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  • Il governo aveva messo da parte con la manovra 2025 l’ipotesi di reintrodurre una rottamazione delle cartelle esattoriali, ma un recente emendamento del decreto Milleproroghe ipotizza una versione quinquies.
  • La nuova sanatoria sarebbe applicabile per le cartelle esattoriali fino al 2023, introducendo nuove possibilità per tutti coloro che hanno dei debiti fiscali.
  • Se questo meccanismo verrà confermato, la prima scadenza della nuova rottamazione verrebbe fissata per il 30 aprile 2025, con possibilità di pagare fino a 120 rate.

Si è tornato a parlare di pace fiscale e in particolare della possibile introduzione di una nuova rottamazione, la quinta, delle cartelle esattoriali per i contribuenti in debito con il Fisco. Questa ipotesi era stata scartata dalla Legge di Bilancio 2025, ma un recente emendamento del decreto Milleproroghe potrebbe ripresentarla.

In questo modo si darebbe una nuova possibilità di annullamento di sanzioni e interessi sui debiti dei contribuenti che risultavano esclusi dalla precedente definizione agevolata e per le cartelle esattoriali fino al 2023.

La proposta di una rottamazione quinquies dei debiti, presentata dalla Lega, deve ancora essere confermata in modo definitivo, ma possiamo già delineare il funzionamento della misura, se questa verrà approvata.

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Rottamazione quinquies fino a 120 rate

La nuova rottamazione quinquies proposta recentemente permetterebbe a diverse tipologie di contribuenti di azzerare gli interessi, la mora, l’aggio e le sanzioni sui propri debiti e di pagare solo l’importo effettivo della cartella esattoriale insoluta, per debiti cumulati fino al 2023.

Nella sanatoria verrebbero incluse infatti le cartelle esattoriali che non sono state comprese nella precedente rottamazione, cioè quelle emesse dopo il 30 giugno 2022, per dare la possibilità al maggior numero di contribuenti di mettersi in regola con il Fisco.

Si parla di una misura di pace fiscale molto vantaggiosa soprattutto per le nuove possibilità di dilazione dei debiti, con un limite massimo di 120 rate, ovvero per un periodo di 10 anni. In questo modo i contribuenti avranno più tempo per saldare quanto dovuto, con quote di uguale importo.

Grazie alla rottamazione quater, il governo intendeva recuperare diverse cifre non pagate dai contribuenti, però questa misura non ha raggiunto gli obiettivi prefissati. Molti degli aderenti alla precedente sanatoria infatti sono andati a decadere per mancato rispetto delle scadenze per il pagamento delle rate. La rottamazione quinquies potrebbe essere l’occasione per recuperare ulteriori somme.

Rottamazione quinquies: i beneficiari

Come funzionerà la rottamazione quinquies, se verrà approvata? Chi saranno i beneficiari? Con la nuova rottamazione ci si rivolgerebbe a tutti coloro che risultano in debito con il Fisco e in particolare:

  • da un lato a coloro che hanno aderito alla rottamazione quater ma sono decaduti dai benefici per mancato rispetto delle scadenze oppure coloro che non hanno avuto la possibilità di aderirvi;
  • dall’altro lato a coloro che hanno cumulato cartelle emesse dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2023, sulle quali si andrebbero ad azzerare le sanzioni, l’aggio, gli interessi e la mora.

In questo modo i contribuenti potrebbero scegliere se pagare in un’unica soluzione oppure a rate i propri debiti, fino a 120 quote con scadenza periodica.

Multe, bolli e tributi locali: cosa rientra nella rottamazione quinquies

rottamazione quinquies

La sanatoria allo studio del Governo, come previsto per la precedente definizione agevolata, darebbe la possibilità ai contribuenti debitori di saldare le cartelle relative a multe stradali, bolli auto, IRPEF, IVA, imposta di registro e altri tributi locali annullando sanzioni, interessi, somme aggiuntive ai crediti previdenziali e l’aggio della riscossione.

Per quanto riguarda le multe, ricordiamo che sono state incluse nella definizione agevolata precedente quelle emesse dalla polizia locale (se il Comune si è affidato all’ADER per il recupero), dai carabinieri ecc. Non è stato previsto alcuno stralcio del debito, quindi la multa è comunque da pagare, senza farsi carico di interessi o sanzioni.

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Le stesse regole si applicano anche per il bollo auto: potrebbero nuovamente essere incluse le cartelle afferenti il periodo dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2023.

Quando arriva la rottamazione quinquies

La conferma sulla rottamazione quinquies non è arrivata con la manovra 2025, ma potrebbe arrivare con il prossimo decreto Milleproroghe, che introduce specifici interventi a tema fiscale.

Intorno a questo decreto al momento sono state presentate circa 1.200 proposte, per cui nulla è sicuro sull’introduzione di una rottamazione quinquies. Si ipotizza che per rientrare in questa nuova misura bisognerà aderire entro il 30 aprile 2025, provvedendo al pagamento della prima rata oppure di tutta la somma dovuta.

Va evidenziato che intorno alla decisione di reintrodurre una misura di questo tipo, il governo sta valutando quali risorse lo Stato deve mettere a disposizione.

Rottamazione quater: scadenza e modalità di pagamento

Se per la rottamazione quinquies nulla è ancora definitivo, proseguono le scadenze ordinarie per chi ha aderito alla rottamazione quater. In particolare la settima rata scade il 28 febbraio 2025. Considerando che, anche in questo caso, esiste una tolleranza di 5 giorni per l’effettuazione del pagamento (escludendo le giornate festive), la scadenza ultima slitterebbe al 5 marzo 2025.

I metodi di pagamento che il contribuente può sfruttare sono parecchi:

  • tramite il servizio Paga online dell’Agenzia Entrate-Riscossione;
  • utilizzando i canali telematici di Poste Italiane;
  • tramite i servizi online delle banche;
  • sfruttando altri prestatori di servizi di pagamento aderenti a pagoPA. 

Il contribuente che non effettuerà il versamento entro il termine ultimo andrà a perdere i benefici della definizione agevolata: in altre parole, dovrà pagare i propri debiti gravati da interessi di mora, aggio di riscossione e sanzioni (che il piano agevolato invece esclude).

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In caso di decadenza, comunque, i versamenti effettuati nei mesi precedenti vengono considerati come un acconto sul debito complessivo, senza però ulteriori agevolazioni o sconti.



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