetture più accessibili”.





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